Famiglia Molin

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Stemmi della famiglia Molin. Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Molin

La famiglia Molin o Molino, sia che venisse a por sede in Venezia nell’377 da Mantova, come pensano il Malfatti, il Frescot ed altri cronacisti e genealogisti, o che da Tolomaide veleggiasse ai nostri lidi nel 1203, secondo scrive lo Zabarella nell’Aula heroum, o finalmente, siccome dettano Lorenzo Pignoria e Filiberto Campanile, quello nei suoi Commenti storici sulla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, e questo nelle sue Insegne de’ nobili, al trattato della famiglia d’Aquino, traesse origine antica dai popoli normandi, certo è, che ascritta al patriziato, produsse in ogni tempo uomini nella toga, nelle armi, nella politica, nel sacerdozio e nelle lettere celebratissimi e memorandi. Eresse poi in Venezia vari edifici, tra i quali la chiesa di Santa Agnese ed il monastero di San Daniele, e tiene molte memorie e monumenti nobilissimi in altre chiese. (1)

Un Luigi Molin, eletto procuratore di San Marco nel 1516, essendogli stato ucciso un figlio da Marco Michieli, non inveì per nulla contro l’uccisore, ma con grandezza d’animo ordinò a Marco, altro suo figlio, di perdonargli, e procurarne la libertà. Un Francesco Molin, dopo illustri militari intraprese, salì al principato nel 1646. Sotto di lui si svolse la terribile guerra di Candia, nella quale Filippo Molin operò prodigi di valore contro i Turchi sulle mura di Retimo, e ferito nel ginocchio da un dardo avvelenato, seppe, come corse fama, strapparselo fuori con i denti per scrivere con esso l’estreme linee di fede al Senato. Altri uomini distinti per il loro valore contro i Turchi illustrarono questa famiglia. (2)

Tre scudi di poco diversi usò questa casa, che si dice essere stata divisa in due rami distinti. Il primo scudo porta, in campo partito d’argento e vermiglio, una ruota da molino dei colori contrapposti: il secondo, una ruota d’oro in campo azzurro, l’ultimo, inquartato; nel quale il primo e quarto punto reca la stessa ruota d’oro in campo azzurro, e nel secondo e terzo ha l’aquila bicipite nera, in campo d’oro. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Francesco Molino. Doge XCIX. — Anni 1646-1655

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Frezzeria, 1822 (San Marco) – Campo San Maurizio, 2758 Cà Molin (San Marco) – Calle dei Frati, 941 (Dorsoduro) – Calle de l’Ochialer, 436 (San Polo) – Calle Contarina, 2057 (San Polo) – Corte San Gaetano, 1982 (San Marco) – Rio dei Barcaroli, 1827 (San Marco) – Calle del Forno, 2161 (Cannaregio) – Corte Erizzo, 2137 (Cannaregio)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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