Il Cancelliere Grande
Già fin dal 1268, il Maggior Consiglio istituiva il Cancellier grande e decretava che dovesse spettare al solo ordine dei cittadini originari il diritto esclusivo di conseguire tale ufficio, uno dei più importanti e più cospicui della Repubblica, perché era a vita e godeva prerogative e privilegi speciali.
Egli era il capo della cancelleria ducale, primo fra tutti i segretari del Governo, aveva libero accesso in ogni consiglio della Stato e in qualsiasi cerimonia, precedeva i senatori e seguiva soltanto i procuratori di San Marco e la Signoria. Vestiva toga di scarlato, percepiva determinate e laute rendite, aveva alla sua nomina solenne e pubblico ingresso, alla sua morte funerali pari a quelli del doge e veniva fregiato del titolo di cavaliere con stola d’oro e di parecchi diritti nobiliari, tranne però quello del voto deliberativo nei Consigli.
Era il primo dei cittadini originari e l’aristocrazia, mantenendo intatto il proprio privilegio di supremazia governativa, aveva in lui un compiacente aiuto e un valido sostegno alla sua politica. “Sua Eccellenza“, com’era chiamato il Cancellier grande, era quasi parte integrale del governo della Serenissima; in lui i cittadini originari riconoscevano il capo intelligente, sagace, giudizioso, che a tanto onore era salito per meriti veri e non bugiardi. (1)
(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 18 dicembre 1932.
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