Chiesa di San Tommaso Apostolo vulgo San Tomà

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Chiesa di San Tommaso Apostolo vulgo San Tomà - San Polo

Chiesa di San Tommaso Apostolo vulgo San Tomà

Storia della chiesa

Sopra un fondo di proprietà della nobile famiglia Tonisto, che religiosamente, lo concesse, fu fabbricata la Chiesa Parrocchiale di San Tommaso apostolo cui anche concesse la stessa famiglia in vari tempi rendite e beni per mantenimento del clero di essa. Il merito della fabbrica lo attribuisce il Sanuto nella sua Cronaca alla famiglia Miani, e si accorda il Sansovino, benché alcuni più antichi cronologi la scrivano eretta in antichissimi tempi da Coroliano Tribuno. Comunque sia dei fondatori, certo è, che il fondo e la dotazione ella deve riconoscersi dai patrizi Tonisti, come lo attesta un autentico documento di Marco Niccola vescovo Castellano.

Fu ella poi rinnovata circa il fine del secolo XIV, e nell’anno 1508 dilatata oltre l’angusto sito, in cui si conteneva, e finalmente nell’anno 1652, abbellita con l’esterna facciata rifabbricata di marmo. Come però da molti lavori in diversi tempi eseguiti risentì la fabbrica stessa notabili pregiudizi, e già fino dai principi del XVIII secolo dava aperte, minacce di non lontana ruina; così verso la metà del secolo stesso ne fu intrapresa la rinnovazione dai fondamenti, nei quali collocò la prima benedetta Alvise Foscari patriarca di Venezia nel giorno 22 di febbraio dell’anno 1742. Nello scavare dei fondamenti fu ritrovato assai sotto terra, un antico pavimento disposto a lavoro di mosaico con profonde sepolture, ed un’antica cisterna, reliquie della prima chiesa disposta secondo l’uso antico con atrio posto all’ingresso, e gradini, dai quali si discendeva al piano, della chiesa già consacrata nel giorno 11 di settembre.

Antichissimo, e solenne è nella Chiesa di San Tommaso il culto di Santa Teodosia vergine e martire in Cesarea, di Palestina, al di cui altare si venera un braccio ed un piede tolti, dal di lei corpo, che riposava in Costantinopoli, ed in Venezia a questa chiesa condotti, ove la venerazione della santa martire si accrebbe per le miracolose sanazioni, che all’invocazione del di lei patrocinio furono ottenute. Con egual riverenza si venera pure le sacre teste dei Santi martiri Abdon e Sennen persiani, trasportate a questa chiesa come ci riferisce la, tradizione da Foligno città dello Stato Pontificio. Un osso, pure del santo apostolo titolare, ed una mano con altre ossa dei Santi Fanciulli martiri di Betlemme compiscono i sacri ornamenti di questa chiesa. (1)

Visita della chiesa (1839)

Nel 1652 si adornò l’esterna sua fronte di pietra istriana sul modello di Baldassare Longhena con architettura relativa alle tre navate, nelle quali era allora internamente divisa. Per vetustà minacciando di rovinare, fu rifabbricata ad una sola nave dai fondamenti per opera del zelante parroco Giambattista Brunelli. Ponendosi nel 1742 la prima pietra sul modello di Francesco Bognolo, vennero sul nuovo prospetto collocate le statue lavorate dal Cabianca che ornavano l’antico, ricevendo questa chiesa la consacrazione nel 1803 dopo l’intero suo compimento.

Nel primo dei sei uniformi altari, alla destra dì chi entra in chiesa per la porta maggiore, vi è la tavola con i Santi Girolamo Emiliani, Gaetano e Luigi Gonzaga dipinta da Vincenzo, figliuolo di Jacopo Guarana. Sul secondo altare è locata una statua di bianco marmo di Santa Teodosia vergine e martire, primo e non indegno lavoro di un giovane di diciotto anni, che morì dopo averla eseguita. Pietro Tantini espresse la Visitazione di Santa Elisabetta nella pala del terzo altare.

Antonio Zucchi veneziano fece in Roma la tavola della cappella maggiore dove è raffigurato San Tommaso che si rassicura della risurrezione di Cristo. Bellissime sono le espressioni, dotta la composizione e non spregevole il colorito.

La tavola della cappella contigua è di Andrea Vicentino, e dopo l’altare del Crocifisso vi è quello dell’arte dei calzolai, nella pala del quale Giovanni Fazioli veronese espresse San Marco che risana Sant’Aniano dalla ferita della lesina. Entro a marmorea cassa riposa quivi il corpo di Sant’Aniano da Alessandria portato nel 1288 nell‘isola di San Clemente dove stette sino al 1453, in cui si trasportò nella chiesa della Carità e finalmente nel 1793 in questo tempio.

Nel soffitto, circondato da sacre istorie, si dipinse a fresco da Jacopo Guarana il martirio di San Tommaso, dove molta vaghezza vi è mantenuta, bene sono aggruppate le singole parti, ed un tutto è prodotto che diletta altamente.

L’iscrizione posta sopra l’esterna porta della sacristia ricorda la confraternita del santo titolare, una delle prime instituite in Venezia, e che avuto principio nel 1000, terminò nel secolo XVI quando incominciarono le scuole del Santissimo Sacramento.

In questo tempio ebbero sepoltura molti personaggi distinti, tra i quali Bondumiero arcivescovo di Corfù, Giovanni Molino uomo dottissimo e parroco di questa chiesa, Enrico Carlo Spahar di Svezia, generalissimo degli eserciti terrestri della repubblica e morto nel 1754, Giovanni Priuli, senatore e guerriero, morto nel 1375. Di quest’ultimo si vede, nel piccolo campo detto del piovano, la statua giacente sull’urna. (2)

Eventi più recenti

Alcuni frati di Sant’Antonio di Padova assunsero nel 1835 l’ufficiatura della chiesa di San Tommaso Apostolo, volgarmente detta di San Tomà, e formarono un piccolo convento vicino, che abbandonarono nel 1867. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

(3) GIUSEPPE TASSINI. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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