Scuola dei favri (fabbri) sotto l’invocazione di Sant’Alò (Sant’Eligio)

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Scuola dei Favri (porta a sinistra del tabernacolo) - San Marco

Scuola dei favri (fabbri) sotto l’invocazione di Sant’Alò (Sant’Eligio)

Questa scuola di mestiere riuniva i favri (fabbri). Era divisa nei seguenti “colonnelli“: Stadieri (fabbricanti di bilance), Carboneri (poi staccatisi), Caldereri, Schiopetteri. Nel 1773 quest’arte contava 193 addetti così suddivisi: 59 garzoni, 274 lavoranti e 209 capimastri, suddivisi in 193 botteghe. Vi erano inoltre 8 botteghe di rappezzetori, 2 botteghe di camoaneri, 18 botteghe di mercanti da ferrarezza, 3 botteghe di gua seghe. Nell’anno 1807, al momento della soppressione, era presente nella sede della scuola, “un altare di marmo con colonne simili“, con la sua pala “di buon autore“, altri 11 dipinti e cinque stendardi che “servivono nelle funzioni del Giovedì Santo“. (1)

Storia della scuola

La confraternita dei Fabbri-ferrai, antichissima in Venezia, riconosceva per protettori quattro santi, cioè Sant’Alò (Eligio), San Liberale, San Carlo, e San Giovanni Battista. Abbiamo potuto rilevare che nel piano terreno della loro scuola a San Moisè vi era il deposito del carbone, ed un’altra stanza ad uso comune; a metà della scala una stanza, tappezzata a cuoi dorati, che serviva per le elezioni, ed adunanze degli ufficiali; nel piano superiore la sala grande con altare di legno dorato, e pala d’Andrea Vicentino; nel terzo piano poi l’archivio, ed una stanza per le armi destinate alla funzione del Giovedì Grasso, nella quale i Fabbri, uniti ai Beccai, tagliavano la testa al toro in Piazza di San Marco. Un’epigrafe, posta in capo alle scale, ricordava pure la concessione, data nel 1676, di poter quotidianamente ufficiare la scuola. Soppresse le confraternite, questa si fece servire per qualche tempo a ricetto di povere, e poscia, per vari anni, a teatro di Marionette. Ora serve ad uso di magazzino privato. (2)

Eventi più recenti

La scuola venne inglobata nella nuovo edificio dell’Hotel Bauer (1949), rimanendo tutt’oggi riconoscile l’ingresso al numero civico 1455.

(1) GASTONE VIO. Le Scuole Piccole nelle Venezia dei Dogi (2012). Ed altre fonti

(2) GIUSEPPE TASSINI. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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