Fabbrica di orologi Junghans, nell’Isola della Giudecca

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Campo Junghans, nell'Isola della Giudecca

Fabbrica di orologi Junghans, nell’Isola della Giudecca

Nell’Isola della Giudecca, precisamente all’estremità del Rio del Ponte Longo sorgeva un convento dei Carmelitani con una piccola chiesa denominata Sant’Angelo, risalenti al 1500.

Nel 1768 il convento e la chiesa venivano chiusi. Nel 1841 la chiesa diventava cappella privata della famiglia Cogo, mentre nel 1867 la ditta Battisti attivava nell’ex convento un’officina di conterie con fornace per tiratura di canna e fornelli di arrotondamento. La fornace per la tiratura della canna era localizzata al centro dell’area, lontana dagli edifici; la caldaia nel lato estremo di ponente verso la laguna, mentre i fornelli di arrotondamento erano a ridosso del muro confinante con la chiesa. La ditta prese misure precauzionali contro possibili incendi, onde evitare pericoli all’edificio della chiesa. I fornelli avevano una muratura armata in ferro, i fumaioli si valevano nella parte superiore di tubi di ferro; i locali erano forniti di ventilazione forzata per ridurre il tasso di nocività.

Nel 1878 nelle vicinanze della conteria, precisamente nell’area compresa tra Corte Grandi e il Rio del Ponte Longo sorgeva una fabbrica di orologi. Lo stabilimento fu fondato dalla ditta F.lli Herion, Agenti Generali per l’Italia della Gebrüder Junghans di Schramberg, nel Würtemberg. Nel 1899, Arturo Junghans entra a far parte della ditta che, col nome “Arturo Junghans e Hans Herion” fu condotta sino al 2 aprile 1901; in seguito essa cambio ulteriormente composizione, trasformandosi in “Fabbriche riunite di orologerie di Junghans, Herion e Thomas Haller”. Nel 1903, Herion si staccava dalla ditta, che continuò tuttavia come “Arturo Junghans”. Fu posta sotto sequestro sino al 1922 in concomitanza con gli eventi bellici. La gestione veniva ripresa dallo Junghans sino al 30 giugno 1923, quando fu trasformata in società per azioni “Società Anonima Arturo Junghans”.

I fabbricati delle officine coprivano una superficie di 5000 mq circa, su due piani; altri 2000 mq erano coperti da vasti magazzini; unica in Venezia, questa società possedeva (e tuttora possiede) presso le officine, altri 3000 mq con case operaie, abitate da dipendenti della fabbrica. La maestranza, completamente veneziana, anzi nella maggioranza, giudecchina, comprendeva intorno agli anni trenta oltre 500 addetti, circa metà donne e metà uomini.

L’industria all’inizio era un semplice laboratorio di montaggio di parti importate dall’estero, ma progressivamente raggiunse una propria autonomia di produzione. Nel 1943 venne abbattuto il convento di Sant’Angelo, dove era ubicata la primitiva conteria, per consentire l’ampliamento della fabbrica Junghans. Il nuovo edificio è a pianta semicircolare e vi si concentra ancora oggi l’attività produttiva. La Junghans era la maggior industria in attività nel centro storico, contava più di 650 addetti e la sua superficie si estendeva per circa 20000 mq. (1)

La fabbrica continuò la sua attività, specializzata nella fabbricazione di ordigni bellici (soprattutto mine), fino alla sua chiusura nel 1971. Negli anni duemila, dopo un restauro che ne convertì l’uso, negli stabili della fabbrica sono stati aperti un teatro (2005) e dei complessi residenziali (2008), conservando entrambi il nome storico di Junghans. (2)

(1) Venezia, città industriale. Gli insediamenti produttivi del 19° secolo. Marsilio Editori, 1980

(2) https://it.wikipedia.org/wiki/Ex_Fabbrica_Junghans

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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