Un tesoro nascosto nella Chiesa di San Lorenzo, nel Sestiere di Castello
Nel 1592 si cominciò a disfare la chiesa di San Lorenzo per poterla ricostruire, e nel disfarla due miracoli successero: l’uno fu che la volta della Cappella di Santa Candida cadde improvvisamente dall’alto al basso con quattro uomini sopra, che vi lavoravano con muri pietre e travi, e nessuno di loro ebbe nocumento immaginabile. L’altro fu che profondando molto per cavar alcune grandi pietre, ritrovarono due zare piene di monete moresche d’oro di grandezza alcuna di esse di due zecchini, d’oro purissimo impresse con caratteri arabici.
È opinione di molti, che queste siano state ricchezze dei dogi Michieli, date in salvo alla sorella monaca in questo monastero, mentre il popolo tumultuava contro Vitale Michiele, e l’uccisero. Domenico prese Tiro, e lo saccheggiò assieme con molte isole dell’Arcipelago; onde se ne ritornò alla patria carico di spoglie ricchissime. Si venne in cognizione di queste monete d’oro per uno di quelli operai, che confessò per scarico dell’anima sua, che ne aveva avuti in parte trentadue pezzi; onde presi i compagni con grandissima fatica se li cavò dalle mani in più volte 400 pezzi, e se ne salva nel detto monastero per memoria alquante, delle quali però in oggidì ne rimangono solo due, che a suo luogo vengono esattamente espresse. (1)
(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).
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