Ponte dei Tre Archi o di San Giobbe, sul Canale di Cannaregio. Fondamenta de Cannaregio – Fondamenta San Giobbe
Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, bande in mattoni. Sui fianchi del ponte, sopra gli archi minori, 15 stemmi di Provveditori di Comun, e una targa con incisa la scritta: “EX SENATUS CONSULTO / RAESTAVRATVM / PRAESIDE PRAEFECTURA / SUPER AQVIS / ANNO MDCCXCIV”. Unico esempio, in città, di ponte con tre archi. Restaurato nell’anno 1980. (1)
Il sacerdote Giovanni Contarini fondò in Cannaregio nel 1378 un ospizio per poveri. In seguito vi aggiunse un oratorio sacro a San Giobbe, ottenendo nel 1390 da papa Bonifacio IX l’approvazione che colà si potessero celebrare gli uffici divini. Morto il pio fondatore, Lucia di lui figliuola, accolse nell’ospizio alcuni eremiti di San Girolamo, e, dopo la loro partenza, alcuni Minori Osservanti.
I religiosi di ambedue gli ordini ufficiarono l’oratorio; anzi i Minori Osservanti l’ottennero in piena proprietà nel 1434. Fu allora che essi vollero atterrarlo, stando per innalzare in quel luogo chiesa più ampia, ma, pei reclami di Lucia Contarini, il divisamente non ebbe effetto, e dovettero accontentarsi di incorporare l’oratorio nella nuova fabbrica. Questa, incominciata verso la metà del secolo XV sullo stile Lombardesco, ebbe il suo compimento verso la fine del secolo stesso, e fu consacrata nel 1493.
Ricevette poi altra consacrazione dopo alcune aggiunte e cambiamenti nel 1597. Assai benemerito dell’intrapresa si mostrò il doge Cristoforo Moro, il quale, mentre era ancora senatore, aveva conosciuto nell’ospizio di San Giobbe il celebre frate Bernardino da Siena, e dopoché questi venne canonizzato nel 1450, gli eresse in chiesa di San Giobbe una magnifica cappella, facendo sorgere eziandio un più ampio convento a comodo dei padri. Il Moro, decesso nel 1471, legò ai padri medesimi diecimila ducati, e fu sepolto nella cappella di San Bernardino, ove tuttora si scorge il di lui sigillo sepolcrale. Dopo la soppressione degli ordini religiosi, il convento di San Giobbe venne atterrato, e la sua area, unitamente alla vigna dei padri, ridotta ad Orto Botanico. La chiesa rimase aperta come sussidiaria di San Geremia.
Il Ponte di San Giobbe, che anticamente era di legno, si fabbricò in pietra nel 1503. Si ridusse poi nella forma attuale dall’architetto Tirali nel 1688, e nel 1794 ebbe un restauro, come da epigrafe riportata dal Cicogna (Isc. Ven. Vol. VI, Fase. 24). (2)
(1) ConoscereVenezia
(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).
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