Famiglia Gritti
Gritti. Variano, come al solito, i genealogisti nel fissare l’origine della famiglia Gritti, alcuni volendola venuta da Candia, come il Trissino, nell’Orazione al doge Andrea Gritti (Roma 1534) ; altri, come il Frescot, deducendola da Altino; altri ancora, giusto il Malfatti, originandola parte da Musestre e parte dall’Oriente, e, da ultimo, con errore manifesto, vari altri la dissero venuta da Acri, dopo la presa di quella citta fatta dal sultano d’Egitto. Il Cappellari, che reca tutte queste disparate sentenze, incomincia lo stipite di essa casa da Giovanni Gritti, che nel 1101 si trovò all’impresa di Acri, ducando Ordelafo Faliero. Molti chiarissimi personaggi uscirono dalla famiglia in discorso, vuoi nelle armi,
e nella toga, o nel sacerdozio, o nelle lettere.
Lo scudo gentilizio usato dai Gritti è diviso di azzurro e di argento, con una crocetta pure d’argento sopra l’azzurro.
Il doge Andrea Gritti nacque nell’aprile 1455 in Bardolino, villaggio del territorio veronese, da Francesco di Triadano e da Vienna Zane. In tenera età, rimasto orbo del padre, l’avolo prese cura della di lui educazione, collocandolo nelle scuole di Padova; ed in breve tempo, avendo fatto rapidissimi progressi negli studi, divenne uno dei più costumati e dotti personaggi della sua età, onore della casa; e tanto che l’avolo seco il condusse nelle varie ambascerie che sostenne nell’Inghilterra, in Francia e nelle Spagne, e fu suo conforto e delizia. Viaggiò poi Andrea a Costantinopoli, ed ivi, fermatosi alcun tempo, attese ai commerci, per i quali arricchì grandemente, e ripatriato, menò a moglie Benedetta, figlia di Luca Vendramino. Sennonché, mortagli questa poco dopo, ritornava Andrea ai commerci in Costantinopoli, ove, scoppiata guerra, solo ebbe facoltà di rimanervi, tanto era l’amore che cattivarsi seppe dai Turchi. Ma avendo egli informato i Veneziani delle mosse guerresche nemiche, scoperto, fu rinchiuso in prigione privato d’ogni suo avere; e colà stette finché si venne a trattato di pace, al quale Andrea ebbe mano, per cui si recava in patria, ritornando quindi a Costantinopoli il 3 marzo 1503 per la conferma. In premio dell’opera sua fu creato consigliere, e quel medesimo anno mandato ambasciatore a Giulio II, per gratularlo nella sua assunzione al pontificato. Fu indi eletto del consiglio dei Dieci, poi savio grande, l’anno 1505 podestà di Padova: due anni appresso fu provveditore dell’esercito nella guerra contro l’imperatore Massimiliano; e del 1509 li 12 aprile fu creato procurator di San Marco de supra, in luogo del defunto Marc’Antonio Morosini. Nella guerra mossa dalle armi collegate a Cambrai, fatto provveditore il Gritti, conservò Trevigi e ricuperò Padova, la quale poi con molta sua gloria difese. Caduto infermo, per le sostenute fatiche, ed in breve risanato, ripigliò le armi, riacquistando Vicenza e Brescia, nella quale ultima città, fatto prigioniero dai Francesi, venne condotto a Parigi. Ma, libero o servo, Andrea doveva essere il principale sostegno della patria, dappoiché fu opera sua la pace e la lega segnata con quel monarca. Fu quindi, nel 1543, restituito alla libertà ed alla carica di provveditore, e nella sconfitta che all’Olmo appresso Vicenza toccarono i Veneziani dagli Spagnoli si salvò in quella città con la fuga. Nel 1544 intervenne, siccome capitano di cinquanta galee, alla impresa di Puglia: l’anno seguente andò ambasciatore al re di Francia per seco rallegrarsi dell’acquisto di Milano; ancora del 1516 provveditore dell’armi veneziane e della Terraferma; nel seguente anno coll’incarico della ispezione e del riattamento di quelle piazze. Del 1549, per sospetto dei Turchi, fu eletto capitano generale di mare; nel 1521 fu spedito appresso il Lautrec in qualità di provveditore, e il medesimo anno concorse al dogado. Nel 1523 dissuase al Senato la lega proposta dall’imperatore, e finalmente il 20 maggio dell’anno suddetto ottenne il supremo onore della patria, come superiormente dicemmo. Ebbe cinque figli, uno legittimo dal notato connubio, di nome Francesco, altri quattro da una greca sua amante a Costantinopoli, appellati Pietro, Gregorio, Luigi e Lorenzo; dei quali Luigi ebbe straordinaria fortuna, per la grazia in che entrò presso Solimano, il quale segui in varie spedizioni militari, infinché, fatto da lui uccidere il vescovo di Varadino, fu preso dagli Ungheri e dannato a morte. Lorenzo poi, fu decorato della dignità di cavaliere, e nel 1538 spedito a Costantinopoli per conchiudere una tregua di tre mesi, ove mori di peste l’anno appresso. Oltre al ritratto di Andrea, superiormente accennato, si vede, nella sala del Collegio, la sua immagine inginocchiata davanti alla Vergine in atto di orare, colorita da Jacopo Tintoretto, in questa opera illustrata ed incisa nella Tavola LXXXIV.
Il monumento eretto dagli eredi ad onore del Gritti, nella chiesa di San Francesco della Vigna, opera dello Scamozzi, occupa il lato manco entrando nella cappella maggiore. Simile all’altro di fronte, sacro alla memoria di Triadano suo padre. Si compone di quattro grandiose colonne, che sopra piedestallo sporgono dal vivo della muraglia alquanto più della metà del loro diametro. Hanno esse il rinfianco di mezza lesena e sono coronati di ricca trabeazione. Nei due intercolunni di fianco sono inserite le armi gentilizie del duce; e in quello del centro si legge la inscrizione seguente :
ANDREAE . GRITTO
D V C I . O P T I M O . E T . REIPVB.
AMANTISSIMO . PACIS . TERRA
MARIQ. . PARTE . AVCTORI
AC . VENETI . TERRESTRIS
IMPERII . VINDICI . ET
CONSERVATORI
HAEREDES . PIENTISSIMI
VIXIT . AN . LXXXIII . MENS . VIII
DIES . XI
DECESSIT . V . CALEN . IANVARI
M . D . XXXVIII. (1)
(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI
Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Riva di Biasio, 1305 (Santa Croce) – Campo San Francesco de la Vigna, 2786 – (Castello) – Calle drio la Pietà, 3701 (Castello) – Campo Rialto Novo, 480 Chiesa di San Giovanni Elemosinario (San Polo) – Campo Bandiera e Moro o de la Bragora, 3608 (Castello) – Rio de San Francesco de la Vigna, 2785 (Castello) – Salizada Sant’Antonin, 3492 (Castello) – Fondamenta de le Burchiele, 420 (Santa Croce).
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