La Scuola della Passione, in Campo dei Frari, nel Sestiere di San Polo

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Scuola della Passione, Campo dei Frari - Sestiere di San Polo

La Scuola della Passione, in Campo dei Frari, nel Sestiere di San Polo

Nel Campo di Santa Maria Gloriosa dei Frari sorgeva nel Cinquecento la Scuola della Passione, la più importante confraternita religiosa dopo le famose sei Scuole Grandi di San Marco, San Teodoro, San Rocco, San Giovanni Evangelista, Santa Maria della Carità e Santa Maria della Misericordia.

Quando venisse fondata la scuola non si sa di preciso, solo la storia ricorda che nel 1305 si raccoglieva nella Chiesa di San Giuliano, ma poi con l’andare del tempo, sorta questione con la fabbriceria, i fratelli della Passione pensarono da acquistare per conto proprio una casa che potesse ospitarli. Difatti con istrumento 18 marzo 1572, in atti di prete Giacomo Manoli, comperarono in Campo dei Frari uno stabile, “cum belle stanze et uno grande horto” (a), e in parte ricostruitolo con comodi adattamenti all’uso della Scuola, ne presero possesso il 12 settembre dello stesso anno.

Nella sua nuova sede la “Scuola di Passion” crebbe non solo d’importanza ma pur di ricchezza poiché le vennero parecchi lasciti e aumentò di molto il numero dei confratelli, tanto che passò sotto la giurisdizione del Consiglio dei Dieci godendo gli stessi privilegi delle Scuole grandi. Così nella sera del Giovedì santo la Scuola della Passione si recava processionalmente in Piazza San Marco (b) e, sola privilegiata tra le tante Scuole piccole, si metteva al seguito delle sei Confraternite maggiori e con esse “a una hora di notte, co i lumi accesi et con molta divotione va in chiesa a reverir il sangue miracoloso di Christo“.

In quell’occasione la Scuola faceva sfoggio di vasi e di teche d’oro e d’argento, di ricchi doppieri, del bel gonfalone rosso, di molte torce e il guardiano ed il vicario, per speciale concessione, erano vestiti il primo di panno cremisino, l’altro di panno paonazzo come quelli delle Scuole grandi, ma con le maniche strette anziché alla ducale.

Gli ori e gli argenti della piccola Scuola adescarono spesso le voglie dei ladri, ma sempre invano poiché durante la notte un confratello a turno dormiva nella sala terrena. Però l’ostinazione ladresca finì col rimaner vittoriosa e narra la “Pallade Veneta“, giornale settimanale che si pubblicava a Venezia nel 1724, che fu quell’anno “la mattina di venerdì, 8 gennaio, sacrileghi ladri entrarono nella Scuola della Passione ai Frari e mentre il nonzolo suonava in campo il campanello della Messa e preparavasi il prete nella sacrestia levarono dall’altare due piccoli vasi d’oro et uno grando d’argento con reliquie e partiti inosservati lasciarono con detestabile sprezzo quell’ossa venerate sopra una balconata di una bottega a San Zuane Evangelista“.

Il Consiglio dei Dieci alla notizia del sacrilegio delitto pubblicò subito a Rialto e San Marco un bando che prometteva trecento zecchini a colui che avesse dato il ladro nelle mani della giustizia, mentre la Scuola della Passione ricuperate le reliquie ordinava tre giorni di cerimonie espiatorie nella sua chiesetta.

Il 24 gennaio si presentava nella bottega di Marin Pesato, orefice in Ruga Rialto, tale Antonio Sutta d’anni 32 proponendo la vendita di un piccolo vaso d’oro che il Pesato riconobbe, da una piccola sigla, proprietà della Scuola derubata. Chiamati i fanti, l’individuo venne arrestato: sottoposto a tortura confessò il furto e il sacrilegio e per sentenza dei Dieci il 5 febbraio fu “decapitato, squartato, bruciato“.

La Scuola della Passione venne soppressa nel 1806, il demanio ne sequestrò le rendite; gli ori e gli argenti sparirono per incanto e oggi, unico ricordo rimane solo l’architettonica facciata (1).

La Scuola aveva vicino al Ponte dei Frari, verso la riva del Rio dei Frari, un cippo porta pennone per stendardo, spostato nel 1828 a lato dell’ingresso principale della Chiesa dei Frari. Sul lato frontale del cippo è scolpita, in bassorilievo, una croce sul monte Calvario, con lancia e spugna e le lettere S. e P. (Scuola della Passione), sono anche incise le scritte: “FATTA DEL ANO MCCCCLXX”, “RENOVATA ADI 20 MARZO MDCCLXV”, e “RIPOSTA QUI LI 27 APRILE 1828 DA D.V.Z.”.

(a) La Scuola della Passione acquistava dalla Scuola Grande della Misericordia, quella che era stata la sede della scuola di Santa Maria dei Mercanti e San Francesco, rimasta libera dopo l’unione di questa antica scuola con quella di San Cristoforo dei Mercanti alla Madonna dell’Orto.

(b) Doveva però rispettare le precedenze, quindi non poteva uscire in strada se non dopo che fosse passata la Scuola di San Rocco.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 22 luglio 1928.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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