Francesco Contarini. Doge XCV. — Anni 1623-1624

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1826
Sala dello Scrutinio. Domenico Robusti detto Domenico Tintoretto. Ritratto di Francesco Contarini

Francesco Contarini. Doge XCV. — Anni 1623-1624. (a)

Dopo ventisei giorni di sede vacante fu eletto doge Francesco Contarini, meritevolissimo di questo onore, chiaro specialmente per le virtù sue e per le molte legazioni da lui sostenute con felice successo.

Nel breve suo reggimento non accaddero fatti di grande rilievo, tranne la continuazione dei maneggi per gli affari della Valtellina. Veduto abbiamo come gli alleati acconsentissero che la Valtellina stessa fosse data in deposito al papa fino alla definizione della contesa. Ma il papa voleva che dessa fosse eretta in uno stato sovrano, unito od ai cantoni svizzeri, ovvero alle tre leghe; cosa che gli alleati non intendevano, perché contraria ai loro impegni. Ne in questo solo punto potevano accordarsi, ma in altri ancora messi innanzi dal papa; sicché, riusciti vani i maneggi, tutti unanimamente si disponevano a farsene ragione colle armi. I piani proposti in seguito, or da Francia, or da Savoia, or da Venezia non persuadevano quando all’una e quando all’altra, e finalmente il congresso tenuto in Susa, dagli inviali di queste tre potenze, deliberò che, prima di ogni altra cosa, si procurasse, con le armi, la restituzione della Valtellina.

I Francesi adunque la invasero, scacciandone da Pietramala, da Tirano, da Sondrio e da Morbegno le truppe del papa: i Veneziani vi mandarono duemila fanti e quattro compagnie di cavalleria; ed i lagni mossi da Urbano VIII a nulla valsero. Le contee di Bornio e di Chiavenna furono conquistate nel pieno inverno del 1624, sicché tutta la Valtellina, meno la fortezza di Riva, rimase in mano degli alleati. I quali, radunata in Coira un’assemblea generale dei Grigioni, in essa furono aboliti tutti i trattati conchiusi con la Spagna, e venne ristabilita solennemente l’alleanza con la Francia e con la confederazione svizzera.

Ma appunto il 12 dicembre dell’anno citato 1624, veniva a morte il doge Francesco Contarini, dopo un solo anno e quasi tre mesi di ducato. Otteneva egli elogio funebre da Cristoforo Finoti, che va alle stampe, e tomba nel tempio di San Francesco della Vigna (b).

Sul campo del ritratto di questo principe, opera di Domenico Tintoretto, si legge l’inserizione seguente, diversa da quella riferita dal Palazzi, che dice: Brevis vitae spei intercessit magnarum rerum, vota publica, intra expectationem manserunt, vix fui quam desii.

PRINCIPATVM SOLA VIRTVTE ADMIRATIONE SPONTE OBTVLIT PATRIA. (1)

(a) Francesco Contarini figlio di Bertucci da santa Ternita, nacque il dì 8 .settembre 1558, sacro alla Natività di Maria, e ciò notano i genealogisti per riferirci circostanza notevole della sua vita, quella cioé di aver egli in tal giorno, in seguito, conseguite sempre le dignità più ragguardevoli. Il Cappellari, dal quale caviamo le notizie seguenti, dice che di soli 29 anni, vale a dire nel 1587, fu mandato ambasciatore a Vicenzo Gonzaga, duca di Mantova, a gratularlo nella di lui successione al ducato, e quindi, sostenute altre magistrature e cariche, veniva spedito, nel 1603, bailo a Costantinopoli. Due anni appresso fece parte dell’ ambasceria recatasi a Paolo V, in occasione del suo avvenimento al trono pontificale, e nel 1606 fu consigliere, e il seguente anno si recò di nuovo ambasciatore a Roma, per appianare le differenze sorte fra il pontefice e la Repubblica. Spedito, nel 1609, ambasciatore straordinario in Inghilterra, l’anno dopo lo troviamo riformatore dello studio di Padova, carica che sostenne anche nel 1616 e 1622. Rieletto consigliere nel 1614, l’anno seguente partiva ambasciatore a Mattia nel suo esaltamento al trono imperiale. Morto Domenico Delfino il 9 dicembre 1615, fu in suo luogo creato il Contarini a procuratore di S. Marco de citra; e nel 1617 fu scelto dal senato a correttor delle leggi. Il seguente anno fu mandato ambasciatore straordinario ad Osmano II, succeduto al trono di Costantinopoli, dopo la morte di Mustafà I; e nel 1621 fu uno degli ambasciatori d’obbedienza spedito al nuovo gerarca Gregorio XV; e finalmente nel 1623 venne esaltato alla duceca. Il Contarini ebbe fama di dotto, e fu perciò attribuita a lui erroneamente la Storia latina delle guerre de’ Turchi contro i Persiani e contro Rodolfo I imperatore, che tuttavia é inedita, come comprovò il Morelli, intorno a cui si veda il Cicogna (Insc. Venez. Voi. V, pag. 626).

(b) Il monumento del doge Francesco Contarini é collocato al lato destro della terza cappella, pure a destra, entrando nel tempio di S. Francesco della Vigna. Eressero questo monumento Giovanni e Luigi, figli di Nicolò Contarini, nipoti del doge, i quali, nel 1659, ornarono sontuosamente anche la cappella stessa, che apparteneva alla loro famiglia. Consiste il monumento nel busto del principe scolpito in marmo di Carrara da Danese Cattaneo, sotto cui è intagliata la seguente inscrizione : FRANCISCVS CONTARENO VENETIARVM PRINCEPS / PRISCIS MORIBVS, PRISCA VIRTVTE, NOVA PACVNDIA / BONVS CIVIS, GRAVIS SENATOR, PIVS PATER / MERITO PRIVS, QVAM DIGNITATE PRINCEPS: / NON OPINIONE, AVT FORTVNAE, SED SVAPTE VIRTVTE / PRINCIPATVM NACTVS / REBVS DOMI, FORISQVE PRAECLARISSIME GESTIS / DECEM LEGATIONIBVS APVD MAIORES ORBIS DYNASTAS / DIGNISSIME PERFVNCTVS / VEL, NOLENS, ET INVITVS TANTAE REIPVBLICAE PRAESIT / VIXIT IN PRINCIPATV AN. I. MENS. III. / OBIIT AN. SAL. M.DC.XXIV. DIE VI. DECENB.

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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