La farmacia all’insegna dell’Ercole d’Oro, a Santa Fosca, nel Sestiere di Cannaregio

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Farmacia Ponci all'Ercole d'Oro in Strada Nova a Santa Fosca. Sestiere di Cannaregio

La farmacia all’insegna dell’Ercole d’Oro, a Santa Fosca, nel Sestiere di Cannaregio

A Venezia la farmacia all’Ercole d’Oro a Santa Fosca, è conosciuta e ricercata per il suo ambiente signorile con fedeltà conservato come in antico; e parla perciò dei vecchi tempi, quando, sotto il saggio governo della Serenissima, tutte, o quasi tutte, le botteghe da spezier da medicina della città, amavano presentarsi nella suggestiva veste di una proprietà elegante, con l’impronta originale del gusto di questo o quel secolo che le abbelliva e le adornava.

Conserva intatto il magnifico mobilio e la vaseria del 1600. E’ un ambiente di impareggiabile bellezza, mèta quotidiana di visitatori ammirati, fra cui i forestieri che da tutto il mondo vengono a Venezia.

Le linee svelte e graziosamente severe del Cinquecento, quelle un po’ involute ma non disarmoniche del barocchismo, quelle civettuole del Settecento, diedero, or qua or là, fasto e grazia a quegli ambienti che, oltre essere ritornati laboratori di ricercati farmaci, erano anche ritrovi graditi di persone di scienza che attorno al farmacista si raccoglievano in animate brigate e in dotti conversari. Poiché pure a Venezia i crocchi dei patrizi eruditi, dei preti, degli accademici, dei giureconsulti, oltre che raccogliersi nei caffè e nelle botteghe di libraio, si radunavano anche nelle farmacie.

Questa farmacia è famosa per le pillole dette del Piovan (a), di origine antiche e inventate, secondo una tradizione, da un parroco della vicina chiesa di Santa Fosca. Farmaco salito a gran fama per la sua efficacia, specialmente quando di esso dovette occuparsi anche il governo della Serenissima, dietro richiesta di Gian Girolamo Zannichelli, spezier all’Ercole d’oro, del 1701, che volle, continuandone la manipolazione, difenderlo dalle fraudolenti falsificazioni.

Lo Zannichelli, e più tardi il figlio suo Gian Giacomo, vissero nella fastosità barocca di quella farmacia la loro vita di chimici valentissimi; una fastosità fatta di pilastrini, di cornici, di timpani, di riquadri arzigogolati e volute a gobbe, di figure simboliche, di statue, che serrano così bene, e illeggiadriscono con grazia i grandi armadi tutti in legno massiccio, e le porte poderose sorridendo, aiutati dai bianchi riflessi dei bei vasi allineati in buon ordine, al mobilio, all’artistico orologio antico, al soppalco variamente dipinto nella leggiadria regolare delle sue travi.

Tra i farmacisti c’era una gara a che avesse l’insegna più artistica, tanto che qualcuno ricorreva persino all’opera di un’artista, come quella dell’Ercole d’Oro a Santa Fosca, che fu appunto venduta sul principio dell’Ottocento come lavoro uscito dalle mani del celebre Brustolon.(1)

(a) “Esercitano una benefica azione allo stomaco, stimolano le funzioni del fegato, curano la stitichezza e la sue dannose conseguenza“, così vengono definite in una pubblicità del 1930.

(1) Pedrazzini Carlo. La farmacia storica ed artistica italiana. (Edizioni Vittoria, Milano 1934)

FOTO: Alfonso Bussolin e Pedrazzini Carlo. La farmacia storica ed artistica italiana. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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