Rio Terà San Vio

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1958
Rio Terà San Vio - Dorsoduro

Rio Terà San Vio

Il Rio Terà San Vio venne realizzato in tempi remoti mediante l’interramento di un rio che correva da est a ovest, probabilmente dal Rio de la Fornace al Rio de le Toresele. (1)

La chiesa parrocchiale dei Santi Vito e Modesto, volgarmente San Vio, fu eretta nel 912, come vogliono alcuni, dalle famiglie Magno e Vido, e, come vogliono altri, dalle famiglie Vido e Balbi. Sprofondatosi in seguito il terreno della medesima, assegnò il senato, a riattarla, sussidi, ed alcuni marmi tratti dalle case atterrate di Bajamaonte Tiepolo, sopra il quale il giorno di San Vito del 1310 si aveva riportato vittoria. Stabilì ancora, in segno di gratitudine, che ogni anno, nel giorno dedicato a detto santo, questa chiesa venisse processionalmente visitata dal doge e dalla Signoria con le sei Scuole Grandi, i regolari, le congregazioni del clero, ed il capitolo dei canonici di Castello, e che fosse dato poscia uno dei solenni banchetti a quanti avevano seguito il doge nella visita.

La chiesa di San Vito si chiuse nel 1808, e nel 1813 si demolì del tutto. Il proprietario del fondo dove sorgeva, Gaspare Biondetti Crovato, prese ad innalzare colà nel 1864 nuova cappella sopra disegno di Giovanni Pividor, nella porta della quale volle posti in opera alcuni frammenti marmorei della chiesa antica, già appartenenti alle case del Tiepolo. Questa cappella venne aperta il 25 giugno 1865.

In Campo di San Vito nacque nel 1288, ed abitò fino alla morte, la beata Contessa Tagliapietra, patrizia Veneta. Narrano gli scrittori ecclesiastici che, non volendo la di lei famiglia che ella si recasse da un sacerdote della chiesa di San Maurizio, con cui diceva d’intrattenersi in spirituali colloqui, proibì una volya alle barche appostate alla riva di San Vito di traghettarla oltre il canale, ma che la beata, steso un lino sopra le acque, miracolosamente passò a piede asciutto all’altra sponda. La casa di Contessa si atterrò nel 1354 per far più bella veduta, dice il Barbaro, al dose et alla signoria, i quali si recavano, come dicemmo più sopra, a visitare annualmente la chiesa di San Vito.  (2)

(1) ConoscereVenezia Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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