Il Giardino di Palazzo Rizzo Patarol ora Grand Hotel Dei Dogi, nel Sestiere di Cannaregio

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Il Palazzo Rizzo Patarol, in Fondamenta Madonna dell'Orto, nel Sestiere di Cannaregio

Il Giardino di Palazzo Rizzo Patarol ora Grand Hotel Dei Dogi, nel Sestiere di Cannaregio

Lorenzo Patarol (1674-1724) era un rinomato collezionista numismatico, ma la passione per la botanica e le scienze naturalistiche gli impedirono di approfondire gli studi storici e numismatici. Negli spazi aperti annessi al palazzo da lui acquistato alla Madonna dell’Orto egli aveva creato un giardino botanico e questa sua passione si era tradotta anche nella realizzazione di un erbario, costituito da 1200 piante essiccate. Il giardino lungo e stretto si concludeva, sul margine settentrionale verso la laguna, con una costruzione bassa, un casino, che fungeva da accesso dalla laguna ma anche da fulcro prospettico del giardino.

La nipote di Lorenzo, Laura, figlia di Francesco Patarol, ultima discendente della famiglia, andò sposa di Sebastiano Rizzo, siglando il passaggio di tutte le facoltà della famiglia in casa Rizzo. Il giardino venne allora riformato da Francesco Rizzo Patarol, figlio di Laura. Con una estensione che non superava i duemila metri quadri, il giardino aveva l’asse centrale che, nella consuetudine veneziana, conduceva dalla corte fino al fulcro prospettico della loggia sull’acqua, ed era costituito da un sistema di sentieri (ondeggianti) attraverso i quali si allunga il percorso tra le due estremità del giardino. I ripetuti cambi di direzione e l’inserimento di colline artificiali e di caverne introducevano dimensioni del camminare e dello scoprire che amplificavano e variavano lo spazio reale. Il giardino era costellato da una serie di fabriques quali ponti, rovine, nicchie, torrette neo-gotiche.

Francesco Rizzo Patarol morì senza discendenza diretta e i suoi beni, inclusi il palazzo con il giardino, vennero ereditati nel 1833 da Giovanni Correr. Il Correr, podestà di Venezia dal 1838 al 1857, non sembrava nutrire un particolare attaccamento alla residenza, e venne alla fine venduta. I nuovi proprietari erano i Lazzaris Costantini, ricchissimi mercanti di legnami di origine zoldana che da tempo avevano stabilito a Venezia la residenza. Il giardino venne allora manipolato con elementi volti a conferirne l’aspetto romantico che ancora oggi conserva. (1)

(1) MARTINA FRANK A proposito di boschi, giardini e legnami in “Per Furio. Studi in onore di Furio Bianco” ALESSIO FORNASIN e CLAUDIO POVOLO (a cura di), Udine, Forum, 2014, pp. 219-224

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

3 Commenti

  1. Thank you very much for this information.
    I am writing a novel situated in Venice and want to know what was in the Palazzo in the 60s and 70s of the last century? Could you please tell me because I cannot find that anywhere.
    Thank you in advance.
    You can write me in Italian, I understand 🙂
    Cordialmente,
    Natasa Dragnic
    (pubished in Italy by Feltrinelli)

    • Buongiorno sig.ra Dragnic,

      non sapevo come rispondere alla sua richiesta perché anch’io non ho documentazione in merito, ho allora posto il quesito su un gruppo social (Facebook – “Venezia ieri e oggi”), e degli abitanti della zona (Madonna dell’Orto) mi hanno risposto che, in quegli anni, il palazzo era adibito a convento/albergo/foresteria gestito da suore (forse Canossiane).

      Spero di esserle stato utile.

      Cordialmente

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