La giustizia a Venezia; I Signori di notte

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Magistrati veneziani, Sala dei Censori, Palazzo Ducale

La giustizia a Venezia; I Signori di notte

Sembra il titolo di un romanzo di appendice, ma invece i Signori di notte era una istituzione che la Repubblica dal 1249 aveva creato per la sicurezza delle strade, ed i giovani patrizi incaricati dall’assunto, con seguito di guardie, giravano di notte la città a tutela dell’ordine pubblico ed a garanzia delle leggi emanate.

Vinta nel 1310 la congiura Quirini-Tiepolo e dopo le condanne per i minori congiurati fra i quali i Balduino, la cui casa domenicale situata a San Simeone, di fronte a Santa Lucia, per decreto pubblico, doveva tenere la porta sempre aperta, simbolo d’infamia. Né con gli anni andò dimenticata la curiosa deliberazione; il 22 agosto 1375 i Dieci ordinarono ai Signori di notte di far si che la porta maggiore di Cà Balduino stesse aperta di giorno e di notte, per il fatto di Belmonte Tiepolo, arpesandola a tal uopo con buono e grosse catene di ferro, incastrate nella pietra viva. E quel simbolo d’infamia, sotto la sorveglianza dei Signori di notte, solito la sorveglianza, durò per il Balduino più di un secolo, poiché soltanto nel 1422 fu votata la grazia del Consiglio dei Dieci, cessando così uno dei più curiosi esempi di pena ignominosa.

Ma se i Signori di notte avevano dovere di sorveglianza, avevano anche il potere di giudicare, e di difatti troviamo nel 1502 una sentenza, emanata dai Signori di notte, che il Sanuto chiama sentenza molto notanda.

Certo Alvise Benedetto, popular che stava a S. Zanipolo, aveva una bellissima sposa che costringeva a prestarsi per prezzo alle altrui voglie ed il guadagno teneva scripto in libro et con chi. Una sera la sposa fu sorpresa da Marco Morosini, signore di notte, ed interrogata, la donna raccontò ogni cosa. Preso allora il marito si decretò: ch’e el detto beccho sia vestido de zalo, e con una corona de corne in testa, sia menà per la terra, su un aseno, a noticia de tutti, e così fu fatto. Il colore giallo era segno di vituperio, poiché fin dal 1490 era uscita una legge che obbligava tanto le meretrici, quanto i lenoni, a vestire di giallo per essere da tutti conosciuti.

Giacomo Casanova, il famoso avventuriero ebbe spesso da fare con i Signori di notte per le sue prodezze notturne, ma sempre ne usciva furbo com’era, per quel benedetto rotto della cuffia. Però nel 1755 il Casanova, d’ordine dei Dieci, prendeva dimora gratuita nel Palazzo Ducale, sotto i piombi. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 3 luglio 1923.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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