Salizada Sant’Antonin e Salizada del Pignater, sul Rio de Sant’Antonin o dei Corazzeri

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Salizada Sant'Antonin e Salizada del Pignater, sul Rio de Sant'Antonin o dei Corazzeri - Castello

Salizada Sant’Antonin e Salizada del Pignater, sul Rio de Sant’Antonin o dei Corazzeri

La Salizada Sant’Antonin e la Salizada del Pignater vennero realizzate nel 1805 mediante l’interramento del Rio de Sant’Antonin. Il Rio de Sant’Antonin o dei Corazzeri partiva dal Rio de la Pietà e con un percorso sinuoso, da ovest ad est, confluiva nel Rio de San Martin. Aveva due fondamente, una che lo seguiva dalla chiesa di Sant’Antonin alla Calle del Forno Vechio, e l’altra sul lato opposto del rio, dal Palazzo Gritti Badoer alla Calle dei Corazzeri. Aveva quattro ponti, due privati che lo attraversavano all’altezza della Chiesa di Sant’Antonin, e due pubblici; il Ponte de la Morte all’altezza della Calle de la Morte e il Ponte dei Corazzeri all’altezza della Calle dei Corazzeri. (1)

La chiesa di Sant’Antonino, ex parrocchiale, fu eretta dalla famiglia Badoara nel secolo VII. Venne poi rifabbricata nel 1680, come s’impara dall’iscrizione posta sul prospetto. Ora serve di succursale a San Giovanni in Bragora. Il suo campanile sorse circa alla metà del secolo trascorso, poiché il parroco Antonio Fusarini, morto nel 1762, è detto sulla pietra sepolcrale “auctor sacrae turris”.

Questa chiesa nel 1819 fu teatro d’ una strana avventura. In essa si riparò un grosso elefante scappato, con gran timore della popolazione, dal suo serraglio sulla Riva degli Schiavoni. Non valendo le palle da fucile ad ucciderlo, fu d’uopo ricorrere agli artiglieri, che, appuntata una colubrina, lo fecero finalmente cadere esanime al suolo. Il fatto inspirò l’Elefanteide del celebre Buratti.  

In parrocchia di San Giovanni in Bragora mori il 27 agosto 1576 un Geronimo de Piceo corazer, ed altri di tali artieri stanziavano nella prossima parrocchia di San Martino. Esisteva una legge del 1347,  con cui si ordinava che nessun spader, marzer, od altra persona che non fosse corazer potesse lavorare di corazze, coprirle di nuovo, o venderne, ma soltanto acconciarle, sotto pena di lire 100 da pagarsi alla Giustizia vecchia. (2)

(1) ConoscereVenezia Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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