Magistrature per il Commercio

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Magistrati. Sala dell'Avogaria. Palazzo Ducale

Magistrature per il Commercio

Inquisitor sopra le Arti. Le opere dell’ingegno e dell’industria furono in ogni tempo protette in Venezia, come la pesca, la pastorale, l’agricoltura, la metallurgica, le arti del fabbro, del lanificio, della vetraria, della scia, ec. Un collegio detto delle arti ne correggeva gli abusi. Ed affinché in questa materia i desideri del senato fossero pienamente sodisfatti, e fossero poste in vigore le leggi del commercio contenute in codici, che si chiamavano mariegole o matricole, fu concessa nel 1707 la sorveglianza generale ad un magistrato, che si chiamò inquisitor alle arti sopra le arti e viveri con l’autorità, rito, e segretezza del senato, e contro gli abusi e difetti in cadaun genere di commestibili. ( V. Giustizia vecchia.)

Officiali al Cattaver. ( V. Magistrature di polizia)

Consoli dei Mercanti. Allorquando Venezia fioriva in commercio e ricchezze, circa la metà del secolo XIII, venne istituita questa magistratura composta di tre cittadini estratti, dopo il 1633, dal corpo di uno dei consigli dei XL. Gli oggetti di mercatura e commercio, e le controversie a ciò relative erano suoi attributi principali. Dopo la creazione dei cinque savi alla mercanzia, e dei sopra consoli, i suoi diritti vennero ristretti in più angusti confini. Per il decoroso mantenimento dei consoli si ordinò di estrarre il due per cento sopra le merci, e questa angheria ebbe nome di cottimo, e gli esattori si chiamarono visdomini.

Visdomini al Fondaco dei Tedeschi. Presso il ponte di Rivo alto, dove ora vi sono la Direzione del Censo e l’Intendenza di Finanza, esiste un grande fabbricato che era un tempo di proprietà della nazione alemanna, che commerciava in Venezia, e dove i Tedeschi tenevano abitazione e fondaco di mercanzie. Ivisdomini avevano il diritto doganale. (V. Consoli dei mercanti.)

Sopraconsoli dei Mercanti. Magistrato superiore a quello dei consoli dei mercanti, dei quali abbiamo precedentemente parlato. Da lui dipendevano i fallimenti e le analoghe discipline, e le cose dei pegni. Davano sicurezza ai debitori che non sarebbero imprigionati.

Provveditori e Sopraprovveditori. Fu questa magistratura instituita nel secolo XV per la decisione delle cause dei banchieri coi mercanti: vegliava al banco-giro di Venezia, a quello del Ghetto, ed ai banchi di pegno. A lei si notificavano le scritture di compagnie mercantili, sentenziava delle medesime e delle cedole di banco, e così degli atti in appellazione del depositario al banco-giro.

Depositario al Banco-giro. Era mallevadore delle somme in danaro depositate nel banco veneziano di cui era presidente. Aveva cura dei libri, dei quaderni, dei ragionati, delle partite sì dei mercanti, che dei privati, che affidavano al banco stesso il loro danaro, e di tutto ciò che al banco-giro apparteneva.

Cinque Savi alla Mercanzia. Era questa magistratura importantissima, essendo che per oggetti di commercio aveva relazioni con le potenze straniere dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. Scriveva ad ambasciatori e residenti veneti. Tutti i maggiori affari e la disciplina in questo argomento, e così in quello dei tabacchi, erano da lei dipendenti e regolati, e da lei i mercatanti ricevevano le patenti di navigazione. Giudicava per singolar privilegio i sudditi della Porta ottomana. Le sue leggi e le sue carte, a chi fosse amante di scrivere del commercio veneziano, sarebbero utilissime.

Deputati alla Regolazione delle Tariffe Mercantili. Negli ultimi tempi della cadente repubblica fu questo magistrato instituito, perché caldamente si adoprasse a dare novelle forme al commercio, ad esempio delle straniere nazioni, ed a riparare ai danni sofferti da tanti ostacoli e lunghe vicissitudini, quante si contano dal finire del secolo XV al XVIII.

Esecutori, Savi e Collegio alle acque. (V. Magistrature di polizia) (1)

(1) AUTORI VARI. Venezia e le sue lagune, Volume I. Stabilimento Antonelli Venezia 1847.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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