Ponte de Cà Bernardo, tra il Rio de le Do Torre e il Rio de San Polo

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Ponte de Cà Bernardo tra il Rio de le Do Torre e il Rio de San Polo - Dorsoduro

Ponte de Cà Bernardo, tra il Rio de le Do Torre e il Rio de San Polo. Calle del Scaleter – Calle de Cà Bernardo

Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, bande in ferro ad archi e losanghe. (1)

Torreggia presso questo ponte un palazzo archiacuto che apparteneva anticamente alla patrizia famiglia Bernardo, e che poi passò in proprietà dei Gelsi.

La famiglia Bernardo venne fra noi da Roma, oppure dalla Trevigiana, in epoca sì remota da produrre tribuni, e sempre dimostrassi benemerita dello Stato. Era un Francesco Bernardo nel 1303 capitano di grossa nave armata contro Andronico imperatore di Costantinopoli. Un altro Francesco, nel 1545, mercanteggiando in Albione, giunse a conchiudere la pace fra Francesco I re di Francia, ed Enrico VIII re d’Inghilterra. Creato perciò cavaliere da entrambi e largito di annuale stipendio, vi rinunziò tostoché fu di ritorno in patria, a servigio della quale sostenne poi importanti impieghi.

La famiglia Bernardo ebbe pure altri soggetti che levarono bel grido di sé specialmente nelle guerre contro gli Infedeli. Né qui va taciuto di quel Pietro ben noto per la singolarità del suo testamento, fatto il 30 ottobre 1515. Ordinava egli che, appena morto, venisse lavato nell’aceto più squisito, e quindi unto con muschio, per il valsente di 40 ducati, da tre medici dei più famigerati, ai quali si dessero in compenso tre zecchini belli e ruspi per ciascheduno; che fosse deposto con aloè ed altri aromi in una cassa di piombo, ove potesse giacere comodamente, la qual cassa si rinchiudesse in altra grossissima di cipresso, così bene serrata ed impeciata da non potersi aprire se non rompendola; che venisse collocato in un’arca di marmo del valore di 600 ducati, in fronte della quale dovessero scolpirsi otto esametri, contenenti le di lui grate in carattere maiuscolo da leggersi alla distanza di 25 piedi, col premio al poeta di un zecchino ogni due versi; che sopra l’arca si scolpissero il Padre Eterno, ed egli, Pietro Bernardo, genuflesso, di forme così grandi da sembrare a venticinque piedi di distanza un uomo d’alta statura; che dualmente si celebrassero in un libro di ottocento versi le glorie della sua famiglia, e si componessero sette salmi ad imitazione dei Davidici con altre orazioni, da cantarsi ogni prima domenica del mese da venti frati, al rompere dell’alba, innanzi al di lui sepolcro.

Queste prescrizioni non furono scrupolosamente eseguite. Il Bernardo morì nel 1538, e venti anni dopo gli si innalzò in chiesa ai Frari un elegante monumento lombardesco, che si attribuisce ad Alessandro Leopardi. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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