Ponte del Gheto Novo, tra il Rio de San Girolamo e il Rio de la Misericordia

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Ponte de Gheto Novo, tra il Rio de San Girolamo e il Rio de la Misericordia - Cannaregio

Ponte del Gheto Novo, tra il Rio de San Girolamo e il Rio de la Misericordia. Fondamenta dei Ormesini – Campo Gheto Novo

Ponte in ghisa; struttura in ghisa, bande in ghisa a volute e motivi geometrici. Sui fianchi del ponte, sopra un arco, è impressa la scritta “FONDERIA VENETA SAN ROCCO VENEZIA”, mentre sulle balaustre è impressa la scritta “E.G. NEVILLE E G.O 1865”. (1)

Qui si stendeva anticamente un tratto di terreno, chiamato il getto, o il ghetto, perchè, come scrive il Temanza nell’Illustrazioni all’Antica Piazza di Venezia, era la sede delle pubbliche fonderie, ove si gettavano le bombarde, e del magistrato presidente alle stesse.

Tali fonderie esistevano fino dal secolo XIV, leggendosi in una Parte del 29 maggio 1306: “Cum tempore quo diminuta fuerunt salaria, fuisset diminutum solarium Nicolao Aymo qui est officialis ad Ghettum ecc”.

Avevano cessato di esistere però nei primordi del secolo XV, poiché nel 1458 un Gasparino De Lon, avente l’età di 50 anni, citato come testimonio in una contesa giurisdizionale fra il parroco di San Geremia, e quello dei Santi Ermagora e Fortunato, dopo aver detto che il luogo “ideo vocabatur el getto quia erant ibi ultra duodecim fornaces, et ibi fundabatur aes”, soggiunse che si ricordava di aver veduto quelle fonderie nella sua puerizia, e che “erant deputati tres domini ad eundem locum et offitium, prout sunt ad alia offitia, et erant scribanus et alii officiales, et vivebant ceatum personae quoddamodo ex ilio offitio”.

Dal documento medesimo si rileva che il ghetto era chiuso tutto all’intorno, o che, per mezzo di una porticella, e di un piccolo ponte attraversante il rivo, si passava ad un terreno vicino, ove si solevano accumulare le macerie delle fornaci. Anche questo secondo riparto, o per la vicinanza al primo, o perchè là pure si fossero in seguito stabilite alcune fonderie, si disse il ghetto, ed ebbe l’aggiunta di nuovo alfine di contraddistinguerlo dall’altro, che prese il nome di vecchio.

Perciò il Sabellico circa il 1485 così scrisse “…. sublicivm…. Hieremiae pontem revise, ubi cum transcenderis, ad laevam ftectito. Hic subito dextera occurrit aerificina vetus, patrio sermone jactum vocant, locus hondie magna ex parte dirutvs. Ex ea insula in campum undiqve aedificiis clausum ponte transcenditur. Est is undique ut insula circumfluus; recentiorem jactum nominant. Tenuis virus Hieronymi aram inde dividit”.

Tanto il Ghetto Vecchio, quanto il Nuovo si destinarono nel 1516 per abitazione agli Ebrei, ed essendo stata Venezia forse la prima città a voler divisi gli Ebrei dai Cristiani, od almeno trovandosi gli Ebrei più numerosi a Venezia che altrove, il nome Ghetto divenne celebre così da passare a tutti gli altri luoghi di terraferma, e degli altri stati anche, ove i figli d’Israello vennero costretti ad abitare insieme. Ai medesimi poi nel secolo XVII si concesse un terzo riparto prossimo agli altri due, il quale, usandosi già la voce ghetto ad indicare un luogo destinato a soggiorno degli Ebrei, assunse la denominazione di Ghetto Novissimo. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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