Ponte de la Comenda, sul Rio de Sant’Antonin

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Ponte de la Comenda, sul Rio de Sant'Antonin - Castello

Ponte de la Comenda, sul Rio de Sant’Antonin. Fondamenta San Giorgio dei Schiavoni – Fondamenta dei Furlani

Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, balaustre in mattoni. Sui due fianchi del ponte, al centro dell’arco, uno stemma ottocentesco in pietra con un leone marciano. Restaurato nell’anno 2000.

Chiesa della Commenda. L’ordine militare dei Templari ebbe in Venezia due chiese ed un monastero adiacente: l’una a Santa Maria in Broglio, e questa dedicata a San Giambattista del Tempio. Abolito quell’ordine nel 1319; dal pontefice Clemente V, passarono tutti i suoi beni in potere dei cavalieri Gerosolimitani, detti poi di Rodi e finalmente di Malta. La chiesa di San Giovanni dei Friulani e l’annesso convento, che apparteneva alla religione dei Sangioannitì, rimasero incolumi sino a che durò la Repubblica; e l’ordine restò posseditore della sua legittima sovranità sulle isole italiane di Malta e Gozzo.

Finita la Repubblica, tolto all’ordine il governo delle isole, la chiesa fu profanata, divenne prima deposito dei quadri tolti al le chiese distrutte, poi delle banche e di altre suppellettili della corte. Il convento bellissimo e l’orto vasto furono dati a pigione; nel convento fu una stamperia e per sino una sala di spettacoli. Della chiesa restavano le nude muraglie, che a mala pena reggevano il tetto; il convento andò in rovina. Quando dal Governo presente si promulgò la provvide legge per la quale si alienarono i beni dello stato, la chiesa e il convento dei Sangioanniti si ordinò che fossero venduti all’incanto.

La maestà dell’imperatore e re Ferdinando I statuì di restituire al nostro regno il decoro della sacra milizia gerosolimitana. Nell’anno 1839 fu instituito il Gran Priorato Lombardo-Veneto, al gran priore pro tempore fu concessa una commenda del reddito annuo di fiorini duemila, da non poter godersi che dai sudditi del regno, si restituiva all’ordine la chiesa ed il convento, e gli si accordavano i privilegi che constano dalla sovrana patente. Al Gran Priorato del regno Lombardo-Veneto vennero uniti i ducati di Modena, Parma, Lucca, e posteriormente anche il Piemonte, e fu permessa l’istituzione di commende gentilizie di giuspatronato, delle quali parecchie sono già fondate.

Il lavoro durò tre anni; la chiesa fu interamente rinnovata, il convento riordinato. La chiesa è semplice, ma nobile. Il Governo vendette all’ordine l’altar maggiore, che era nella distrutta chiesa di San Geminiano, ed è opera del Sansovino, ricco di marmi preziosi. Mancava la mensa e fu ricostruita sullo stile del Sansovino con somma diligenza; vi si collocarono le tre statuette che vi erano, due belle, la terza opera di scalpello inferiore . . . In una galleria che fiancheggia la chiesa, si collocarono le lapidi che erano sull’antico pavimento. Sono molte e belle: due importantissime. Una è opera fatta nel rinascimento dell’arte e rappresenta la Madonna, Santa Caterina, San Giambatista e due altri santi con un cavaliere in ginocchioni in alto rilievo; l’altra pure del quattrocento, ed ha la figura di un cavaliere giacente vestito con l’abito conventuale. Né l’una ne l’altra hanno iscrizione; la seconda però, giusta l’opinione del Cicogna, giudice competente, pare fosse il sepolcro di un friere della casa patrizia Contarini, vedendosene lo stemma ai piedi.

Il convento fu riordinato interamente, conservando la gran sala e l’appartamento peri ricevimenti e l’archivio. Si rinnovò la memoria dei ricevitori dell’ordine residenti in Venezia dal secolo decimosesto in poi, ridipingendone gli stemmi sulle pareti della gran sala; e si preparò il luogo per quello dei gran priori . . . (Sagredo, Ammiglioramenli di Venezia). (1)

(1) BERNARDO e GAETANO COMBATTI. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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