La farmacia all’insegna dello Struzzo, sul Ponte dei Bareteri a San Salvador, nel Sestiere di San Marco

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Ponte dei Bareteri verso la Marzaria del Capitello. Sestiere di San Marco

La farmacia all’insegna dello Struzzo, sul Ponte dei Bareteri a San Salvador, nel Sestiere di San Marco

La farmacia all’insegna dello Struzzo era situata sul ponte dei Baretteri, verso la Marzaria del Capitello. Nel corso dell’Ottocento acquisì anche l’insegna (licenza) della spezieria ai Do Mori che stava in Campo San Salvador e quella del Pomo d’Argento in Calle dei Stagneri.

Antonio De Sgorbis fu uno dei più famosi farmacisti di questa farmacia. Nato a Montagnana nel 1631, venne a Venezia exaniato et Aprobato sotto il Priorato di Marchio Brochino spezier al Calese (calice).  Nell’anno 1669 egli era proprietario e speziale della spezieria all’insegna dello Struzzo. In questa spezieria era stato preceduto da farmacopei di bella fama come Giorgio Melichio uno dei fondatori del collegio dei speziali, Paolo Romani e Alberto Stecchini il primo e il terzo dei quali erano noti per le loro pubblicazioni. Il De Sgorbis ebbe il merito di aver raccolto in un grosso volume di oltre mille pagine, intitolato Nuovo et Universale Teatro Farmaceutico, una grande quantità di formule farmaceutiche con relative spiegazioni, e con una certa onestà intellettuale scrisse che molti di quei rimedi “che non sono fondati sopra effetti, ma nella immaginazione e possono essere chiamati medicamenti spirituali, li quali non restaurano il corpo, ma stimolano più tosto l’anima alla partenza, per essere privi di quelle virtù restaurative, credute falsamente“. Tra queste formule, dettate dal De Sgorbis, c’era anche l’elisir nobilissimo per la Venere, che richiedeva dopo aver distillato erbe, fiori e semi vari, cipolle di croco recenti, testicoli di galli, scinchi marini (rettili), cervelli di passeri e midolla di noce d’India, lo sciroppo che si otteneva serviva per rinforzare le parti genitali, accrescere la robustezza virile, per ristorare gli indeboliti dagli accessi del coito, ecc.

La farmacia allo Struzzo, una delle dodici farmacie Triacanti, era anche famosa per la produzione e la vendita dellacqua di belzuaro. Era questa un’acqua che si beveva dopo avere lasciato immerso un belzuaro (a) per una notte nel liquido. La si prendeva alla mattina a digiuno allo scopo di prolungare la vita; e per ogni bicchiere si pagava una moneta d’argento, e a quelli che prolungavano la cura, si accordava lo sconto di due bicchierate gratuite per ogni dieci.

Un altro prodotto dalla farmacia allo Struzzo era la Tintura di Ginepro, che ancora oggi si produce e si vende contro le cefalee, le infiammazioni delle vie urinarie, la gotta e l’arteriosclerosi, oltre ad essere utilizzata come rimedio per regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre i dolori associati alle mestruazioni. (1)

(a) I belzuari erano delle concrezioni lapidee che si trovavano nello stomaco o nel tubo enterico di vari animali; si davano la preferenza a quelli provenienti dall’Oriente e che si trovavano nello stomaco di un becco speciale. Specialmente presso gli Orientali i belzuari godevano fama di potenti alessifarmaci, o di rimedi infallibili per ogni sorta di mali. Il nome di belzuaro tolto dal persiano vuol dire antidoto contro il veleno.

(1) Girolamo Dian. Cenni Storici sulla Farmacia Veneta. Società fra i Compositori Tipografi (Venezia, 1900)

FOTO: Alfonso Bussolin e Venezia e Veneto Collana Schiapparelli. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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