Il Caffè Quadri, sotto i portici delle Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco

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Caffè Quadri. Portici delle Procuratie Vecchie. Sestiere di San Marco

Il Caffè Quadri, sotto i portici delle Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco

Come il caffè Florian divenne presto il re dei caffè delle Procuratie Nuove, così il Quadri conquistò il primato su quelli delle Procuratie Vecchie. In confronto al Florian ebbe natali tardi ed incerti; quando il corfioto Giorgio Quadri, donde il suo nome, acquistò la proprietà delle tre botteghe poste all’angolo tra il Sotoportego dei Dai, che fa da sbocco in piazza alla Calle dei Fabbri e vi installò la sua azienda, esse avevano acquisito probabilmente l’anzianità medesima del Florian; da ciò l’incertezza della datazione, che può oscillare fra i primi lustri e la fine del Settecento.

Anche il Quadri pervenne al successo, conquistato innanzi tutto in virtù della sua ubicazione sul passaggio obbligato di un intenso movimento pedonale e con una diramazione alle spalle (nella calle retrostante alle Procuratie), che offriva la comodità di un ingresso celato dall’ombra, e dalla specialità che vi serviva cioè il caffè alla turca.

 Inutile cercare quando e come il Quadri si ritirasse dagli affari, sappiamo ad ogni modo che alla sua uscita il caffè conservò il nome ormai celebre, anche quando nel 1830 lo acquistarono i fratelli Vaerini, i quali con la loro attività intelligente e viva ne fecero salire di molti gradi la fortuna, nonostante la disavventura che gli toccò di essere prescelto dalla ufficialità austriaca per le proprie ricreazioni in piazza.

Sotto gli austriaci il caffè prese il nome si chiamava Caffè civile e militare, e sulla porta che conduceva alle sale, nel Sotoportego Cappello, era scritto in tedesco Cafè-haus, con la rivoluzione si chiamo Caffè della Guardia civica, poco tempo dopo si chiamò Caffè dei Lombardi, poi nuovamente Caffè della Guardia civica.  

Quando nel 1858 i proprietari del Florian dettero principio alla trasformazione del loro caffè, i fratelli Vaerini ordinarono a lo stesso ingegnere Cadorin, che aveva eseguito i lavori al Florian, qualcosa di simile a quello eseguito per quel caffè.  

Il Cadorin si mise all’opera modificando la disposizione delle sale, alzando i soffitti; affidandone la decorazione al Casa, il quale in uno degli ambienti dipinse a tempera le stagioni figurate, un altro lo organizzò in stile moresco, includendo quattro pannelli a muro rappresentanti la Legge, la Pace, la Guerra e la Ricchezza, un altro ancora lo ornò con due grandi quadri che avevano per oggetto il Commercio dei Veneziani in Levante e dei Levantini in Venezia. Deteriorate dal tempo queste opere vennero sostituite in principio del secolo scorso e cedettero le pareti ad evocazioni settecentesche del pittore Ponga. (1)

(1) GINO DAMERINI in Caffè letterari. Canesi Editore 1962

FOTO: Alfonso Bussolin e da https://www.histouring.com/strutture/caff-quadri/. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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