Fontana in Campo San Polo

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1852
Fontana di Campo San Polo

Fontana in Campo San Polo

Fontana a forma di colonna rotonda in ghisa, simile ad una palina de casada (palo da ormeggio signorile), con la parte superiore che termina con un cappello e una banana. La fontana è decorata con una testa di leone, dalla bocca del quale, tramite un piccolo ugello, fuoriesce l’acqua a getto continuo.

Campo San Polo. Questo campo è dei più spaziosi della città. In antico era uno dei bersagli di Venezia, e tale rimase fino all’ anno 1452, nel quale essendosi recati in questa città Federico III, il re d’Ungheria, ed Alberto duca d’Austria, ed avendo i nobili abitanti in San Polo concesse le loro stanze per alloggiare gli illustri personaggi, ottennero in compenso, che il bersaglio fosse rimosso. Nel 1493 fu il campo selciato, e provveduto di grande pozzo. Fin dai primi anni del secolo presente si tiene in questo campo il mercato ogni sabato, in luogo di tenerlo nella gran piana di San Marco, ove il povero ciarpame dei ferravecchi male si addiceva a quella magnificenza e nobiltà di luogo. E’ celebre questo campo per le caccio dei tori, che fino agli ultimi anni della Repubblica si davano in esso, come altresì cotali spettacoli si godevano nei campi di Santa Maria Formosa, di Santa Margherita, di Santo Stefano, di San Giovanni in Bragora, di San Giacomo dall’ Orio, di San Barnaba, di San Geremia, nonché nella magnifica Corte del Palazzo Ducale, e nella stessa Piazza di San Marco. Chi desiderasse leggere molte e curiose notizie intorno queste caccie, svolga il Cicogna, e la Cicalata anonima di Michele Battagia sulle Caccie dei Tori Veneziane, ove narrano ambedue una caccia fatta nel gennaio 1783 in questo campo, la quale riuscì uno spettacolo assai ridicolo, o, come dicono volgarmente, un rosto famoso: Non sono molti anni, che in questo campo fa perforato il primo pozzo artesiano in Venezia.

Chiesa di San Paolo Apostolo detto San Polo. Eretta l’anno 837 dal doge Pietro Tradonico e da Giovanni suo figlio. Da essa prese il nome tutto il circostante sestiere di San Paolo. Fu parrocchia fino al 1810, nel qual anno divenne chiesa succursale dei Frari. Si rifece la cappella maggiore nel 1586 dal piovano Antonio Gatta; ma tutto il resto della chiesa era irregolare. Nel 1804 David Bossi la ridusse alla lodevole forma presente. Il restauro fu compiuto nel 1838, mercé lo zelo del vicario di allora prete Francesco Galvani, che poi fu parroco dei Frari. E poco dopo fu consacrata dal patriarca Monica. Di pitture c’è uno sposalizio di Maria di Paolo Veronese. Il Tintoretto colori in due tele l’ultima Cena di Gesù Cristo, e la Vergine Assunta, con vari santi. Cinque quadri di Palma juniore e quattro di Giuseppe del Salviati accrescono decoro a questa chiesa. Inoltre Paolo Piazza ha una predicazione di San Paolo e San Silvestro papa che battezza Costantino. Da ultimo Domenico Tiepolo dipinse la tavola di San Giovanni Nepomuceno e la Via crucis nell’annesso oratorio del Crocifisso. Il campanile fu innalzato nel 1362: e nell’ultimo restauro della chiesa lo si adorno dell’orologio. Varie sono le opinioni storiche sui due antichi leoni scolpiti sulla porta di esso campanile: copiosa materia per gli eruditi. Tre illustri antichissimi parrochi ressero questa chiesa: Vital Michiele, eletto nel 1148 a vescovo di Castello: Lorenzo succeduto al patriarca Tommaso Morosini: e Pantaleone Giustiniani patriarca di Costantinopoli, morto nel 1286.

(1) BERNARDO e GAETANO COMBATTI. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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