Un curioso processo di divorzio nella Venezia del Settecento

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1905
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa - Castello

Un curioso processo di divorzio nella Venezia del Settecento

Alla fine del 1775 si era iniziata la causa di divorzio fra il patrizio Alessandro Dolfin e la nobile Chiara Corner, la quale attendeva impaziente la libertà maritale per correre a nuove nozze con Almorò Grimani fu Michele di Santa Maria Formosa. Ma a messer Carlo Grimani, fratello di Almorò, no garbava troppo avere quella cognata e al divorzio cercava di mettere inciampo in ogni maniera.

Infatti certa Felicita Doria, rivendigola e solita per il suo mestiere a praticare in casa Dolfin, era stata un bel giorno invitata da alcuni sconosciuti a montare in una gondola con la scusa di averle da consegnare molta roba da vendere, e nella gondola le furono bendati a forza gli occhi e condotta in una casa dove, racconta la Felicità: “Mi viddi in una camera, non molto grande ma bislunga, alta di travatura, dove eravi un huomo in maschera seduto al fuoco in pelizzo verde in bauta e cappello schietto. Poco distante da esso, cioè dall’altra parte del piccolo camin alla Francese, eravi una signora seduta, vestita con abito sopra il cerchio di raso bianco e teneva sopra le spale un gran tabaro nero“.

Alla povera donna, tutta spaventata e tremante di paura, fu subito imposto di dire ciò che sapeva sulla condotta e sulle abitudini della Chiara Dolfin regalando alla nobildonna certi epiteti assai poco eleganti. Felicita rispose che nulla sapeva; e quelli ad insistere a interrogarla sull’amicizia che aveva la signora con un turco e con un greco, ai quali “mandava el so camerier a prendar a titolo d’imprestito ora vinti, ora trenta zecchini, che dopo non restituiva, ma anzi tutti li suddetti andavano a visitarla e portar regali“.

Però, a fare lo strano interrogatorio la più terribile e scevra di reticenze era la signora dal tabaro nero, che senza tanti giri di frase, chiedeva se Almorò Pisani dormisse con la Chiara Dolfin e se con lui fosse rimasta incinta e concludeva che se una brutta busona è divenuta Trona (cioè della famiglia Tron) la Chiara Dolfin che è un’altra brutta busona non diventerebbe mai una Grimani (*).

L’interrogatorio non approdò a nulla, poiché la Felicita forse nulla sapeva; ma quel sequestro arbitrario di persona e quelle offese che ben presto furono note a tutta Venezia fecero sì che Giovanni Corner, padre della Chiara, ricorresse agli Inquisitori di Stato contro le prepotenze e le calunnie di cui era vittima la nobile sua figlia.

Il tribunale lesse il ricorso, interrogò, investigò e poi così postillava il ricorso stesso; fu letto e posto a parte sino a nuovi lumi. 1775 primo febbraio. Ma i lumi non vennero ed il processo andò in casson (archiviato). Avvenuto il divorzio, con grande dispetto di Giovanni Grimani, e della moglie, che si dice fosse la signora dal tabaro nero, Almorò Grimani sposava la Chiara Corner, mentre Alessandro Dolfin si consolava sposando l’altra Corner, la nobile Venturina Daria. (1)

(*) Correva a Venezia la seguente satira:

Chi gera su la Riva?
Lucieta la bela,
La sorda so sorela,
La Trona, la Benzona
E qualche altra busona.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 30 dicembre 1923.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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