La voglia di melone di Maddalena, moglie di Giacomo Castagna mercante di tele

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Ponte dei Bareteri. Sestiere di San Marco

La voglia di melone di Maddalena, moglie di Giacomo Castagna mercante di tele

Marco Foscarini fu eletto doge il 31 maggio 1762 e come di consuetudine il 12 agosto si fece la funzione del solito tributo che l’arte dei fruttaroli offriva ad ogni serenissimo doge. Durante tutto il giorno antecedente nella Scuola di San Giosafat a Santa Maria Formosa fu esposta al pubblico il tributo dogale che consisteva in alcune centinaia di meloni di smisurata grandezza adorni di fiori e di banderuole con il leone di San Marco. Nella seguente mattina, all’ora che fu dall’arte stabilita, cominciò la processione.

Alla processione, che veniva da Santa Maria Formosa, San Lio, San Bartolomio, Mercerie, accorreva moltissima gente e ci volle andare anche Maddalena, sposa da qualche anno di Giacomo Castagna, mercante di tele, panni e cambellotti a San Zuane Novo. Lo sposo volle accontentarla, ma essendo la Maddalena incinta e non volendo esporla alla folla del popolo, pregò un suo amico che teneva bottega in Marzaria San Zulian, di permettergli di collocare la moglie al passaggio della processione. E così fu fatto.

La giovane attenta ammirava le corbe e i piatti d’argento ricolmi di meloni, e ne sentiva il profumo sottile e l’acquilina le veniva alla bocca … ma ad un tratto divenne pallida e stava quasi per cadere svenuta. Interrogata confessò unica causa di quel malore improvviso la voglia di uno di quei meloni di così rara bellezza. Appena lo sposo udì la causa del male, si lanciò in mezzo alla processione e senza riflettere a quello che faceva, prese da un piatto d’argento il melone più bello, ma il fruttaiolo proprietario fu svelto a ghermirlo e tira da una parte e tira dall’altra, allo sposo rimase il manico ed al proprietario il frutto.

La scena si svolse in un attimo, il fruttaiolo riacquistato il melone mutilato ripigliava il suo posto e la processione continuava. Intanto sul bel piatto d’argento qual povero melone, così mal ridotto, faceva una ben triste figura e la folla vedendolo rideva, e la notizia si sparse rapidamente fino a giungere a palazzo mentre la processione saliva la scala dei Giganti per recarsi nella sala dei Banchetti.

Lo sposo frattanto, con il manico del melone in mano, ritornò dalla sua Maddalena e glielo presentò in maniera che quella credentolo l’intero melone si riebbe del tutto; fu condotta allora nel vicino caffè al Ponte dei Bareteri, da Menegazzo al “Trovatore“, per un cordiale e dove tagliato a fettine le fu servito il manico famoso in attesa di un vero melone che alcuni parenti erano corsi ad acquistare. Ma poco dopo Bernardo Agustini, il gastaldo dell’arte dei fruttaiuoli, seguito da un facchino con una cesta contenente due bei meloni veniva da parte del Serenissimo doge ad offrirli alla sposa con l’augurio gentile di essere presto una “bona mare“. (1)

(1) A.M. IL GAZZETTINO, 13 gennaio 1924

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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