Il Parco dell’Isola di San Servolo

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Il parco dell'Isola di San Servolo

Il Parco dell’Isola di San Servolo

L’isola. L’Isola di San Servolo è caratterizzata da un vasto complesso architettonico e da un bellissimo parco. L’isola fu per un millennio sede monastica e successivamente ha ospitato i malati di mente fino a quando la riforma della psichiatria ha portato alla chiusura dell’ospedale (1978). Il primo insediamento risale alla fine del ‘600 quando un gruppo di monaci Benedettini si rifugiò nell’Isola allora angusta e paludosa. Dal 1647 il complesso venne offerto ad un gruppo di monache Benedettine, Domenicane e Francescane provenienti dall’Isola di Candia. In seguito il Senato della Repubblica decise di utilizzare anche l’isola di San Servolo per ospitare i numerosi feriti che confluivano a Venezia dai luoghi degli scontri con i Turchi. La funzione medica fu delegata ai Padri ospedalieri di San Giovanni di Dio, oggi Fatebenefratelli. Da quel momento la storia dell’isola può essere ricostruita in linea con l’atteggiamento assunto dall’autorità costituita nei confronti del fenomeno delle malattie invalidanti in generale e della follia in particolare. La Provincia di Venezia, oggi Città Metropolitana di Venezia, ha conservato la proprietà dell’isola avviando, a partire dagli anni ’90, il suo recupero architettonico custodendola e valorizzandola attraverso la sua società in house San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia (1)

Il parco. L’area scoperta di San Servolo risulta organizzata per zone variamente circoscritte e di diversa estensione, formatesi a seguito della dinamica evolutiva degli eventi architettonici. Le aree scoperte più antiche sono quelle interne al convento, mentre le rimanenti sono superfici di terreno interposte ai padiglioni realizzate successivamente. Sviluppatosi nei secoli, il parco è parte integrante dell’Isola di San Servolo e si caratterizza più che per la forma dei giardini, per la presenza di alcuni alberi molto antichi. Dalla palma delle Canarie, che svetta appena sbarcati in Isola, alle grandi piante di agave americana e all’altissima palma di Chusan, di origine giapponese, dal tiglio europeo al bagolaro “spaccasassi”, dal platano ibrido alla safora dorata, dai grandi pini d’Aleppo, che a causa di un fortunale si protendono inclinati quasi a terra, al secolare ulivo e agli alberi di ailanto, alternati a grandi arbusti di pittosporo. Il Parco di San Servolo conserva inoltre le tracce di un frutteto rustico, viva testimonianza del passato conventuale dell’Isola, da sempre coltivata da monaci, suore e patri ospedalieri. Questo grande parco restituisce all’isola la sua originaria vocazione monastica e di studio. (2)

(1) http://sanservolo.servizimetropolitani.ve.it/lisola/

(2) www.patrimonio.cittametropolitana.ve.it/immobile/giardino-dellisola-di-san-servolo

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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