Pozzo nel chiostro del Seminario Patriarcale, nel Sestiere di Dorsoduro

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Pozzo nel chiostro del Seminario Patriarcale, nel Sestiere di Dorsoduro

Pozzo nel chiostro del Seminario Patriarcale, nel Sestiere di Dorsoduro

Vera: in marmo rosso di Verona a forma cilindrica divisa in sei settori da altrettanti modiglioni in pietra d’Istria. Base: base esadecagonale a due gradini. Copertura: lastra metallica piana. La struttura in ferro serviva per reggere la carrucola. (1)

Seminario Patriarcale. Alla custodia della Chiesa della Salute, vennero eletti dal Senato i Padri della Congregazione di Somasca, i quali quivi appresso avevano avuto le pubbliche scuole e il seminario. Il p. Giangirolamo Zanchi, che ne era il generale, ricchissimo che era del suo, rivolse ogni studio perchè la casa che si doveva innalzare, rispondesse alla magnificenza della Chiesa, e aggiungesse nuovo ornamento al Canal Grande. E la cosa avvenne a seconda del desiderio che ne aveva, sceltone architetto il medesimo Longhena. E si rese quegli sì benemerito nella erezione del nuovo edificio, che al ritratto che vedremo di lui, dipinto da Gregorio Lazzarini, se ne volle aggiunto il fregio della facciata.

Il dì 4 gennaio dell’anno 1670 si permise ai Padri Somaschi di fabbricare le pubbliche scuole, dando ai deputati della chiesa il carico di vigilare, perchè a quella dovesse corrispondere in tutte le sue parti il nuovo edificio. Nel dì 14 del febbraio dello stesso anno il modello dato dai padri per la dilatazione della loro casa veniva approvato: se non che il dì 22 di aprile ne si sospendeva la esecuzione. Venuto il dì 13 di maggio, si approvò un nuovo modello, al quale si è comandato che conforme s’innalzasse l’edificio della fabbrica del monastero. Per l’innalzamento del quale che amplissimo ne doveva essere, il dì 5 di febbraio dell’anno 1672 si comandava dal medesimo Pregadi, che venisse sgomberato il vicino magazzino del sale; datasi poi il dì 29 di luglio dell’anno seguente ai Somaschi la permissione di pigliare a livello seimila ducati per continuare nella fabbrica della loro nobilissima Casa.

Volevano essi unirla alla chiesa con un piccolo muro, il che ne fu vietato nell’anno 1692 il dì 19 di novembre. Trasportatone qui il Seminario nel 1817, tosto si credette e dovette pensare altrimenti; e con la direzione dell’architetto Mezzani ne si eresse quel decoroso conveniente muro. Le quattro statue grandiose di marmo carrarese sovrapposte ai pilastri sono opere di Orazio Marinali, le quali erano ornamento al maggiore altare della chiesa delle monache dette delle Vergini, e ci vennero donate da monsignor canonico Antonio Miani: la quinta statua, pure in marmo di Carrara, è si bene condotta che par lavoro del Vittoria, la quale rappresenta il Salvatore risorto, ne fu acquistata e donata dal Patriarca Francesco Milesi.

Né altre carte, le quali pertengano a questo edificio, si ritrovarono nell’Archivio Generale: eccetto, con la data del dì 9 di luglio dell’anno 1703, una quietanza di mastro Domenico Mazzoni ai Padri della Salute per la costruzione del pozzo nel cortile interno. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giannantonio Moschini. La Chiesa e il Seminario di Santa Maria della Salute. Con i tipi di Giuseppe Antonelli (Venezia, 1842)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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