Pozzo in Corte Bressana, nel Sestiere di Castello

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Pozzo in Corte Bressana, nel Sestiere di Castello

Pozzo in Corte Bressana, nel Sestiere di Castello

Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata con quattro archi sui lati e quattro vele agli angoli. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica convessa. (1)

Corte Bressana. Non è inverosimile che dopo conquistata Brescia dalle armi venete (anno 1426), alcuni abitanti di quella città  siano venuti a stabilirsi in Venezia, per essere in salvo dalle vicende della guerra, e in ogni evento sicuri dalle persecuzioni del duca di Milano, ed abbiano messa stanza negli edifici di questa calle.  

Nella corte si vede un antico pozzo che da vicino rassomiglia ad un capitello di colonna stragrande, come quelle della Piazzetta di San Marco. Nel lato del pozzo, che è verso il campo, vedi una donna coronata, avente al fianco sinistro un leone, cui pare ella accarezzi e riceva sotto il suo manto. Il lato opposto, nel mezzo, dall’alto al basso non è lavorato, e pare appoggiasse a qualche muro. Gli altri due lati hanno un’arme gentilizia fra grandi fogliami, com’è tra fogliami la suddetta donna. Ai quattro angoli del pozzo sono quattro teste, quelle davanti di leone, quelle di dietro una di femmina e una di uomo. Non è difficile che la donna (che forse sarà coronata di torri, non potendosi ben distinguere perché nel capo è logorata di molto) rappresenti la città di Brescia, che lieta accoglie il nuovo padrone, e che le armi gentilizie siano di un qualche primario cittadino Bresciano, amico dei Veneziani e loro favoreggiatore in quella impresa. Quanto alle due teste di dietro, l’una potrebbe essere di quel cittadino, l’altra forse di sua moglie.* Questa opinione, qualunque essa sia, è nostra: mera opinione e tale che lascerei desiderio di una migliore. (2)

* Questa vera da pozzo venne trasferita nel 1883 nel Museo Correr.

(1) ConoscereVenezia

(2) Bernardo e Gaetano Combatti. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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