Campiello de le Becarie e Campiello de la Grana a San Giobbe (Cannaregio)
BECCARIE (Calle e Campiello de le) a S. Giobbe. Alcuni locali adibiti alla macellazione, appartenenti alla famiglia Gonella, risultano attivi già nel 1469. Altre zone di Venezia ricordano nella toponomastica i luoghi ove in passato si usava macellare, commerciare carni o, più semplicemente, ove abitava qualche addetto a tali lavorazioni: ritroviamo un ponte detto di Bechi (Ponte Loredan) agli Ormesini e uno omonimo vicino alla Bragora (Ponte della Pietà); un terzo, attestato nel 1733 a San Giovanni Grisostomo, non conosciamo l’esatta ubicazione. A questi si devono aggiungere il Campo e il Ponte del le Becarie (anno 1748) in contrada di Sant’Agnese, una Calle del Becher a San Felice, un Sotoportego del Partido dei Vedei e il Partido dei Castrati, in Cannaregio.
GRANA (Campiello de la) a San Giobbe. “Kermes” o “grana di chermes” è la femmina di un insetto (coccus ilicis) che vive nelle montagne della Spagna e in Morea. Raccolto e seccato fornisce una delle materie coloranti più usate nell’antichità per produrre le “tinte rosse”, famose sotto il nome di scarlato veneziano. Il termine grana era già noto a Venezia nel XV secolo, leggendosi in un inventario di alcuni beni appartenuti ad Antonio Venier di Giovanni da San Geremia, redatto il 10 marzo 1483, “una vesta de pano paonazzo fodrada de zendado de grana con manege a chomedo”. Nel 1808 l’attuale Campiello de la Grana era denominato “Ramo Corte Chiovere”. Il nuovo toponimo venne imposto con delibera del Consiglio comunale del 29 dicembre 1922. (1)
(1) RICCARDO VIANELLO in Il Macello di San Giobbe. (VENEZIA, Marsilio Editori. 2006).
FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.