Le “scoazze” (spazzature) gettate nei rii

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Campo Santa Sofia - Sestiere di Cannaregio

Le “scoazze” (spazzature) gettate nei rii

Un bando a stampa dei Provveditori di Comune del 18 agosto 1558 aveva proibito “la mala consuetudine usata per li famigli et massere di buttar ruinazzi, sconceze et altre immunditie nei rii et sopra le strade pubbliche, non volendo quelle portar alli luochi soliti, cossa che è dannosa et vergognosa atterrandose li rii et buttando adosso le persone che transitano“. I trasgressori erano minacciati, non soltanto di pene pecuniarie, ma persino di “esser frustadi a torno la contrà” dove fosse avvenuta la contravvenzione. La rigorosa osservanza del decreto era stata affidata al Magistrato delle Acque da cui dipendevano i nettadori di sestiere i quali dovevano con parecchi birri sorvegliare e riferire per la condanna che veniva data dai Provveditori. Il 25 agosto cominciarono le denunce che in solo tre giorni salirono ad una rispettabile cifra: settantadue nel sestiere di Dorsoduro, cento a Castello, centocinquanta in Cannaregio ed i Provveditori visto che la multa di un ducato non correggeva il vizio, pensarono di ricorrere ai rimedi estremi.

Il 2 settembre, in rio de Santa Sofia verso il Canal Grande, dalle case dei Priuli veniva gettato in canale un cesto pieno di ruinazzi et altre immundizie, e conosciuta la colpevole in una massera de cha’ Priuli, tale Sgualda da Campalto, la fecero arrestare. Rinchiusa nella cason dei Santi Apostoli, venne condannata a dieci colpi di frusta. Il patrizio Polo Priuli, offrendo la somma di dieci ducati, cercò di salvar la massera ma invano: i Provveditori di Comune volevano dare un esempio. Il 4 settembre Sgualda fu condotta in campo Santa Sofia “et sora un soler” ricevette sul dorso nudo i dieci colpi di frusta, mentre il banditore ad ogni colpo gridava: “Per haver butà ruinazzi et sconcezze in Rio de Santa Sofia con danno dil canal et vergogna di la terra“. La povera Sgualda, fatta segno a tutte le satire della contrada dovette per qualche tempo rifugiarsi a Campalto, ma nemmeno questo esempio, dice il Sanudo, “tolse dil tutto il malo costume di le massere“. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 30 settembre 1926.

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Campo Santa Sofia, Ponte Priuli, Campo Santa Sofia, Rio de Santa Sofia o Priuli, Campo Santa Sofia, Rio de Santa Sofia o Priuli, Palazzo Priuli Scarpon.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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