La polvere di Fiandra Veneta

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Pietro Longhi. La pettinatrice. Cà Rezzonico.

La polvere di Fiandra Veneta

La polvere di Fiandra, polvere d’amido, costituiva per Venezia un largo cespite di commercio e fiorenti fondaci vi erano nella nostra città, siti specialmente ai Santi Filippo e Giacomo, al Ponte della Canonica e a San Bortolomio.

Questo prodotto, nei tempi remoti, molto era usato nell’economia domestica ed in particolare nella toilette dell’aristocrazia veneziana, poiché con l’accennata polvere s’incipriavano i tupet delle dame e le parrucche dei gentiluomini. Della ricercata polvere se ne fabbricava una versione locale in città chiamata polvere di Fiandra Veneta.

La polvere di Fiandra era un fecola ricavata dal frumento mondato, lavato e fermentato nell’acqua dolce, poi spremuta, passata per filtro, lavata e rilavata con buona acqua si raccoglieva sopra lini bianchi e puliti, dissecandola poi al sole od al forno tiepido, ottenendosi come ultimo risultato che vero amido bianchissimo, friabile e leggero. La polvere di Cipro (o cipria) differiva solo per essere ottenuta da puro riso, seguendo lo stesso metodo praticato per la fabbricazione dell’amido di frumento.

Nel 1749 veniva accordato a Pietro Cassina il privilegio della fabbricazione e dello smercio della polvere della polvere di Cipro di ogni qualità, coll’obbligo però di corrispondere alle casse dello Stato per i primi dieci anni 2000 ducati all’anno e per i successivi 2500, e di valersi del frumento dello stato. (1)

(1) Girolamo Dian. Cenni Storici sulla Farmacia Veneta. Società fra i Compositori Tipografi (Venezia, 1900)

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