La farmacia all’insegna del San Bernardo in Campiello del Spezier, a Santa Maria Mater Domini, nel Sestiere di Santa Croce

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Campiello del Spizier verso il Ponte de la Rioda. Sestiere di Santa Croce

La farmacia all’insegna del San Bernardo in Campiello del Spezier, sai piedi del Ponte Rioda a Santa Maria Mater Domini, nel Sestiere di Santa Croce

Federico Quintavalle spezier nella farmacia all’insegna del San Bernardo, al civico 2052 del Campiello del Spezier a Santa Maria Mater Domini, nacque a Zara nel 1752 da Biagio Quintavalle e Chiara Mazarelli.

Suo nonno Carlo Quintavalle nel suo testamento, redatto nel 1757, lasciava a suo padre Biagio, un legato irrisorio di dodici ducati, avendo questi causato un danno notevole al patrimonio della famiglia con i suoi disordini e con lo sperpero di 2.500 zecchini d’oro. Federico,  il cui padre nel frattempo si era allontanato da casa, veniva lasciato alle cure dello zio prete Andrea, che probabilmente lo iniziò alla farmacopea.

Federico venne a Venezia nel 1770 a 18 anni, e nel 1774 acquisiva la licenza di spezier, la sua licenza era riportata su un piccolo libretto in pergamena, ottimamente miniato, con i disegni del Santissimo Salvatore patrono degli spezieri e del Doge di Venezia.

Federico si sposò nel 1780 a 28 anni con Maddalena Vincenti figlia di uno “spezier de medicina”, con la quale ebbe due figli maschi, Agostino e Giovanni, medico il primo, farmacista il secondo.

Nel novembre 1839 il figlio Giovanni per conto del padre cedé la farmacia a Giovanni Battista Cumer da Palmanova. Giovanni vendeva l’insegna, che costituiva l’avviamento della bottega, i mobili, i medicinali, gli utensili, gli ottoni, le droghe, etc. ma non la nuda proprietà, egli riscuoté la somma pattuita per la vendita e si obbligò nello stesso tempo a mantenere il proprio padre vita natural durante e di provvederlo del vestire, del vitto, dell’alloggio e quant’altro, come concordato in una convenzione, fatta nel 1837, con la quale Federico cedeva la conduzione della farmacia al figlio Giovanni.

La stima dei medicinali venne fatta da Giorgio Piazza che era spezier all’insegna del Doge di Ponte del Sepolcro. La farmacia era finemente arredata con banchi, armadi con divisori e cassetti, armadietti, scaffali con pilastri, tutto il legno di noce e legno di morello, con pomelli di ottoni, vetri e specchi. Tra gli attrezzi figuravano; una bilancia con i pesi, un alambicco per distillare, dei mortai, fornelli, e una macchina ad uso di torchio.

Federico morì il 31 ottobre 1840, all’età di 89 ani, un mese dopo la cessione della farmacia. (1)

(1) Archivio di Stato di Zara, Curia Patriarcale di Venezia.

FOTO: Alfonso Bussoli, Privilegio in Arte Aromataria da Venezia e VenetoEdizioni Skema. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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