Famiglia Gritti

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Stemma della famiglia Gritti. Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Gritti

Variano, come al solito, i genealogisti nel fissare l’origine della famiglia Gritti, alcuni volendola venuta da Candia, come il Trissino, nell’Orazione al doge Andrea Gritti (Roma 1534); altri, come il Frescot, deducendola da Altino; altri ancora, giusto il Malfatti, originandola parte da Musestre e parte dall’Oriente, e, da ultimo, con errore manifesto, vari altri la dissero venuta da Acri, dopo la presa di quella citta fatta dal sultano d’Egitto. Il Cappellari, che reca tutte queste disparate sentenze, incomincia lo stipite di essa casa da Giovanni Gritti, che nel 1101 si trovò all’impresa di Acri, ducando Ordelafo Faliero. Molti chiarissimi personaggi uscirono dalla famiglia in discorso, vuoi nelle armi, e nella toga, o nel sacerdozio, o nelle lettere. (1)

Un Giovanni Gritti nel 1104 fu tra i primi capitoni all’impresa d’Acri in Soria. Un altro Giovanni nel 1300 venne eletto arcivescovo di Corfù, del qual grado troviamo pure rivestito un Andrea, secondo cugino di Giovanni, nel 1425. Un altro Andrea cinse il capo del corno ducale nel 1523. Egli aveva reso, come generale, grandi servigi alla patria nelle guerre contro l’Impero e la Francia. Nel 1509 scacciò gli imperiali da Padova, e nel 1512 ritolse Brescia ai Francesi. Ma nell’anno stesso fu battuto, e fatto prigioniero da Gastone di Foix, che riconquistò Brescia. Condotto a Parigi, rese destramente Luigi XII favorevole ai Veneziani, e conchiuse nel 1513 una lega vantaggiosa con questo principe.

Come doge, si dichiarò or per la Francia, or contro di essa, attendendo a riavere le possessioni perdute dai Veneziani in Italia. Andrea Gritti ebbe un figlio naturale, per nome Luigi, che seppe in tal guisa cattivarsi l’affetto di Solimano, imperatore dei Turchi, da divenire quasi l’arbitro della monarchia. Dopo aver seguito il sultano all’assedio di Vienna, ed aver combattuto al suo fianco, venne dal medesimo nel 1533 dichiarato palatino di Ungheria, e governatore di quel regno. Infelice però fu la di lui fine, poiché, fatto uccidere il vescovo di Varadino, cadde in mano degli Ungheri sollevati, che nel 1535 lo decapitarono con due figli, uno dei quali era vescovo di Agram, ed eletto arcivescovo di Strigonia. (2)

Lo scudo gentilizio usato dai Gritti è diviso di azzurro e di argento, con una crocetta pure d’argento sopra l’azzurro. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Andrea Gritti. Doge LXXVII. Anni 1523-1538

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Riva di Biasio, 1305 (Santa Croce) – Campo San Francesco de la Vigna, 2786 – (Castello) – Calle drio la Pietà, 3701 (Castello) – Campo Rialto Novo, 480 Chiesa di San Giovanni Elemosinario (San Polo) – Campo Bandiera e Moro o de la Bragora, 3608 (Castello) – Rio de San Francesco de la Vigna, 2785 (Castello) – Salizada Sant’Antonin, 3492 (Castello) – Fondamenta de le Burchiele, 420 (Santa Croce).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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