Il servizio antincendi a Venezia dal secolo XVII

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Giovanni Grevembroch. Gli abiti de Veneziani di quasi ogni età con diligenza raccolti e dipinti nel secolo XVIII. Elemento contro elemento.

Il servizio antincendi a Venezia dal secolo XVII

L’origine della pompa, o tromba come era meglio conosciuta, è molto antica.

Il Torricelli nel 1648 dimostrò luminosamente che l’innalzamento dei liquidi con le pompe, è dovuto alla pressione atmosferica.

Assai più tardi queste pompe subirono una grande trasformazione per merito specialmente degli Inglesi, ed allora fu possibile utilizzarle per gettare acqua sugli incendi. Il nuovo sistema prese il nome, non già pompa o tromba, ma quello di Macchina Idraulica.

La Repubblica di Venezia le adoperava fin dal secolo XVII, il che fa pensare che Venezia sia stata la prima ad usarle in Italia.

La materia incendi manteneva desto l’interessamento dei governanti poiché in questa città, con le sue anguste calli, con le case addossate le une alle altre, gli incendi prendevano proporzioni spaventose per modo che gli amministratori di ciò preoccupati non cessarono in ogni tempo di escogitare nuovi mezzi per arginarli.

In due incendi sviluppatisi, il primo nel 1687 il 20 maggio nella Calle Venier in Frezzaria, ed il secondo il 24 dicembre del 1690 a San Moisè, un meccanico di nome Francesco Chiappani adoperava per l’estinzione un apparecchio chiamato Edificio da Fuochi, per il quale la Repubblica gli assegnò l’attestato di pubblica munificenza.

Successivamente nel 1717 giunse a Venezia da Vienna un opuscolo del padre Coronelli, cosmografo ed idraulico al servizio dell’Imperatore Carlo VI d’Austria, contenente alcuni disegni di macchine idrauliche in uso in quella capitale.

Arriviamo così al 1729, nel quale anno la Repubblica aveva appreso che in Inghilterra, ed a Londra specialmente, usavano con ottimo profitto una macchina idraulica costruita da un ingegnere di nome Giovanni Gray.

Gli amministratori scrissero a Girolamo Vignola, ambasciatore a Londra, per averne notizie.

Il Vignola con l’ing. Giacomo Leoni, italiano, che pure si trovava a Londra, riferiva alla Repubblica che la macchina del Gray, già brevettata da S.M. il Re, era un ottimo mezzo per estinguere gli incendi ed era usato in Inghilterra fin dal 1712.

La portata della pompa del Gray, variava da 40 a 185 galloni d’acqua al minuto, pari a litri 181 a 838 secondo la grandezza, ed il getto raggiungeva un’altezza di 80 piedi pari a m. 24,384.

Gli amministratori di Venezia allora acquistarono per 50 lire sterline la macchina idraulica di Londra, che fu collocata nell’Arsenale, e successivamente il Senato della repubblica con decreto 19 ottobre del 1736 deliberava di far costruire dal fonditore Sigismomdo Alberghetti 12 di quelle pompe, con qualche modificazione, le quali collocate nei conventi religiosi della città (San Stefano, San Salvadore, San Francesco della Vigna, Santi Giovanni e Paolo, Frari, Servi, Carmelitani Scalzi, Gesuati, Madonna del Carmine e Teatini) in consegna ai pievani. Le macchine idrauliche dovevano essere adoperate solamente dalle maestranze dell’Arsenale, organizzate in apposite squadre per quel servizio.

Queste macchine idrauliche furono modificate nel 1777, anno in cui la Repubblica decretava la formazione stabile del Corpo dei Pompieri di Venezia.

Nel 1871 il Comune di Venezia per sopperire meglio alle esigenze del servizio, acquistò dalla ditta londinese Merryawe.

Da allora scomparivano a poco a poco le pompe a mano che per lunghi anni avevano tenuto il campo. (1)

(1) Silvio Melega. IL GAZZETTINO ILLUSTRATO, 29 luglio 1928.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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