I ventoli veneziani

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Tiziano Vecelio. Signora in bianco (con ventolo). Staatliche Kunstsammlungen Dresden. Dresda

I ventoli veneziani

La ventola ebbe una gran parte della vita della donna veneziana del secolo decimosesto. Usata dapprima nelle pompe ducali e dalle dame più ricche, divenne ben presto assai popolare. In un documento del 1520 troviamo citato “uno menego de ventaglio lavorato alla damaschina” e nelle opere del Vecellio, del Franco e del Bertelli si trovano ventole fornite di piume preziose che si appendevano con una catenelle alla cintola. Ma la Repubblica, come sempre vigilante su tutto, considerato lo sfarzo che assumevano i ventoli, pubblicò una legge del Senato 8 ottobre 1562 che poibiva “gli ventagli di ogni sorta di penne, o d’altra sorte et di maggiora valuta di ducati quattro“.

Tolto il lusso delle piume e dei merletti, vennero applicate al cartoncino certe figure incise tolte dalla vita veneziana, spesso ridicola e spesso in caricatura, con motti salaci illustrativi e con versetti satirici. Così si diceva “roba da ventoli” a che si rendeva ridicolo, “e l’andar sui ventoli” a colui che era capro espiatorio di qualche canzonatura.

In un “ventolo” che accoppiava due figure di accattoni, l’uno gobbo e l’altro cieco di un occhio, il cieco diceva al gobbo: “Caspita compar, molto bonora, col cargo su le spalle se’ andà fora ..“, ed il gobbo pronto “Nell’osservar da vu serà un balcon, ben me ne accorzo che gavè rason!“.

Spesso la ventola riproduce scene veneziane, come la confezione della famosa teriaca e scrive: “D’antidoto glorioso in ogni locho, meglio è tacerne assai, che dirne pocho“.

Verso la metà del settecento si posero da parte i soggetti umoristici e satirici e furono allora riprodotti sui ventoli i quadretti del Longhi, le telette delle dame, i convegni al caffè e persino la laguna ghiacciata del 1787.

Na il ventaglio a stecche, venuto dalla francia e che si apriva a semicerchio, fu il terribile concorrente alla ventolo tradizionale che poveretta! per il suo gran buon marcato rimase democratica compagna del popolo che vedeva in essa riprodotte le sue scene, i suoi tipi, i suoi costumi.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 30 ottobre 1923.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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