Francesco Cornaro. Doge CI. – Anni 1656-1656 (a)

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Sala dello Scrutinio. Joseph Heintz il giovane. Ritratto di Francesco Corner

Francesco Cornaro. Doge CI. — Anni 1656-1656 (a)

Concorrevano al vacante trono ducale Bertuccio Valiero cavaliere e Leonardo Foscolo, ambedue procuratori di San Marco; ma il voto concorde degli elettori si raccolse sulla persona di Francesco Cornaro, distinto per antichità di prosapia, virtuoso, di esemplare modestia, affezionato alla patria, e cinto di parenti, il cui merito aveva sollevato a posti luminosi.

Ma eletto egli il 17 maggio 1656, non visse nella ducea che soli diciannove giorni, essendo morto il 5 giugno susseguente, sicché alle feste per il suo esaltamento tennero dietro i suoi funerali. La sua salma veniva deposta in San Nicola da Tolentino, nella cappella della sua famiglia, ove aveva egli disposta la erezione di un monumento al doge Giovanni suo padre, mandato ad effetto da Federico suo figlio: ma nel 1720, per volere dell’altro doge Giovanni Cornaro II, fu rinnovato totalmente.

Il ritratto di questo doge é opera di Giuseppe Heinz o Ens, juniore di Boemia, il quale molto dipinse in Venezia, siccome dice lo Zanetti. Sul campo si legge:

FRANCISCVS CORNELIVS DVX VENET. IOANNIS DVCIS FILIVS. IVSTITIA CLARVS, PIETATE RARVS. PRINCEPS QVIDEM INVICTVS, MAGIS TAMEN INVICTVS. OBIIT ANNO DNI MDCLVI, DIE VERO SVI PRINCIPVTVS DECIMONONO. (1)

Il Palazzi, in quella vece, riporta la seguente inscrizione: Omnium expetitus votis, brevi ab omnibus desideratus, vigesimo die, qua fui electus, mors acerba spem praecidito; ostensus potius ad expectationem, quam datus ud possessionem.

(a) Dal doge Giovanni ebbe i natali Francesco Cornaro nel 1585, e dopo di aver sostenute parecchie magistrature in patria, fu spedito nel 1620 ambasciatore ordinario alla corte di Savoia. Essendosi allora stretti i Veneziani in lega con Francia per assistere il duca di Mantova, contro Spagna e Savoia stessa, il duca Carlo Emmanuele licenziava il Cornaro per sospetto che egli avesse intelligenza con i Francesi; onde tornato in patria, passò, l’anno appresso, ambasciatore in Spagna. Nota il Cappellari essere stato Francesco insignito della dignità di cavaliere, ed in patria e fuori aver sostenuto molti uffici i gelosi, tra i quali il capitanato di Brescia, e nel 1647, il consiglierato. Fu anche, nel 1653, riformatore dello studio di Padova, e finalmente venne chiamato al trono, ducando brevi giorni, siccome dicemmo. Menò a moglie una figlia del doge Antonio Priuli, dalla quale ebbe fra gli altri figli, Giorgio, che fu vescovo di Padova, morto nel 1664; Federico, senatore e cavaliere della stola d’oro, morto nel 1678; e Marc’Antonio, cavaliere di Malta e gran commendatore di Cipro.

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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