Calle Venier e Calle de l’Ochio Grosso a San Martino (Castello)

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Calle Venier a San Martino (Castello)

Calle Venier e Calle de l’Ochio Grosso a San Martino (Castello)

VENIER (Calle) a S. M. Formosa. Mette ad un’antica fabbrica di stile archiacuto, tuttora posseduta da un ramo della patrizia famiglia Venier. Questa fabbrica era un tempo posta in comunicazione colla Fondamenta del Rimedio mediante un ponte distrutto il 2 maggio 1851.

Il Cappellari cita molti autori che fanno discendere i Venier dalla gente Aurelia di Roma, a cui appartennero Valeriane e Gallieno imperatori. Lasciamo di buon grado agli autori suddetti tutta la fede di tale asserto, sapendo bene quanto l’adulazione abbia prevalso nel fissare le origini delle famiglie patrizie di Venezia. Bene crediamo che i Venieri si ritrovassero fra noi fino dai primi tempi, e che fondassero o restaurassero molte delle nostre chiese. Essi ebbero lungo dominio sopra Cerigo e Paros, isole dell’Arcipelago, e sopra Zemonico, castello della Dalmazia, nonché per qualche tempo sopra il castello di Sanguinetto nel Veronese. Produssero vari prelati insigni, tre dogi, diciotto procuratori di S. Marco, e gran numero di capitani generali, e d’uomini celebri nelle lettere, e nelle magistrature. Il primo dei dogi Venier, cioè Antonio, eletto nel 1382, si fece ammirare per la sua esemplarissima giustizia. Aveva egli un unico figlio, di nome Luigi, che, come corse fama, amoreggiava una gentildonna, ammogliata al patrizio Giovanni dalle Boccole. Insorta fra gli amanti questione, Luigi in compagnia di Marco Loredano, giovane al pari di lui sconsigliato, si recò di notte alla casa della dama, posta a S. Ternita, e vi attaccò alla porta due teste da caprone, aggiungendovi ingiuriose parole.

Sdegnato il marito, lo querelò la mattina susseguente ai tribunali, i quali condannarono i rei, oltreché a 100 ducati di multa, a due mesi di prigionia. Il doge confermò la sentenza, e benché Luigi cadesse in seguito gravemente ammalato, non fece un sol passo per liberarlo, sicché l’infelice dovette morire in prigione. Altro genere di gloria si meritò Sebastiano Venier, pur egli doge di Venezia nel 1577, per essere stato nel 1571 condottiero della flotta cristiana contro il Turco nella famosa giornata delle Curzolari, ove rimase ferito di freccia in un ginocchio, ed ove ebbe a compagno del suo valore il nipote Lorenzo, che in seguito, fatto generalissimo di mare, affrontò ed arditamente respinse l’armata Spagnuola comandata dal duca d’Ossuna, viceré di Napoli, la quale tentava d’inoltrarsi nell’Adriatico per assistere gli Austriaci fautori degli Uscocchi.

Tale azione fece si che Lorenzo il 30 maggio 1618 venisse eletto procuratore di S. Marco. Né gli allori poetici mancarono a questa famiglia; potendo essa vantare nel solo secolo XVI cinque poeti, cioè i due fratelli Lorenzo e Domenico, Luigi e Maffeo, arcivescovo di Corfù, figliuoli di Lorenzo, nonché Marco, uno tra gli amici di Veronica Franco.

Altri sentieri di Venezia portano il nome della famiglia Venier.

OCCHIO GROSSO (Calle, Ramo del) a S. Martino. Un Zuan Carlo Occhio Crosso fo de m. Antonio notificò nel 1566 di possedere insieme al nipote Marcantonio, figlio di suo fratello Tommaso, una casa dove abitava, ed altre sette case con alcune botteghe in parrocchia di S. Martino. (1)

(1) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

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FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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