L’osteria del Bo’, e il prete bestemmiatore messo in “gheba”

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Calle del Bo a San Matteo di Rialto. Sestiere di San Polo

L’osteria del Bo’, e il prete bestemmiatore messo in “gheba”

Dal volume 27 dei Diari del Sanudo, togliamo un caso curioso accaduto nel 1519.

Un giovane prete della Chiesa di San Cassiano, entrato una sera del maggio di quell’anno in un’osteria di Rialto detta del Bo’, vi si trattenne in compagnia di alcuni amici che se la passavano allegramente giocando alle carte. Avvenne che uno di essi uscisse in una grossa bestemmia e che gli altri, compreso il povero prete, non solo imitassero lo sciagurato compagno, ma facessero a gara a che le tirava più sconce.

Fu denunziata la cosa al Consiglio dei Dieci, il quale fece arrestare e punire tutti i colpevoli, eccetto il prete contro il quale doveva sentenziare il Patriarca.

Perciò il colpevole la mattina del 24 maggio 1519 “justa la sententia fata” fu tradotto sopra un peata (chiatta) in giro per il Canal Grande per manifestare la propria colpa. Sbarcato poi a Rialto e ricondotto proprio in quell’osteria, gli fu posta la lingua in giova (strettoio), e finalmente chiuso nella famosa cheba (gabbia), fu sollevato ed appeso al campanile di San Marco. Secondo la sentenza doveva starvi dieci giorni e quindi essere trasferito in prigione a pane ed acqua per anni dieci.

Ma la madre di lui, che ogni giorno si recava sotto la cheba con il pretesto di confortarlo, gli portava invece i ferri per segare le sbarre, onde (dice il Sanudo) “li deva spale che segasse”.

In capo a sei giorni il lavoro fu felicemente condotto a termine: cosicché la notte del 30 maggio il prete si calò con una fune in Piazza e “fuzite via”.

Disse allora il popolo: “L’oselo è ussito di cheba“. E la gabbia vuota fece bella mostra di sé fino al 18 di giugno, giorno in cui fu levata.

(1) P. B. IL GAZZETTINO, 19 dicembre 1923.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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