Le cinque scale più belle di Venezia

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1978
Corte con scala esterna e "vera da pozzo" della Ca' D'Oro. Sestiere di Cannaregio

Le cinque scale più belle di Venezia

Quasi tutti i palazzi veneziani che sorsero nel Trecento e nella prima metà del Quattrocento avevano il loro cortile d’ingresso, con la sua scala scoperta  da un lato e nel mezzo la tradizionale “vera da pozzo“.

La scala esterna, sebbene fosse in quell’ambiente di arte gotica magnifico ornamento architettonico, pure si presentava poco pratica, esposta come era a tutte le intemperie. E così più tardi nelle grandiose costruzioni edilizie, col crescente desiderio delle comodità, si sostituirono le vecchie scale all’aperto con quelle interne, ampie e monumentali nei pubblici edifici, strette e meschine, per difetto di spazio, nelle abitazioni private.

Tra le prime basti ricordare la scala d’oro del Palazzo Ducale, e quelle della Libreria del Sansovino e delle scuole di San Giovanni Evangelista e di San Rocco, fra le seconde una solo eccezione che un grande ingegno creatore seppe innalzare sopra un’area ristrettissima: la famosa scala a chiocciola dei Contarini a San Paterniano.

La scala d’oro si apre quasi a metà del loggiato che corre lungo la facciata orientale interna del Palazzo dei Dogi; suoerba costruzione ideata dapprima verso il 1538 sotto il doge Andrea Gritti, modificata poi con un nuovo progetto del celebra Jacopo Sansovino, ultimata sotto la direzione del proto Antonio delli Abbondi detto lo Scarpagnino, oriundo di Milano, e chiamata “Scala d’oro” per la magnificenza delle sue decorazioni di tipo classico e stucchi bianchi ed oro, Alessandro Vittoria fu l’ardito modellatore degli stucchi; di Battista Franco detto il Semolei, abitante “in confinio di sancte Margherite“, sono le grottesche e le graziose figurine che l’adornano e nell’arco di accesso figurano ai lati due gruppi marmorei di Tiziano Aspetti, scultore padovano, rappresentanti “ercole che uccide l’Idra; Atlante che sostiene il mondo“. La scala d’oro, superba e grandiosa, era la scala d’onore che conduceva agli appartamenti ducali e alle sale del piano nobile.

Dirimpetto alla facciata del Palazzo Ducale che guarda la Piazzetta sorge la Libreria Sansoviniana, sapiente concezione archittetonica ispirata ai modelli romani, costruita dal Sansovino. L’ingresso che conduce alla sotuosa scala è ornato dalle due gigantesche “Cariatidi” chiamate dal popolo per la loro formosità “le do femenone“, opera di Alessandro Vittoria. La scala a due rampe, conripiani a cupola e soffitti a volta, adorna di stuchi e dorature del Vittoria, con pitture ornamentali di Battista del Moro è ampia, maestosa, magnifica.

Assomiglia nella sua imponente struttura alla scala della scuola grande di San Rocco costruita su disegno del Sansovino tra il 1544 e il 1546 e superba per “L’Annunciazione” di Tiziano Vecelio e per la “Visitazione della Vergine” di Jacopo Tintoretto. Di quest’ultima, la cupola è affrescata da Gerolamo Pellegrini e nella seconda rampa due gran dipinti di maniera ricordano “la Vergine apparsa agli Appestati” di Antonio Zanchi e “Venezia con i Santi Marco, Rocco, Sebastiano imploranti la cessazione del flagello” di Pietro Negri.

Celebre lo scalone della Rinascenza di San Giovanni Evangelista, ideato e costruito da Marco Coducci nel 1468, insieme sontuoso e monumentale, a due rampe e soffitto a volta, prezioso per le sue decorazioni plastiche e a niello, “a mastice nero“. Questo famoso scalone dà un’idea dell’originaria magnificenza della scuola, una delle più cospicue fabbriche del Cinquecento, sede di uno dei più ricchi sodalizi religiosi di allora.

Eccezione, come dicemmo, delle brutte scale private è quella dei Contarini chiamati “del bovolo” per questa scala a chiocciola del loro palazzo, oggi sede della Congregazione di Carità (ora I.R.E.). Essa è una caratteristica costruzione lombardesca del 1499, opera di Giovanni Candi, che imita la torre di Pisa, ma forse più bella, perché il girare a spira degli scalini e degli archi ne accresce l’effetto mirabile. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 29 marzo 1929

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: scalone della Scuola Grande di San Rocco; cala della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista; scala esterna del palazzo Van Axel; scala esterna della Ca’ d’Oro; scala esterna del Palazzo Van Axel; Scala d’Oro del Palazzo Ducale; Ercole che uccide l’Idra; scala esterna alla Ca’ Giustinian dei Vescovi; scala esterna del palazzo Contarini dal Bovolo; stucchi della Scala d’Oro; Scala d’Oro; Scala d’Oro; stucchi della scala della Biblioteca Marciana; la scala alla Biblioteca Marciana; scala esterna del Palazzo Pesaro degli Orfei; stucchi della Scala d’Oro del Palazzo Ducale; stucchi della Scala d’Oro del Palazzo Ducale.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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