Basilica di San Marco – Braccio sinistro

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Basilica di San Marco - Braccio sinistro

Basilica di San Marco – Braccio sinistro

A ordinar la materia con chiarezza, parleremo prima dei mosaici e degli altri oggetti che s’incontrano in questa parte del tempio, per discorrer poi d’ogni singolo altare in essa parte disposto. E innanzi tutto, incontriamo, al di fuori del presbiterio, due pulpiti, un sopra l’altro, ricchi per colonne e per altri marmi orientali pregiatissimi, e l’ultimo coronato da una cupoletta di metallo messo ad oro. Poi verso l’altar della Vergine, al lato destro dell’osservatore, s’affaccia un antico basso-rilievo con Maria seduta, e dall’opposta parte s’incontrano altri due santi, figure intere, e sopra altri tre busti, il tutto in basso-rilievo di antico lavoro: com’ è di antico lavoro quel basso-rilievo con altro santo nella parete a destra di questo altare. Innanzi al medesimo altare son collocali due grandi candelabri di bronzo per intagli ornatissimi, nei quali si ricorda l’anno 1520, i procuratori di San Marco che gli ordinarono, e l’artista esecutore dell’opera, che fu Camillo Alberti.

Ma a dare una rapida occhiata ai mosaici bellissimi, quasi tutti lavorati nel miglior secolo, s’offre tosto allo sguardo quegli schierati sopra l’altare della Vergine e disposti in due ordini. Nell’inferiore si mira Cristo incontrato dai due discepoli sulla strada d’Emaus, la sua Cena in quel luogo, il suo riconoscimento, e la partenza dei medesimi discepoli. Questi lavori vennero eseguiti sui cartoni di Leandro Bassano. Nel superiore, sui cartoni di Antonio Aliense, si eseguì la Comunione degli Apostoli sotto ambe le specie, del pane, cioè, e della bevanda. La vòlta dell’altare diede soggetto a Pietro Vecchia di esprimere l’Adultera accusala dai Farisei, i dieci Lebbrosi guariti dal Nazareno, il prego del Centurione e quel della Cananea. Poi qui e qua, per le pareli e per gli archi, vi sono figure di Santi e Profeti, parte di antico, parte di più recente lavoro, e sotto l’immagine di Davide si legge il nome di Pietro Lunna e l’anno 1612. Siccome l’altar della Vergine, posto di fronte alla cupola di questo braccio, era dedicato all’Evangelista Giovanni, così la medesima cupola è tutta ornata in antico musaico, con azioni della di lui beatissima vita.

Nel vòltone, fra la nave maggiore ed il Presbiterio, incominciando da quest’ultima parte, si osservano le nozze di Cana Galilea, opera di Bartolommeo Bozza, eseguita sul cartone di Domenico Tintoretto; segue il Lebbroso risanato; Cristo che ascende in Cielo; il risorto figlio della vedova di Naim, e la Cananea ridonata a salute, lavori lutti di Domenico Bianchini, condotti sui disegni di Giuseppe Salviati, e poi, finalmente, la cena del Signore dello stesso Bianchini, ma eseguita sul cartone di Domenico Tintoretto. Sotto a questo vòltone, dalla parte del pulpito, l’Angelo che rimette il ferro in guaina è di Giannanlonio Marini.

In quello di contro, cioè nel vòltone sopra la cappella di sant’Isidoro, vi sono, in antico mosaico, Cristo che si sveglia nella barchetta; il Paralitico calato nella probatica piscina; Gesù che sana l’Idropico, e la Pescagione degli Apostoli consigliali dal Redentore. Negli angoli si vedono i Santi Pigasio ed Exaudinos, con l’epigrafe che dinota l’anno 1557 in cui vennero eseguiti, ed il nome dell’autore, che fu Giannantonio Bianchini.

Sotto a questo vòltone, e nella grande muraglia sovrapposta alla ricordata cappella di Sant’Isidoro, con magistrale perizia, Vincenzo Bianchini, sui cartoni del Salviati, nel 1542 vi condusse l’albero genealogico di Maria, la quale appare in cima al medesimo col Figliuolo Gesù fra le braccia, nel mentre giace disteso a piedi del tronco, Jesse, e su pei rami seduti si mostrano Davide, Salomone, Roboamo, Abia, Aza, con gli altri registrati dall’evangelista Matteo.

Nel piccolo arco, esteriore alla cappella dei Mascoli, di cui parleremo in appresso, si vedono le immagini di alcuni Santi, e nel vóltone vicino, verso la nave minore, appare San Giuseppe, a cui fiorisce la verga; la Visitazione a Santa Elisabetta; Zaccaria, che vede l’Angelo fra il tempio e l’altare, lo Sponsalizio di Maria, e nel mezzo una Croce fra quattro Profeti. Poi l’Angelo che apparve alla Vergine intesa ad attingere acqua per imbianchire dei lini, e Giuseppe reso conscio dall’Angelo della persecuzione che Erode si affrettava a fulminar sugli infanti.

La parete nella quale è collocata la porta di San Giovanni (così detta perché è di fronte all’altare una volta sacro a questo apostolo), riceve ornamento dalla antichissima figura di esso santo, e da cinque fatti della istoria della pudica Susanna; opere fra le più belle di Lorenzo Ceccato, condotte sui cartoni di Jacopo Palma e di Domenico Tintoretto. In altro comparto, sulla invenzione dell’ultimo, Giovanni Antonio. Marini eseguì con somma perizia i seniori, che accusarono Susanna, lapidati dal popolo. Sotto alle finestre poi, in antico musaico, sono figurati San Giuseppe avvertito dall’Angelo a fuggire dalla persecuzione d’Erode, e la disputa di Gesù nel Tempio, e sopra a questo son conteste le immagini dei Santi Giuliano ed Ermagora. Negli angoli vi sono quindi il profeta Osea, e quindi Mose, lavori eseguiti nel 1590 dal ripetuto Lorenzo Ceccato. (1)

(1) ANTONIO QUADRI. Venezia e le sue lagune Vol II. (VENEZIA, 1847 Stabilimento Antonelli).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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