Squero Casal ai Servi, nel Sestiere di Cannaregio

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Ex Squero Casal tra Il Rio dei Servi e il Rio de la Misericordia - Sestiere di Cannaregio

Squero Casal ai Servi, nel Sestiere di Cannaregio

Nella Veduta di Venezia di Jacopo de’ Barbari, si può osservare, come già nel Cinquecento, esisteva una sequenza contigua di squeri che fronteggiavano la Chiesa di Santa Maria dei Servi (atterrata nella prima metà dell’Ottocento), lungo il lato opposto del Rio dei Servi.

L’interruzione di questa sequenza di squeri, con delle abitazioni costruite fra la fine del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo, portò di fatto alla creazione di tre distinti squeri; due contermini verso nord, posseduti dal capitolo di San Marcuola e identificati con il nome “ai Servi”, uno più piccolo verso sud, con lo scalo in asse rispetto alla confluenza del Rio de Santa Fosca, posseduto dalla famiglia patrizia Da Riva e identificato con il nome “all’Anconeta“, dal nome di un vicino oratorio (demolito nel 1859).

Il primo degli squeri detti “ai Servi”, ubicato all’angolo fra il Rio dei Servi e quello della Misericordia, con accesso dalla Calle de le Pignate, nel 1661 era locato a Gerolamo Baio. Un catastico del 1711, redatto dai Dieci Savi sopra le decime, documentava l’esistenza di due tettoie (téze) nell’ambito dello squero, il conduttore era all’epoca Antonio Bensi, al quale nel 1731 subentrerà Francesco Zuanelli. La famiglia Zuanelli condurrà lo squero per quasi tutto il Settecento.

Il secondo, ubicato a metà circa del Rio dei Servi, con accesso dal Campiello del Liopardo o Lombardo, nel 1661 era locato a Zamaria Cadorin, e a questo subentrò nel 1736 mistro Iseppo Moron. Lo squero era dotato di due tettoie (téze), una delle quali si estendeva in continuazione della bottega sottostante l’abitazione. Nel 1759 era già subentrato il figlio di Iseppo, Antonio Moron conduttore dell’immobile perlomeno fino al 1769.

Nel quadro del Canaletto la “Chiesa di Santa Maria dei Servi”, conservato presso The Snite Museum of Art (Illinois), si vede come dovevano essere i due squeri “ai Servi” nel 1740/45, epoca del dipinto; con gli scali degradanti il primo verso il Rio de la Misericordia, il secondo all’interno del Rio dei Servi.

Nel 1808 i due squeri erano ancora intestati al “Benefizio del capitolo della Chiesa di San Marcuola”, e ambedue descritti quali locali ad uso di fabbricar barche. Il primo squero, quello con accesso dalla Calle de le Pignate, nella seconda metà dell’Ottocento, era di proprietà di Panciera Giovanni, poi venne acquistato, nel 1852, da Giuseppe Casal (detto Bepo el grando). Anche il secondo squero, quello con ingresso dal Campiello del Liopardo o Lombardo, che era di proprietà di Panciera Giacomo, venne nel 1874 acquistato sempre da Giuseppe Casal.

Nuove edificazioni, nuovi acquisti di fabbricati e scoperti contermini testimonierà il rapido ingrandimento della ditta Casal, che sarà fino ai primi anni del Novecento di gran lunga la più importante, quanto a numero di maestranze e qualità della produzione, nella ristretta cerchia di cantieri specializzati nella costruzione di gondole e imbarcazioni lagunari.

Nel 1905 Giuseppe Casal moriva lasciando gli squeri ad Elisabetta Panciera figlia di Valentino Panciera detto Besarel e vedova di Antonio Casal primogenito di Giuseppe, e ad Angelo il suo secondogenito. Nel 1920, Angelo avvierà le trattative per la cessione dell’attività, e la vendita dei due squeri, prima con la “Cooperativa Veneziana San Marco fra gondolieri e affini“, quindi con il “Consorzio arti e mestieri“. (1) Successivamente ulteriori nuove costruzioni fecero scomparire le téze del secondo squero, e lo scalo venne occupato da officine e depositi.

Dal 1996 lo squero con accesso dalla Calle de le Pignate è sede dell’Associazione Arzanà, nelle antiche téze, trovano spazio varie collezioni frutto di acquisizioni, recuperi, ritrovamenti, donazioni effettuate da privati cittadini o depositi temporanei.

(1) Giovanni Caniato. Lo squero Casal ai Servi.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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