Chiesa di San Leone IX Papa vulgo San Lio

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Chiesa di San Leone IX Papa - Castello

Chiesa di San Leone IX Papa vulgo San Lio

Storia della chiesa

Si rese sommamente benemerito della città di Venezia il Santo pontefice Leone IX, per aver nel concilio Romano protetta la causa del Patriarcato di Grado contro le ingiuste pretese di Gotebaldo; patriarca di Aquileia; nel qual sinodo con apostolica liberalità conferì a Domenico patriarca gradese il sacro pallio, e soggettandogli i vescovi della Venezia e dell’lstria, gli concesse facoltà di farsi portare avanti inalberata la croce: prerogativa che passò poi nei suoi successori. Dopo ciò, come registra nella sua Cronaca il Dandolo, si portò il santo papa a Venezia, ove accolto con riverenza ed amore dal doge e dai cittadini, venerò nel suo sepolcro il corpo dell’evangelista San Marco, e concesse così alla Basilica Ducale, che agli altri pii luoghi indulgenze, ed ecclesiastici privilegi.

Morì poi il santo pontefice nell’anno 1054, onorato da Dio con miracoli: onde i Veneziani memori dei benefici da lui ricevuti, a di lui onore eressero, o più tosto riedificarono una chiesa, la quale, come si rileva dalla tradizione, e da forti congetture, era prima dedicata alla vergine e martire Santa Caterina: di cui tuttora si vede espressa l’immagine e nella tavola dell’altare maggiore, e nelle portelle, che servono a chiuder l’organo, leggendosi anche negli antichi libri corali della chiesa lìuffizio della santa formato con antifone, ed inni particolari.

Trascorsi cinque secoli in circa dalla sua riedificazione, ritornò la chiesa a dimostrare manifesti i pregiudizi del tempo perciò principio del XVI secolo rinnovata con le elemosine dei fedeli dai fondamenti, fu poi nel giorno 22 di settembre dell’anno 1619 decorata dell’ecclesiastica consacrazione per mano di Luca Stella allora arcivescovo di Zara.

Il corpo di Santa Faustina martire, ed altre insigni reliquie di Santi martiri tratte dai Cimiteri di Roma, decorosamente si custodiscono negli altari di questa chiesa.

Badoaro della patrizia famiglia Badoara essendo nell’anno 1109, vicario della Chiesa Parrocchiale di San Leone (così si chiamavano a quei tempi molti piovani) insieme con Giovanni e Pietro suoi fratelli donò alla congregazione cluniacense la chiesa di Santa Croce di Luprio, di ragione di sua famiglia; per cui credettero falsamente alcuni scrittori, che l’antica chiesa della Croce fosse soggetta alla chiesa parrocchiale di San Leone.

Si annoverano pure fra i piovani di questa chiesa Costantin Loredano primicerio della Ducale Basilica di San Marco, e Antonio Mileto, il quale circa l’anno 1433, come scrive il Sanuto nella sua Cronaca, fu eletto vescovo di Mileto. (1)

Visita della chiesa (1839)

E ad una sola nave questa chiesa, e nel primo altar alla destra offre Nostra Donna tra i Santi Giuseppe, Agostino e Francesco d’Assisi nell’alto ed al piano i Santi Giovanni evangelista, Domenico e Marina: pittura del buon tempo bensì, ma non di una buona maniera. Nel secondo altare sono ripetuti i santi Giovanni evangelista e Giuseppe con i Santi Antonio, Valentino e Lucia.

Degna di particolar riflessione è la seguente cappella ornatissima di marmi e d’intagli sullo stile dei Lombardi eretta a spese del senatore Jacopo Gussoni. Sul bellissimo altare si ammira una tavola di eletto marmo dove a mezzo-rilievo si esprime l’Addolorata con quattro santi.

La tavola della cappella maggiore con Cristo morto ed i Santi Leone, Giovanni Battista ed Agostino è di Jacopo Palma. Al fianco destro di chi guarda vi è un quadro con la Lavanda dei piedi, opera del miniatore Alessandro Merli, mentre all’altro fianco Pietro Vecchia fece Cristo in croce con molti astanti. Buon tocco aveva quel Vecchia! È di Lodovico Gallina la tavola, con Santa Barbara, ed i Santi Luigi Gonzaga e Vincenzo nell’altra cappella laterale.

Sopra la porta della sacrestia vedi il monumento ad Andrea figlio di Pietro Pisani morto nel 1669.

L’altare seguente ha una buona tavola d’ignoto, col Padre Eterno, Nostra Donna e vari santi; finalmente nell‘ ultimo altare è opera della tarda età di Tiziano Vecellio la tavola coll’apostolo San Jacopo in atto di camminare. Troppo è stata distrutta questa pala dalla mano dei restauratori perché appieno si possa discernere la sapienza posta da Tiziano in si bella figura: la grandiosità del carattere non pertanto, la dottrina del colorito saranno rinvenute da chi la esamini con attenzione.

Domenico Tiepolo dipinse il soffitto della chiesa a fresco col trasferimento alla gloria del santo titolare.

Non si vuole preterire essere sepolto in questa chiesa il celebre oratore Girolamo Trento morto nel 1784, siccome non si vogliono reterire le scuole già addette a questa chiesa: prima quella del Santissimo, la quale per lascito de nobile Giuseppe Persico dispensava sei grazie all’anno da 25 ducati onde monacare o maritare fanciulle della contrada. Altro lascito di Pietro Massari aveva nesta scuola, tramite il quale nel giorno dell’Ascensione si regalavano 10 ducati a quelle fanciulle che pubblicamente avessero recitata la dottrina cristiana. Vi era poi a scuola della Madonna di Loreto, quella dei cappellai sotto il titolo di San Jacopo ; e quella dei Tira-oro sotto quello di Santa Barbara. (2)

Eventi più recenti. Il Convento

Oggi il convento ospita l’Ospedale civile di Venezia. È articolato intorno a due chiostri e a un cortile. Ad est si trova il dormitorio dei frati, attraversato da un lunghissimo corridoio su cui si aprono le celle. Lo scalone del Longhena si caratterizza per i magnifici intarsi marmorei; la biblioteca conserva ancora il bellissimo soffitto ligneo di Giacomo Piazzetta (1682), con dipinti di Federico Cervelli. Attualmente il convento domenicano ha sede in quella che era la Scuola di Sant’Orsola. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

(3) https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_dei_Santi_Giovanni_e_Paolo_(Venezia)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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