Chiesa di Sant’Agnese

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Chiesa di Sant'Agnese - Dorsoduro

Chiesa di Sant’Agnese

Storia della chiesa

Varie sono le opinioni circa la fondazione della chiesa parrocchiale di Sant’Agnese. Poiché (come nota il Sansovino nella sua Venezia) alcuni ne attribuiscono il merito alla famiglia Molini nobile nei passati tempi in Venezia, come lo è al presente in Roma, e in Firenze, ed altri la vogliono eretta (com’è più verosimile) dalla famiglia Molina egualmente antica che illustre fra le case patrizie.

Comunque sia dell’autore, ella è antichissima, ed il Sabellico, che come tale la nota nel suo trattato del sito della città, dà un anche maggior risalto d’antichità all’altar dedicato alla santa martire titolare. Può perciò la di lei origine ridursi ai principi del secolo XI, ritrovandosi in un antico documento dell’anno 1081 fatta menzione di Pietro piovano di Sant’Agnese.

Restò consumata poi questa chiesa dal vasto incendio, che nell’anno 1105 distrusse una gran parte della città, dalle di cui rovine risorta con nuova rifabbrica fu nel giorno 15 di giugno dell’anno 1321 solennemente consacrata da tre vescovi, da Giovanni di Caorle, da Giovanni Magno d’Equilio, e da Ottonello di Chioggia. Dopo ciò restò arricchita la chiesa del corpo di San Venereo martire, il quale (come consta da antichi documenti) da Lorenzo Dono ufficiale di una galera diretta da Giovanni Miani nell’anno 1379, mentre ardeva la guerra contro dei genovesi fu tolto a Porto Venere, ed offerto poi alla veneta chiesa di Sant’Agnese nell’anno 1390 addì 13 di novembre. In occasione poi di nuova riparazione della chiesa fu questo sacro corpo o rubato, o nascosto in guisa tale, che andò smarrita ogni memoria di esso.

Con particolar culto si venerano in questa chiesa varie reliquie della santa titolare, cioè porzioni del cranio, delle ossa, delle ceneri, e del sangue, estratte (come lo attestano pubblici documenti) dal di lei sepolcro in Roma, e donate nell’anno 1617 da Giovanni Battista Faccio segretario del duca d’Urbino. Si conserva pure onorevolmente collocato il corpo di San Secondino martire dal romano cimitero di San Callisto trasferito a questa chiesa.

Abitarono già in un piccolo romitaggio (e ne fa menzione il Sabellico, nel sopraccitato opuscolo del sito della città) contiguo alla Chiesa di Sant’Agnese alcune buone donne chiamate Recluse, e con voce veneziana Romite, o pur Pizzocchere, dalle quali poi (come sarà detto a suo luogo) ebbe origine l’esemplare Monastero di Santa Maria Maggiore. (1)

Visita della chiesa (1733)

Sotto l’organo a mano sinistra il Cristo all’orto è di Bartolomeo dei Negri. Segue lo Sposalizio della Vergine di Pietro Malombra. Continuava la tavola della Nascita della Vergine e abbasso due Santi di Antonio Foller. All’altare maggiore vi è la tavola dello stesso autore col martirio di Santa Agnese. Dalla parte destra dell’altare maggiore vi è Cristo avanti a Pilato di mano di Odoardo Fialetti. Dopo la Cappella del Santissimo seguono due quadri l’uno con la Manna nel deserto, e l’altro con l’Acqua che scaturisce, opere dell’Aliense. Vicino vi è l’altare con la tavola di San Jacopo di Alessandro Varottari. Segue la tavola di San Vitale armato, e i due Santi Gervaso e Protasio della scuola di Damiano, dice il Boschini, ma meglio non fece mai il maestro. Le portelle dell’Organo col Padre Eterno in aria, e Sant’Agnese sulle nubi, e abbasso un parroco con molti ritratti, nel di dentro l’Annunziata sono opere delle più belle di Maffeo Verona. Sotto l’organo vi è una Cena della scuola del Tiziano. E vicino vi è un quadro di non molto valoroso autore, ma osservabile per la funzione che rappresenta dei Poveggioti. (2)

Eventi più recenti

Venne officiata fino al 1810, epoca della seconda riduzione delle venete parrocchie, ed in forza del relativo proclama prefettizio, 15 ottobre 1810 fu chiusa e ridotta ad uso di magazzino or di legna, or di carbone, ora d’altro. Le sue mura vennero messe in vendita, ed il 3 maggio 1839 fu fatta l’asta. Venne comperata per lire 7.150 dal signor Francesco Charmet che, il 18 novembre dello stesso anno, la cedette ai Rev. Padri Cavanis. Si dovette fare un radicale restauro, e venne riaperta al culto la domenica 13 agosto 1854 alle ore 9.

L’ultimo intervento del 1939 fu di fatto una ricostruzione che eliminò gli ultimi residui dell’antica fabbrica, lasciando l’interno quasi del tutto spoglio. La chiesa attualmente è direttamente collegata all’adiacente convento dei frati Cavanis e all’annesso istituto scolastico, di cui costituisce la cappella privata, anche se le funzioni domenicali sono aperte al pubblico. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

(3) https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Agnese_(Venezia)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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