Squeri e cantieri della Marinaressa, fronte Bacino di San Marco, nel Sestiere di Castello

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Palazzina Canonica. Riva dei 7 Martiri - Sestiere di Castello

Squeri e cantieri della Marinaressa, fronte Bacino di San Marco, nel Sestiere di Castello

Il complesso della Marinaressa erano abitazioni collettive costruite secondo un piano organico per un preciso fine sociale. Queste case a schiera appartenevano all’ “ospital de Comun” ed erano destinate ad alloggio dato per merito a marinai veneziani e forestieri che si erano distinti per servizi resi alla Repubblica. Il complesso di queste case è certamente anteriore all’anno 1500, mentre l’edificio prospicente il Bacino di San Marco, caratterizzato da due grandi archi, fu costruito tra il 1645 e il 1661 ed erano abitazioni dell'”Ospizio Zuan Prior Piovan de San Lunardo“. (1)

Nell’area a levante e a ponente del complesso della Marinaressa esistevano fino all’inizio del Novecento cinque squeri, così come si può vedere nella “Nuova planimetria della Regia Città di Venezia” (rilevata nel dicembre 1855, pubblicata nel febbraio 1856) di Bernardo e Gaetano Combatti, squeri tutti prospicienti il bacino di San Marco.

Il primo squero era situato in prossimità dell’imbocco della Via Garibaldi (nella mappa dei fratelli Combatti chiamata Strada Nova dei Giardini) in corrispondenza dell’attuale corte del Squero; era uno squero da sotíl (per imbarcazioni lagunari a fondo piatto) condotto, nel 1853 da Miani Antonio. Lo squero venne demolito nel 1935/1937 durante i lavori per la realizzazione del Riva dell’Impero, l’attuale Riva dei 7 Martiri, al suo posto venne costruito un edificio di 4 piani. La Riva dell’Impero iniziava dal Ponte de la Veneta Marina o de le Cadene e terminava con il nuovo Ponte de San Domenego ai Giardini Pubblici.

Il secondo era ubicato ad ovest della Marinaressa, era uno squero “da grosso” (per costruzioni di medio o grande tonnellaggio), indicato nella pianta dei fratelli Combatti come squero da nave, era condotto nel 1853 da Amadi Francesco. Nel 1915 il cantiere venne acquistato dalla società SVAN, era formato da quattro capannoni, di cui tre molto grandi, due di questi erano completamente di legno, mentre gli altri avevano strutture in pietra. (2) Negli anni 1935/1937 l’area venne convertita in giardino pubblico in seguito al realizzazione della Riva dell’Impero.

Il terzo e il quarto degli squeri era ubicato ad est della Marinaressa, erano squeri “da grosso“, indicati nella pianta dei fratelli Combatti come squeri da nave, erano condotti nel 1853 rispettivamente da Pavan Angelo e da Grasso Pietro. Qui alla fine dell’Ottocento era ospitato il Cantiere navale Layet, in un grande capannone in muratura, di forma allungata, il tetto a due bande spioventi. Adiacente a questo fabbricato vi era uno scalo di alaggio, che nel 1905 venne coperto con una lamiera di ferro, appoggiata su sottili colonne in ghisa. (2) Anche l’area di questi cantieri venne convertita, negli anni 1935/1937, in giardino pubblico in seguito alla realizzazione della Riva dell’Impero.

Il quinto squero era confinante con Calle San Domenego, ed era condotto nel 1853 da Pavan Angelo, lo squero venne demolito nel corso del 1911 per fare posto alla dimora-museo dallo scultore Pietro Canonica. La palazzina venne donata nel 1932 al Consiglio Nazionale delle Ricerche, già sede dell’Istituto di Biologia Marina, è attualmente sede dell’Archivio di Studi Adriatici.

(1) EGLE RENATA TRINCANATO Venezia Minore. Filippi Editore Venezia (1948)

(1) Venezia, città industriale. Gli insediamenti produttivi del 19° secolo. Marsilio Editori 1980

FOTO: Alfonso Bussolin e foto dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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