Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino alla chiesa), nel Sestiere di Castello

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Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino alla chiesa), nel Sestiere di Castello

Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino alla chiesa), nel Sestiere di Castello

Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata sostenuta da volute di foglie d’acanto. Su due lati della vera sono scolpiti, a bassorilievo, San Nicolò e San Giorgio a cavallo che uccide il drago; su gli altri due lati sono scolpiti, sempre a bassorilievo, due scudi. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica piana. (1)

Chiesa di San Giorgio dei Greci. Crescendo sempre più il numero dei Greci dimoranti in Venezia, e tornando loro disagevole l’uffiziare nella chiesa di San Biagio, pensarono di fabbricare una chiesa in altro sito e ne porsero supplica al Consiglio dei Dieci. Il quale aderì alla loro domanda, ordinando però che la sua permissione non tenesse qualora non impetrassero il beneplacito della sede apostolica. Perciò si rivolsero al sommo pontefice Leone X, il quale con suo diploma del giorno terzo di luglio dell’anno 1514 permise loro di costruire una chiesa con campanile e cimitero sotto l’invocazione di San Giorgio Martire.

Comperarono allora un fondo di terreno nella parrocchia di San Antonino, e deputarono cinque uomini della loro confraternita di San Nicolò a sorvegliare e dirigere la fabbrica. Per supplire alle spese dell’edificio concorsero a gara tutti i Greci di Venezia e parecchi d’altrove, e allogarono la fabbrica al Sansovino. Il quale serbò tale disposizione ed ordine nell’edificio che pare ideato, più ché da un italiano, da un greco architetto.

La facciata della chiesa è di marmo d’Istria: l’interno è riccamente adorno di belle pitture e di lampade d’argento. Il sacrario viene diviso dal resto della chiesa da una parete amatissima, a cui sono sovrapposte delle sacre immagini vestite d’argento e rappresentanti vari santi fra i quali San Giorgio e San Nicolò. Sopra l’altare di mezzo nel sacrario fu posta una immagine della Madre di Dio, illustre per molti miracoli, come si dice. Questo edificio, di decoro non solamente ai Greci ma anche alla città, fu compiuto l’anno 1561, quasi trent’anni dopo che fu cominciato. Nella chiesa sta un’epigrafe greca che dice: “A Cristo Salvatore e a San Giorgio martire i Greci trasmigrati e quelli che approdano in Venezia, perché possano onorar Dio secondo il patrio rito, largendo del proprio, edificarono il tempio 1561″. Il campanile fu innalzato vent’anni dopo la morte del Sansovino, e ne fece il modello uno dei fratelli Comino, architetti di qualche merito. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Bernardo e Gaetano Combatti. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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