Ponte de le Becarie sul Rio de le Becarie

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Ponte de le Becarie sul Rio de le Becarie - San Polo

Ponte de le Becarie sul Rio de le Becarie. Calle de le Becarie – Campo de le Becarie

Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, bande in ferro a meandri. (1)

Sorgeva in Campo de le Becarie il palazzo Querini, detto la Cà Mazor, o Ca’ Granda, che, dopo la congiura Tiepolo-Querini avvenuta nel 1310, venne demolito per due terzi spettanti a Marco e Pietro Querini congiurati, e lasciato integro per un altro terzo posseduto da Giovanni Querini innocente.

Alcune cronache però dicono invece, che, non rinvenendosi allora gli strumenti divisionali, ed essendovi in detta casa alcune parti comuni, e quindi indivisibili, il governo la lasciò in piedi come stava, ma confiscò i due terzi di Marco e Pietro Querini, e comperò il terzo di Giovanni. Egli è certo che qui nel 1839 si collocarono le pubbliche beccherie di Rialto, situate por l’innanzi presso la Corderia Vecchia. Di qua il nome di Stallone, che conserva il fabbricato. Né si vuole pretermettere che esso, sebbene per poco, tornò nell’assedio di Venezia del 1849 a servire di pubblico macello, essendo quello di San Giobbe esposto al grandinare delle palle.

La provvigione delle carni commestibili non fu mai trascurata dai Veneziani, riscontrandosi fino dagli antichi tempi l’istituzione di un uffizio di tre nobili, detti Sopra le Beccarie e pubblici Macelli, il cui capitolare registra le deliberazioni emanate sopra questa materia cominciando dal 1249. Continuò esso con varietà di leggi fino al 1545, nel qual tempo una straordinaria gravezza imposta dal re dei Romani sopra l’estrazione degli animali bovini produsse una grande carestia. Decretò allora il Senato che fossero eletti due individui del proprio corpo col titolo di Provveditori sopra le Beccarie, e nel 1678 ve ne aggiunse un terzo. 

I Beccai si radunavano in devota confraternita, sotto il patrocinio di San Matteo, nella chiesa che in Rialto sorgeva sacra a questo santo, della quale, per breve di Eugenio IV, avevano il diritto di eleggere il pievano. Essi si segnalavano specialmente nelle caccia dei tori molai, solite a darsi l’ultima domenica di carnevale nella corte del Palazzo Ducale. Ed in tale giornata godevano il privilegio, per la fedeltà dimostrata alla Repubblica, di montare in numero di 20 la guardia del palazzo medesimo dall’ora di terza finché terminavano i pubblici spettacoli. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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