Elenco delle Scuole Piccole esitenti a Venezia alla caduta della Repubblica nel 1797

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Insegna processuale di Scuola (forse della Compagnia dei Morti). Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio vulgo San Trovaso

La Repubblica veneta cominciò a disciplinare le corporazioni delle arti e mestieri già dal 1182. I primi statuti risalgono agli inizi del XIII secolo (10 febbraio 1219 quello dei sarti) e sono conservati nel capitolare delle arti, nell’archivio della Giustizia vecchia, il più antico organo di controllo. Erano suddivise in arti di vittuaria, di manifattura e di commercio, comprendenti ciascuna vari colonnelli, relativi alle singole specializzazioni. Nel 1381 il Governo le dichiarò tutte chiuse; vennero riaperte momentaneamente nel 1358, 1577, 1631, per riparare i vuoti prodotti dalla peste e, definitivamente nel 1754. In epoca napoleonica, pur senza formale soppressione, le arti scomparvero a seguito dei decreti vicereali del 25 aprile 1806 (avocazione dei beni) e del 26 maggio 1807 (proibizione delle confraternite, congregazioni, compagnie e società laicali); molte di esse avevano infatti una parallela scuola di devozione o si identificavano con essa. L’importanza delle arti era notevole sia perché espressione della limitata autonomia del popolo nel settore specifico e in quello della reciproca assistenza, sia per l’intensa attività economica e finanziaria.

Acquaroli. Scuola di San Costanzo, dell’arte degli acquaroli. Portatori e venditori dell’Acqua del Brenta.
Sede: Chiesa di San Basilio, sede propria in Campo San Basilio. Patrono: San Costanzo e Beato Pietro Anconetano.
Nel 1773 quest’arte contava 126 addetti così ripartiti: 18 capimastri, 8 figli di capomastro, non iscritti a quest’arte erano 100. Questa arte era riservata ai solo figli di capomastro. Gli iscritti a quest’arte avevano il jus privativo di condurre e vendere l’acqua all’ingrosso. I non iscritti a quest’arte potevano vendere l’acqua al minuto versando a quest’arte 20 soldi all’anno. Notizie: 1795 Sopra l’abate di pietra di ciascun pozzo sia scavata una vaschetta perché ci sia l’acqua per i cani. (1) (2)

Acquavitieri. Scuola di San Giovanni Battista, dell’arte dell’acqua di vita, e dei caffettieri. Venditori di acquavite, caffè e ghiaccio.
Sede: Chiesa di Santo Stefano confessore (San Stin). Patrono: San Giovanni Battista.
Nel 1773 quest’arte contava 764 addetti così ripartiti: 103 garzoni, 242 lavoranti, 319 capimastri, ripartiti in 218 botteghe aperte, 6 banchetti, 30 posti chiusi e 155 inviamenti. Per decreto del 1759 non potevano aprire nuove botteghe. Notizie: 1764 Inventario dei beni dell’arte, tra cui pennello di damasco cremese ove sta ricamato l’immagine del Protettore nostro. Gli argenti della scuola pesano 479 once, 1 carato e 2 grammi. (1) (2) (4)

Bastazi del Fontego dei Tedeschi. Scuola di San Nicolò, dei bastasi del Fontego dei Tedeschi. Facchini del Fondaco dei Tedeschi.
Sede: Chiesa di San Bortolomio, primo altare a sinistra entrando dalla porta maggiore. Patrono: San Nicolò.
Nel 1773 erano 4. La nazione alemanna aveva lo jus di eleggerli tra quelli della nazione medesima. (1) (2)

Bastioneri. Venditori di vino.
Le vendite principali di vino erano 52 avevano il privilegio di dare soldi su pegno. Nel 1773 erano 30. (1)

Battioro Alemanni. Scuola di Santa Barbara, dell’arte dei battioro alemanni. Specialisti nell’appiattire l’oro in fogli sottilissimi.
Sede: Chiesa di San Lio. Patrono: Santa Barbara
Nel 1773 quest’arte contava 32 addetti così ripartiti: 5 garzoni, 15 lavoranti e 12 capimastri, ripartiti in 9 botteghe. (1) (2)

Battioro. Scuola della Madonna della Neve, dell’arte dei battioro stagnoli e colori. Specialisti nell’appiattire l’oro in fogli sottilissimi, stagnoli da colori.
Sede: Chiesa di Santa Giustina Patrono: Madonna della Neve
Nel 1773 quest’arte contava 104 addetti così ripartiti: 18 garzoni, 40 lavoranti, 46 capimastri, ripartiti in 34 botteghe. (1) (2)

Biavaroli. Scuola della Madonna del Carmine, dell’arte dei biavaroli. Venditori di granaglie e farine, al minuto.
Sede: Chiesa di San Giacomo di Rialto. Chiesa di San Giovanni Elemosinario Protettore: La Madonnna del Carmine
Nel 1773 quest’arte contava 410 addetti così ripartiti: 70 garzoni, 120 lavoranti, 220 capimastri, ripartiti in 174 botteghe. (1) (2)

Bocaleri. Fabbricanti e venditori di piatti, bicchieri, boccali e altre stoviglie.
Sede: Santa Maria Gloriosa dei Frari Patrono: San Michele Arcangelo
Nel 1773 quest’arte contava 32 addetti così ripartiti: 10 garzoni, 32 capimastri, ripartiti in 31 botteghe, 31 inviamenti, 5 fornaci con 20 uomini. Notizie: 1782 Inventario, altare di legno, dipinto e lavorato, con pala di San Michele Arcangelo. Mariegola grande con suoi passetti d’argento e pomoli di laton. Mariegola piccola con suoi passetti di latton. (1) (2)

Bombaseri o Faldelle. Scuola di San Michele Arcangelo, dell’arte della faldelle poi dei bombaseri. Mercanti e lavoranti della bambagia.
Sede: Chiesa di San Bartolomeo, altare a destra fuori del coro. Patrono: San Michele Arcangelo.
Notizie: 1778 Il Consiglio di Dieci ordina che gli argenti della soppressa arte dei bombaseri siano dati alla scuola della Beata Vergine del Pianto, che compie le sue devozioni sull’altare di San Michele. (2)

Barcaruoli de Venesia, Pedoti, Piatteri o Peateri. Scuola di San Giovanni Battista, dei barcaroli di San Silvestro. Barcaioli. Proprietari conduttori di barche.
Sede: Chiesa di San Silvestro. Patrono: San Giovanni Battista. Colonnelli: Barcaroli, battelanti (battelli e gondole). (2) (4)

Barcaruoli del Traghetto della Riva di Santa Giustina. Barcaioli.
Sede: Santa Giustina a Castello. Patrono: Beta Vergine Maria Visitazione ad Elisabetta. (4)

Baretteri o Bereteri. Scuola di Santa Maria Assunta, dell’arte dei baretteri. Fabbricanti e venditori di berrette.
Sede: Chiesa di San Biagio di Castello. Patrono: Santa Maria Assunta. Colonnelli: già uniti ai Marzeri.
Nel 1773 quest’artecontava39 addetti così suddivisi: 1 garzone, 11 lavoranti e 27 capimastri, ripartiti in 7 botteghe. Nel 1530 per incarico dei Capi dei Dieci, i cinque Savi sopra le mariegole ordinano che restino uniti con l’arte dei marzeri, pur conservando come sempre hanno avuto, i loro sovrintendenti, possano prendere, all’occorrenza, le loro decisioni, con licenza del gastaldo dei marzeri, il quale non può né intervenire né votare nei capitoli dei baretteri. (1) (2)

Barbieri. Scuola dei Santi Cosma e Damiano, del’arte dei barbieri.
Sede: Chiesa di San Marziale, Campo Santa Mari dei Servi a Cannaregio. Patrono: Santi Cosma e Damiano. Colonnelli: Barbieri chirurghi, Barbitonsori, Conzaossi, Norsini (addetti alla cura dei genitali), Cavadenti, Stueri (callisti), Braghieri (ernie e castrazione di animali), Parucchieri (poi staccatisi), le levatrici Tra le operazioni di bassa chirurgia cui il barbiere era chiamato c’era anche la flebotomia.
Erano chiamati a prestare servizio in qualità di medici sulle navi della Serenissima. Nel 1773 quest’arte contava 787 addetti così suddivisi: 203 garzoni, 107 lavoranti e 477 capimastri, ripartiti in 387 botteghe. Notizie: 1769 Con l’incendio ai Servi la scuola è stata molto danneggiata e fu distrutto il suo archivio. (1) (2) (3) (4)

Barilleri e Mastelleri. Scuola di San Tomaso di Canturbia, dell’arte dei mastelleri. Fabbricanti di barili da ¼ di bigoncio e piccole botti da ½ bigoncio in giù, mastelli, secchi e zangole.
Sede: Chiesa di San Silvestro Patrono: San Tomaso di Canturbia
Una precisa norma vietava ai barileri di entrare nel quest’arte dei bottai e viceversa. La fase finale della lavorazione delle botti, barili, mastelli, zangole, secchi era affidata ai cerchieri, un’altra corporazione distinta dalle precedenti. Nel 1773 quest’arte contava 73 addetti così suddivisi: 13 garzoni, 45 lavoranti e 45 capimastri, ripartiti in 21 botteghe. (1) (2) (3)

Bastasi Dogana da mar. Fraglia dei bastasi della Dogana da Mar. Facchini della dogana da mare.
Sede: San Giacomo di Rialto
Potevano esercitare in quest’arte solo i nativi delle tre ville di Zogno, Dossena e Sorisole poste nella Val Brembana Superiore e ciò per antico privilegio. Nel 1773 erano 24. (1) (2)

Bastasi Dogana da terra. Fraglia dei bastasi della Dogana da Terra. Bastazi o facchini.
Sede: San Giacomo di Rialto
Anche quest’arte era riservata ai nativi della Val Brembana Superiore. Nel 1773 erano 6. (1) (2)

Biavaroli. Venditori di cereali e legumi.
Sede: Chiesa San Giovanni Elemosinario. Patrono: Beta Vergine Maria del Carmelo. (4)

Beccheri. Scuola di San Michele, dell’arte dei beccheri. Macellai.
Sede: Chiesa di San Matteo a San Polo. Patrono: San Matteo.
Notizie: 1782 Nell’inventario vengono ricordati un pennello vecchio con San Michel con sua coperta, con asta in legno, una Mariegola granda con suoi paseti d’argento e pomoli di laton ed altra picola con suoi paseti di laton (2) (4)

Bocaleri e scudelleri o Pignateri. Scuola di San Michele Arcangelo, dell’arte dei pignateri e dei bocaleri. Fabbricanti e venditori di boccali, pentole, stoviglie e oggetti in terracotta.
Sede: Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Patrono: San Michele. (2) (4)

Bolzeri, Selleri e Tapezieri. Scuola dell’Assunta, dell’arte dei selleri, bolzeri, tapezieri, vagineri a cui si aggiunsero in seguito i chincaglieri. Fabbricanti e venditori di borse, valigie e bauli, chincaglieri, selleri e i tappezzieri.
Sede: Chiesa di San Geminiano, Chiesa di San Felice. Patrono: Santa Maria Assunta
Nel 1773 quest’arte contava 52 addetti così suddivisi: 16 garzoni, 8 lavoranti e 28 capimastri, ripartiti in 28 botteghe. Notizie: 1730 Il Senato permette che l’arte dei selleri, bolzeri e tapezieri sia a sé stante, staccandosi dall’arte dei marzeri. (1) ((2)

Bombardieri. Scuola di Santa Barbara, dell’arte dei bombardieri. Addetti alle bombarde.
Sede: Chiesa di Santa Maria Formosa Patrono: Santa Barbara
Notizie: 1635 I Capi dei Dieci intimano ai guardiani della scuola di Santa Barbara di Torcello che volendo andare a visitare le reliquie della santa, devono andarci senza strepiti di suoni di tamburo o altro. 1671 Il Senato ordina che la testa di Santa Barbara, proveniente da Candia, che è tra le reliquie marciane, sia data alla scuola che la conserverà nella sua sede. (2)

Botteri. Scuola della Purificazione, dell’arte dei botteri. Fabbricanti e venditori di botti e tini.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri, Scuola ai Gesuiti ora demolita. Patrono: Beata Maria Vergine della Purificazione.
Nel 1773 quest’arte contava 176 addetti così suddivisi: 24 garzoni, 22 lavoranti e 130 capimastri, ripartiti in 54 botteghe. Notizie: Al momento della soppressione, nella sede della scuola si trovavano, nella stanza superiore, un quadro con la Circoncisione, un altare in legno con una pala del Perugino e cinque pezzi di quadri. (1) (2) (4)

Burchieri. Scuola di San Nicolò, dell’arte dei burchieri.
Sede: Chiesa dell’Ospedale degli Incurabili Patrono: San Nicolò (2)

Burchieri casarotti. Scuola di Santa Maria, dei burchieri casarotti. Conduttori di grosse barche da trasporto, dette burchi, per farine.
Sede: Chiesa di San Gregorio Patrono: Santa Maria
Notizie: 1610 L’arte è formata dai 25 burchieri de molino a servizio della signoria e 40 a servizio dei mercanti, dei pistori, dei conventi e dei lasagneri. (2)

Burchieri da legne. Conduttori di grosse barche da trasporto, dette burchi, per legna.
Nel 1773 erano 300. (1)

Burchieri da rovinassi e cavacanali. Scuola dei burchieri da rovinassi e cavacanali.

Scuola di Sant’Andrea, dell’arte dei burchieri. Conduttori di grosse barche da trasporto, dette burchi, per calcinacci, sabbione o melma prodotta dallo scavo dei rii.
Sede: Chiesa di Sant’Andrea Patrono: Sant’Andrea
Nel 1773 quest’arte contava 638 addetti così suddivisi: 600 garzoni e lavoranti e 38 capimastri. (1) (2)

Burchieri da paglia. Scuola dell’arte dei burchieri di paglia.
Sede: Chiesa dell’Isola della Grazia (2)

Calafati. Scuola della Purificazione della Beata Vergine Maria, dei calafati dell’Arsenal. Scuola dei Santi Marco e Foca, dei calafati dell’Arsenale. Calafati in proprio e dell’Arsenale, operai specializzati per assicurare l’impermeabilità degli scafi.
Sede: Chiesa di San Martin, Chiesa di San Vidal, Scuola di San Martino, 2426 a Castello. Patrono: San Foca e San Marco. Colonnelli: da figger o ficcar (che fissavano con chiodi o perni il fasciame sulla struttura della nave), da maggio o calcatura (che riempiono di stoppa le fessure che rimanevano tra tavola e tavola, la battevano e la impeciavano).
Sono esenti dalle gravezze come maestranze pubbliche dedicate ai lavori dell’Arsenale. Avevano il privilegio di essere di poter chiamati negli squeri privati fuori dell’Arsenale. Nel 1773 erano 500. Notizie: 1569 Il Senato concede un premio di due soldi al giorno ai 237 marangoni e ai 790 calafati per il loro intervento per spegnere il pericoloso incendio dell’Arsenale. (1) (2) (4)

Calcineri. Scuola di Sant’Antonio, dell’arte dei calcineri. Venditori di calce.
Sede: Chiesa di San Vio Patrono: Sant’Antonio Abate.
Nel 1773 quest’arte contava 25 addetti così suddivisi: 21 capimastri e 4 figli di capomastro. Notizie: 1773 Il senato sopprime l’arte, il cui altare con la pala di Sant’Antonio Abate, gli arredi relativi con gli argenti (141 once), vengono assegnati alla scuola del Santissimo della parrocchia. (1) (2)

Caldereri. Scuola di San Giovanni Battista Decollato, dell’arte dei caldereri. Calderai fabbricanti e venditori di pentole di rame, era un colonnello dell’arte dei fabbri.
Sede: Chiesa di San Luca, altare vicino alla sacrestia. Patrono: San Giovanni Battista Decollato.
Nel 1773 quest’arte contava 151 addetti così suddivisi: 23 garzoni, 64 lavoranti, 67 capimastri. Notizie: 1773 Inventario di quanto appartiene all’arte unita in frattelanza con quella dei fabbri, nel quale è annotato; altare di marmo (vicino alla sacrestia) con pala della decollazione del Battista e due quadri laterali; mariegola coperta di cremese con quattro passetti, otto brocconi e sue placche d’argento con l’insegna dell’insegna dell’arte, conservata in busta di pelle nera; altra mariegola con una placca d’argento; uno stendardo. (1) (2) (3)

Calegheri e Zavateri. Scuola di Sant’Aniano, dell’arte dei calegheri. Fabbricanti e riparatori di scarpe e stivali, fabbricanti e riparatori di ciabatte e zoccoli.
Sede: Chiesa di San Tomà, sede propria in Campo San Tomà, 2857 a San Polo. Patrono: Sant’Aniano. Colonnelli: cocholarri (zoccoli), patinari (pattini o suole di legno), calegheri (calzari, scarpe e stivali nuovi), zavatteri o ciabbattini di arte vecchia (che riparavano le calzature usate), solarii (tagliatori di suola che vendevano al pubblico).
Nel 1773 quest’arte contava 1172 addetti così suddivisi: 181 garzoni, 653 lavoranti e 338 capimastri, suddivisi in 340 botteghe, 22 posti chiusi e 165 inviamenti. Notizie: 1783 Inventario di quanto si trova nella scuola, nel quale “tra sopra e da basso” c’erano diciannove quadri. (1) (2) (3) (4)

Calegheri tedeschi. Scuola dell’Annunziata, dei lavoranti calegheri tedeschi. Fabbricanti e riparatori di scarpe e stivali.
Sede: Chiesa di Santo Stefano, altare dell’Annunciazione. Patrono: Beata Vergine Annunziata (2)

Cameranti o Locandieri. Locandieri o albergatori.
Nel 1773 erano 48, le locande 48. (1) (4)

Cappotteri. Sede: Chiesa di San Giorgio dei Greci. Nel 1773 quest’arte contava 162 addetti così suddivisi: 12 capimastri e 150 tra impiegati e lavoranti. (1)

Cappelleri. Scuola di San Giacomo Apostolo, dell’arte dei cappelleri di felto. Fabbricanti e venditori di cappelli, cappellai.
Sede: Chiesa di San Lio Patrono: San Giacomo Apostolo.
Nel 1773 quest’arte contava 153 addetti così suddivisi: 20 garzoni, 80 lavoranti, 53 capimastri, suddivisi in 25 botteghe e 47 Fornelli. Notizie: 1680 Hanno poca cura del loro altare con scandalo e sconcerto dei fedeli. Chi mancherà alla festa del patrono (25 luglio) non avrà né santo né candela. (1) (2)

Carboneri o Portatori da carbon. Scuola di San Lorenzo, dei portatori de carbon. Trasportatori e scaricatori di carbone.
Sede: Chiesa di San Salvatore. Patrono: San Lorenzo martire. Colonnelli: già uniti ai fabbri.
Nel 1773 erano 35. Questo numero non può essere alterato avendo il pubblico venduto le corbe (licenze) che equivalgono alla libertà dei traghetti. Chiunque saia proprietario, o affittuario di una corba esercita questo mestiere. Sono esenti gravezza di milizia avendo l’obbligo di scaricare senza pagamento i carboni che servono all’Arsenale e alla pubblica Zecca e ciò senza pagamento. Notizie: 1524-1538 In un elenco di dieci portatori de carbon viene specificato che tre provengono da Bergamo, tre dalla Val di Sabbia, tre da Livinallongo. (1) (2) (4)

Cardatori della Tana. Sovvegno della Santissima Croce, dell’arte dei cardatori della Tana. Cardatori di canapa dell’Arsenale.
Sede: San Biagio di Castello. Patrono: Santissima Croce. (2)

Carteri da conti e carta bianca. Scuola di Santa Giustina dell’arte dei carteri da conti et carta bianca. Produttori e venditori di carta bianca e da conti, cartai.
Sede: Chiesa di San Giovanni in Oleo Patrono: Santa Giustina
Nel 1773 quest’arte contava 150 addetti così suddivisi: 25 garzoni, 33 lavoranti e 92 capimastri, suddivisi in 44 botteghe. (1) (2)

Casaroli e Ternieri. Scuola di San Giacomo, dell’arte dei casaroli. Venditori di miele, formaggi, carni suine fresche e salate, venditori di olio e grascia.
Sede: Chiesa di San Giacomo di Rialto, Scuola degli Oresi Campo Rialto Novo n. 554. Patrono: San Giacomo. Colonnelli: Salumieri, Venditori di pesci salati e secchi, da non confondersi con i luganegheri; staccatisi nel 1663.
Nel 1773 quest’arte contava 242 addetti così suddivisi: 15 garzoni, 20 lavoranti, 207 capimastri, suddivisi in 57 botteghe e 30 inviamenti. Notizie: 1600 I casaroli, che da oltre un ventennio officiano in questa chiesa, chiedono al Doge di poter fabbricare il loro bellissimo altare dove c’era quello dei conpravendi pesce, che è del tutto abbandonato, e ottengono una risposta favorevole. (1) (2) (4)

Casselleri. Scuola di San Giuseppe, dell’arte dei casselleri. Fabbricanti e venditori di cassetti, cassapanche, casse per merci.
Sede: Chiesa di Santa Maria Formosa. Patrono: San Giuseppe.
Nel 1773 quest’arte contava 140 addetti così suddivisi: 15 garzoni, 60 lavoranti, 65 capimastri, suddivisi in 40 botteghe. Notizie: 1632 In un inventario viene detto che nelle due facciate esterne della mariegola con i suoi passetti d’argento, c’è la Madonna e San Giuseppe. Sull’altare oltre la pala di San Giuseppe ci sono anche i quadri dell’Annunciazione e dei Magi. (1) (2)

Centureri. Scuola della Madonna Assunta, dell’arte dei centureri. Fabbricanti e venditori di cinture.
Sede: Chiesa di San Felice Patrono: Santa Maria Assunta
Notizie: 1626 Descrizione e misure dei locali della scuola: in un pilastro verso canal è incisa la data della costruzione: 16 novembre 1476. Nel pilastro centrale una scritta diceva scola del mestier da i cen(ure)i, mentre sui due pilastri laterali erano scolpite doi spolete in quanto insegne della scola. (2)

Cereri. Fabbricanti di cera lavorata, candele.
Formavano un colonnello unito con gli spezieri da grosso.
Nel 1773 quest’arte contava 138 addetti così suddivisi: 19 garzoni, 103 uomini a salario, 16 capimastri, suddivisi in 16 cererie. (1)

Cesteri. Scuola di San Biagio, poi scuola dei cesteri. Scuola di San Paolo Eremita, dell’arte dei cesteri. Fabbricanti e venditori di ceste, panieri.
Sede: Chiesa di San Biagio di Castello. Patrono: San Biagio.
Nel 1773 quest’arte contava 59 addetti così suddivisi: 1 garzone, 39 lavoranti, 19 capimastri, suddivisi in 12 botteghe. Notizie: 1491 La Scuola di San Biagio che in passato era stata molto fiorente, affievolendosi, è diventata sede dell’arte dei cesteri, che, al momento della fondazione della loro arte si erano scelti come patrono San Paolo Eremita che pare sia stato abbandonato preferendogli San Biagio. (1) (2)

Chiovaroli. Scuola di San Francesco di Paola, dell’arte dei chiovaroli. Proprietari di tiratoi per i panni lana, addetti a stendere tessuti per farli asciugare (da chiovere luoghi dove venivano stesi i panni).
Sede: Chiesa di San Geremia, in uno dei sedici altari. Patrono: San Francesco di Paola
Quest’arte è ridotta a due sole famiglie. Nel 1773 quest’arte contava 14 addetti così suddivisi 8 capimastri, 6 figli di capomastri. (1) (2)

Cimadori e Sopressadori da panni. Scuola di San Nicolò, dell’arte dei cimadori. Addetti a togliere il “pelo” ai panni, stiratori.
Sede: Chiesa di San Giovanni Elemosinario Patrono: San Nicolò.
Nel 1773 quest’arte contava 48 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 6 lavoranti, 40 capimastri. Notizie: 1786 Il Senato decide la soppressione delle arti dei laneri, dei tesseri, dei cimadori e dei sopressadori di panni. Le proprietà mobili e immobili di queste arti passano alla Camera del Purgo per fare fronte alle loro grasso passività. Le mariegole di queste arti saranno annullate. (1) (2)

Cimolini. Addetti a togliere piccoli ciuffi ai tessuti di lana.
Quantunque questi operai figurino un corpo d’arte, tuttavia era permesso ai mercanti fabbricanti dei panni lana di servirsi d’altre persone fuori da quest’arte, che erano per la maggiore parte donne, per questa libertà dovevano contribuire ai cimolini denari 88 per il mantenimento della loro scuola.

Collegio degli scultori. Sede: Accademia delle Arti presso Piazza San Marco. Patrono: Quattro Santi Coronati: Nicostrato, Claudio, Castorio o Castore, Superiale. Colonnelli: già uniti ai tagiapiera, comprendeva anche gli scultori e intagliatori di capitelli. (4)

Confeteri o Spezieri da confetti. Fabbricanti e venditori di confetti e confetture.
Sede: Adiacenze alla chiesa di Sant’Anna di Castelllo. Patrono: Beata Maria Vergine. Colonnelli: Uniti agli spezieri da grosso. (4)

Compravendi pesce. Scuola della presentazione, dei compravendi pesce. Venditori di pesci nei mercati, mercanti di pesce all’ingrosso e di uccelli di riviera.
Sede: Chiesa Santa Maria del Carmine, Sede propria in Campo dei Carmini, 2609-2610. Patrono: Beata Maria Vergine delle Purificazione.
Questo mestiere era riservato ai soli pescatori della comunità di San Nicolò e di Poveggia giunti che erano all’età di 50 anni e che avessero pescato per 20 anni continui. Nel 1773 erano 158. Notizie: 1722 I locali della scuola, che in passato confinava con la scuola dei marangoni da navi, si trovano nel campo sotto il convento. La loro entrata è circa a metà della parete tra l’angolo della facciata della chiesa e il ponte. (1) (2) (4)

Conzacurami. Scuola di Sant’Andrea, dell’arte dei conzacurami. Conciatori di cuoio.
Sede: Chiesa di Sant’Agostin Patrono: Sant’Andrea
Nel 1773 quest’arte contava 117 addetti così suddivisi: 34 garzoni, 50 lavoranti, 78 capimastri, suddivisi in 12 botteghe. (1) (2)

Cordovani. Scuola del Redentore, dei mercanti di cordovani. Mercanti di pelli conce, pellicciai.
Sede: Chiesa di Sant’Aponal Patrono: Redentore
Nel 1773 quest’arte contava 10 addetti così suddivisi: 4 garzoni e 6 capimastri, suddivisi in 4 botteghe (1) (2)

Coroneri. Scuola di San Francesco d’Assisi, dell’arte dei coroneri. Fabbricanti di corone da rosario, anime per bottoni.
Sede: Santa Ternita Patrono: San Francesco d’Assisi
Nel 1773 quest’arte contava 162 addetti così suddivisi: 34 garzoni, 50 lavoranti, 78 capimastri, suddivisi in 16 botteghe. Notizie: 1781. Nell’inventario si parla della pala d’altare con l’immagine di San Francesco e della mariegola coperta di velluto con i suoi finimenti d’argento, conservata, come d’uso, in una cassetta. (1) (2)

Corrieri Veneti. Scuola di Santa Caterina d’Alessandria, dei corrieri veneti.
Sede: Chiesa di San Giovanni Elemosinario Patrono: Santa Caterina d’Alessandria (2)

Corrieri Veneti di Roma. Scuola di Santa Caterina d’Alessandria, dei corrieri veneti di Roma.
Sede: Chiesa di San Giovanni Elemosinario Patrono: Santa Caterina d’Alessandria (2)

Cortelleri e Spaderi. Scuola di San Nicolò, dell’arte degli spaderi. Fabbricanti e venditori di coltelli, fabbricanti e venditori di spade.
Sede: Chiesa di Sant’Angelo Patrono: San Nicolò
Nel 1773 quest’arte contava 46 addetti così suddivisi: 6 garzoni, 14 lavoranti, 26 capimastri, suddivisi in 19 botteghe e 3 fabbriche. (1) (2)

Cristalleri di vetro e Paternosteri. Scuola di Sant’Antonio abate, dell’arte dei cristalleri, margariteri, perleri e suppialume. Fabbricanti e venditori di cristallerie, fabbricanti e venditori di perle a lume,
e lenti per occchiali, paternosteri, rosari, collane e fiori in perle di vetro.
Sede: Salizada Santa Giustina, edificio in affitto dai padri francescani. Patrono: Sant’Antonio Abate. (4)

Crivelladori. Compagnia della Beata Vergine Maria di Loreto, dei crivelladori di biave. Vagliatori, pesatori di frumento.
Sede: Chiesa di San Stefano Patrono: Beata Vergine Maria di Loreto
Nel 1773 erano in 15. (1) (2)

Cuochi e Scalchi. Scuola di San Lorenzo, dell’arte dei cuochi e scalchi. Scuola dell’arte degli scalchi. Cuochi e servitori ai banchetti pubblici.
Sede: Chiesa di San Benedetto. Chiesa di San Giacomo di Rialto. Patrono: Santi Lorenzo martire e San Benedetto. (2) (4)

Cuori d’Oro. Fabbricanti di cuoio dorato per tappezzerie.
Arte un tempo floridissima, contava sino a 71 botteghe. Forma uno dei colonnelli dei dipintori, ai quali è unita e con cui concorre a pagar la gravezza. Nel 1773 quest’arte contava 20 addetti così suddivisi: 9 lavoranti e 11 capimastri, suddivisi in 4 botteghe. (1)

Dipintori. Scuola di San Luca, dell’arte dei dipintori. Scuola di San Luca, del collegio dei pittori. Pittori e decoratori.
Sede: Chiesa di San Luca, Chiesa di Santa Sofia, sede propria in Santa Sofia, Calle Sporca, 4186 e 4190. Patrono: Santi Luca e Marco. Colonelli: da armature, da scudi (scudi, insegne, targhe e maschere), da selle, da cofani (coffaneri), casselleri depentori (decoratori di casse per corredi nuziali, forzieri ed altro), pittori (di affreschi, ancone e tele), depentori (di tavole da pranzo, piatti, brocche, boccali e mobilia), spechieri (poi confluiti nei marzeri), intaiadori e scultori di legno, miniadori, cuoridoro (cuoio dorato, dipinto e punzonato per tappezzerie, pannelli e paliotti), disegnatori (anche da stoffe), cartieri (tarocchi, carte da gioco) e liberi da carta bianca e da conti (fabbricanti di registri e cartolai), doradori (di libri ed altro) e i maschereri (maschere).
Nel 1773 quest’arte contava 100 addetti così suddivisi: 17 garzoni, 34 lavoranti, 49 capimastri, suddivisi in 35 botteghe. Notizie: 1504 I Magistrati alla Giustizia Vecchia condannano alcuni fruttaroli che vendevano carte depente da zugar, spettando ai dipintori tale commercio. 1763 Ricorso del capo del colonnello dei miniatori al Provveditore al Comun per essere difesi dalle decisioni delle scuole piccole le quali per motivi di economia, non distribuivano più alla festa patronale, santi stampanti in pergamena e dipinti a mano, ma immagini stampate su carta comune. (1) (2) (4)

Diamanteri da duro. Lavoratori di diamanti.
Lavorano in volte e case. Pagano la gravezza unitamente agli orefici dei quali formano un colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 26 addetti così suddivisi: 4 garzoni, 6 lavoranti, 16 capimastri. (1)

Diamanteri da tenero. Lavoratori di pietre preziose e gemme colorate.
Lavorano in volte e case. Pagano il carato della gravezza unitamente agli orefici dei quali formano un colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 75 addetti così suddivisi: 20 garzoni, 20 lavoranti, 35 capimastri. (1)

Disegnatori. Disegnatori di stoffe.
Formano un colonnello dei depentori coi quali concorrono a pagar la gravezza. Nel 1773 quest’arte contava 11 addetti così suddivise: 5 lavoranti, 6 capimastri, suddivisi in 8 botteghe. (1)

Drappieri revendini.
Non avevano alcuna figura di corpo chiuso potendo ognuno aprire botteghe per vender panni. Il loro jus sta nella vendita all’ingrosso ed al minuto dei panni di lana. Nel 1773 quest’arte contava 9 addetti suddivisi in 6 botteghe. (1)

Droghieri.
Formano un colonnello degli spezieri da grosso, con i quali concorrono a pagar la gravezza. Nel 1773 quest’arte contava 63 addetti così suddivisi: 19 garzoni, 24 salariati e 20 capimastri. (1)

Erbaroli. Venditori di verdure e ortaggi.
Sede: Fondamenta San Gioacchino a San Pietro di Castello. Patrono: San Giosafat. Formano un colonnello dei fruttaroli, coi quali pagano il carato gravezza.
Nel 1773 quest’arte contava 130 addetti così suddivisi: 3 garzoni, 5 lavoranti e 122 capimastri. (1) (4)

Fasseri e batelanti da fassi. Vendita al minuto di fascine.

Fabbri o favri. Scuola di Sant’Alò (Sant’Eligio), dell’arte dei fabbri. Fabbri ferrai.
Sede: Chiesa di San Pietro, Chiesa di San Moisè. Patrono: Santi Eligio (Alò), Liberale, Giovanni Battista, Carlo Borromeo. Colonnelli: Stadieri (fabbricanti di bilance), Carboneri (poi staccatisi), Caldereri, Schiopetteri.
Nel 1773 quest’arte contava 193 addetti così suddivisi: 59 garzoni, 274 lavoranti e 209 capimastri, suddivisi in 193 botteghe. Vi erano inoltre 8 botteghe di rappezzetori, 2 botteghe di camoaneri, 18 botteghe di mercanti da ferrarezza, 3 botteghe di gua seghe. Notizie: 1807 Al momento della soppressione nella scuola c’era un altare di marmo con colonne simili, con sua pala di buon pastore, altri 11 dipinti e cinque stendardi che servono nelle funzioni del Giovedì Santo. (1) (2) (4)

Fabbricanti da calze o Calzeri di seda e Gucchiadori. Scuola della Beata Vergine della Salute, dell’arte dei fabbricanti di calze e altri lavori all’inglese. Fabbricanti e venditori di calze, camicie, guanti, scarpette e lavori a maglia.
Sede: Chiesa di San Fantino. Patrono: Beata Vergine della Salute. Colonelli: già uniti ai marzeri, facevano parte dei gucchiadori.
Nel 1773 quest’arte contava 112 addetti così suddivisi: 12 garzoni, 64 lavoranti e 46 capimastri. (1) (2) (4)

Fenestreri. Scuola di Santa Maria Maddalena, dell’arte dei fenestreri. Fabricanti di telai per finestre.
Sede: Chiesa di Santa Maria Maddalena Patrono: Santa Maria Maddalena
Nel 1773 quest’arte contava 131 addetti così suddivisi: 52 garzoni, 78 capimastri, suddivisi in 52 botteghe. Notizie: 1807 Al momento della soppressione, quest’arte aveva il suo altare di marmo, con pala e soaza dorata, in questa chiesa, mentre nella sua sede c’era, in un locale con spalliere e banche d’abete, un altare con pala. (1) (2)

Filacanevi. Scuola di San Bernardino, dell’arte dei filacanevo. Fabbricanti e venditori di cordami per navi.
Sede: Chiesa di San Giovanni in Bragora, Santi Biagio e Cataldo alla Giudecca. Patrono: San Bernardino, Santi Biagio, Agnese e Carlo Borromeo. Colonnelli: Arte grossa (gomene, funi grosse, cavi, scotte, paterazzi e alzaie), Arte minuta (spaghi, corde, reti e funi).
Nel 1773 quest’arte contava 342 addetti così suddivisi: 42 garzoni, 300 capimastri, suddivisi in 210 botteghe. (1) (2) (4)

Filatori di seta. Scuola dei Santi Vincenzo e Anastasio, dell’arte dei filatori di seta. Filatori di seta e di altri fili.
Sede: Chiesa di Santa Ternita Patrono: Santi Vincenzo ed Anastasio. Colonnelli: Erano una volta uniti con i mercanti da seta e testori.
Nel 1773 quest’arte contava 82 addetti così suddivisi: 12 garzoni, 36 lavoranti e 34 capimastri, suddivisi in 20 botteghe e 20 mulini. Nel 1807 al momento della soppressione della scuola, l’arte aveva anche una sua sede, nella quale c’era un altare di legno con pala in tavola e altri dipinti riguardanti l’arte. (1) (2)

Fioreri. Scuola di Sant’Antonio da Padova, dell’arte dei fioreri. Venditori di fiori.
Sede: Chiesa di Santa Margherita Patrono: Sant’Antonio da Padova
Nel 1773 quest’arte contava 36 addetti così suddivisi: 4 garzoni e 32 capimastri, suddivisi in 17 botteghe e 10 posti. Notizie: 1807 Nell’inventario dei suoi bene è elencato il pennello con l’insegna di Sant’Antonio da Padova. (1) (2)

Fontegheri. Scuola della Natività, dell’arte dei fontegheri. Addetti ai fondaci, addetti alle farine
Sede: Chiesa di Sant’Aponal Patrono: Natività di Nostro Signore.
Notizie: 1532 I nuovi iscritti saranno ricevuti avanti l’altare: reciteranno, in ginocchio un Pater-Ave e si impegneranno ad osservare la mariegola, tutti i compagni li debbano tocar la man (dragli la mano). 1785 la scuola è praticamente abbandonata dal 1777. (2)

Fornasieri da piere. Fabbricanti di fornaci per mattoni.
Ognuno era in libertà di erigere fornaci. Nel 1773 quest’arte contava 36 addetti così suddivisi: 6 padroni di fornace e 30 uomini da lavoro. (1)

Fornasieri da vetro. Fabbricanti di fornaci per vetri.
Si dividevano in quattro colonnelli. Da lastre, rulli e quari, da suppiadi, da canna e da smalti. Arte madre che somministra la materia prima ai lavori delle arti vetrarie per consumo e commercio. Nel 1773 quest’arte contava 383 addetti così suddivisi: 31 padroni di fornace, 257 maestranze, altre 60 maestranze in soprannumero e 35 allievi. (1)

Forneri. Scuola dei Re Magi, dell’arte dei forneri. Venditori di pane, fornai.
Sede: Madonna dell’Orto, 3378-379 a Cannaregio. Patrono: Re Magi. Nel 1773 quest’arte contava 233 addetti così suddivisi: 22 garzoni, 149 lavoranti e 62 capimastri, suddivisi in 62 forni esercitanti, 3 forni chiusi, 65 inviamenti. Notizie: 1471 L’arte ha acquistato per 1000 ducati un’area a piè del ponte di sancta Maria del Orto, e ce ne vorranno molti altri per costruire scuola et hospedal. (1) (2) (4)

Frezzaroli. Scuola di San Sebastiano, dell’arte dei frezzaroli. Fabbricanti di frecce.
Sede: Chiesa di Santa Maria del Broglio. Patrono: San Sebastiano. (2)

Fritoleri e Furatoleri. Scuola dell’Annunciazione, dell’arte dei fritoleri e furatoleri. Venditori di frittelle e commestibili a buon mercato.
Sede: Chiesa di San Boldo, Chiesa di San Biagio di Castello. Patrono: Beata Vergine Annunziata.
Non avevano alcun obbligo di servitù. Ognuno aveva la sua contrada assegnata. I fritolleri preparavano anche minestroni con pasta conditi con olio o burro. In caso della morte di uno, se lasciava dei figli, veniva dal gastaldo sostituito il figlio. In mancanza dei figli il gastaldo designava un sostituto che doveva essere approvato dalla Giustizia Vecchia. Nel 1620 I cinquantadue iscritti all’arte dovranno contribuire ogni anno quanto occorre per il mantenimento di otto galeotti. Notizie: 1637 Con 12 voti e favore e 1 contrario, viene decisa la spesa di ducati 5 per fare una tavola dipinta dell’arte da porre nell’ufficio della Giustizia Vecchia, come hanno fatto tutte le altre arti. 1766 L’arte si trasferisce dalla chiesa della Maddalena alla chiesa di San Biagio, sull’altare di San Nicolò. (1) (2) (3) (4)

Frutaroli. Scuola e sovvegno di San Giosafat, dell’arte dei fruttaroli. Venditori di frutta, fruttivendoli.
Sede: San Pietro di Castello, Santa Maria Formosa. Patrono: San Giosafat. Colonnelli: frutaroli, erbaroli e naranzeri; i frutaroli avevano la facoltà di vendere uova.
Nel 1773 quest’arte contava 488 addetti così suddivisi: 48 garzoni, 58 lavoranti e 382 capimastri, suddivisi in 382 botteghe, 7 posti chiusi e 241 inviamenti. Notizie: 1425 Nel giorno di Santa Marina i fruttaroli daranno al capitolo 25 meloni buoni e belli, nel 1517 vanno aggiunti 17 mazzi di asparagi e 104 carciofi. 1775 I provveditori alla Giustizia Vecchia riconoscono che i Nicolotti secondo i loro antichi privilegi, possono entrare nella scuola dei fruttaroli senza essere stati prima garzoni. 1789 L’arte dei fruttaroli, secondo l’antica usanza, rende omaggio al neo eletto doge Daniele Manin, con il dono di 480 meloni della maggior grandezza e della migliore qualità. (1) (2) (3)

Fustagneri e Coltreri. Scuola della Santa Croce, dell’arte dei fustagneri e coltreri. Scuola di Santa Teodosia, dell’arte dei fustagneri. Tessitori di tela bambagina mista con fili di lino e canapa, panni da letto.
Sede: Chiesa di San Bortolomeo, Chiesa di San Tomà Patrono: Santa Croce, Santa Teodosia (2)

Gallineri e Buttiranti. Scuola dell’Annunciazione, dell’arte dei gallineri. Venditori di polli, galline, oche e cacciagione, venditori di uova e burro.
Sede: Chiesa di San Giovanni Elemosinario. Patrono: Beata Maria Vergine Annunciata. Colonnelli: pollaroli e buttiranti. 1595 I gallineri chiedono di poter elevare un’arca ai piedi del loro altare, daranno al Doge ogni ano doi para de fasani. (2) (4)

Garbelladori e Ligatori de comun. Scuola dell’Annunciata, dell’arte dei garbelladori e ligatori de comun. Vagliatori di granaglie.
Sede: San Giacomo di Rialto Patrono: Beata Vergine Annunziata.
Hanno titolo di cariche acquistate da privati, poiché per acquistare l’esercizio dell’arte basta essere o proprietario od affittuale di una di esse cariche. (2)

Garzotti e Argagnotti. Scuola dell’Annunciata, dell’arte dei garzotti. Cardatori, spelazzatori, scardassieri della lana.
Sede: Chiesa di San Simone Profeta (Grando) Protettore: Beata Vergine Annunziata.
Concorrono al pagamento della gravezza unitamente ai mercanti da lana, sebbene sussistano in figura di corpo, tuttavia il mercante può servirsi d’altre persone non descritte in arte, supplendo per ciò queste un annuo aggravio di denari 92 per il mantenimento della scuola. Notizie: 1539 Il Consigli dei Dieci permette ai garzotti, ai cimolini ed ai revedini, di raggrupparsi in un’unica arte. (2)

Gioielleri da falso.
Concorrono a pagare la gravezza con gli orefici, ai quali sono uniti come colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 204 addetti così suddivisi: 78 garzoni, 70 lavoranti e 56 capimastri, suddivisi in 27 botteghe. (1)

Giupponeri. Sarti.
Sede: Campo dei Gesuiti. Patrono: San Omobono. I giupponeri facevano parte dell’arte dei sartori e si dividevano in tre colonnelli: sarti da veste, da ziponi, da calze.
I sarti da veste erano abilitati alla produzione di gonnelle e guarnacche sia per donna che per uomini, i sarti da ziponi producevano giubbe di cotone, drappi da letto, cotonine, zendadi, tonache e vesti imbottite. (3)

Gua Corteli. Scuola di San Giovanni Battista, dell’arte dei gua cortellini. Arrotatore di coltelli, arrotini.
Sede: Chiesa di San Zan Degolà Patrono: San Giovanni Battista
Nel 1773 quest’arte contava 228 addetti così suddivisi: 6 garzoni, 124 lavoranti e 98 capimastri, suddivisi in 20 botteghe, 9 posti e 38 inviamenti. (1) (2)

Indoratori. Doratori.
Formano uno dei colonnelli dei dipentori, coi quali concorrono al pagamento della gravezza. Nel 1773 quest’arte contava 144 addetti così suddivisi: 10 garzoni, 70 lavoranti e 64 capimastri, suddivisi in 33 botteghe. (1)

Intagliadori. Intagliatori su legno o su pietra.
Sede: Chiesa di Santa Marina Patrono: San Salvatore
Nel 1773 quest’arte contava 265 addetti così suddivisi: 43 garzoni, 124 lavoranti e 98 capimastri, suddivisi in 36 botteghe. Notizie: 1808 Al momento della soppressione, la scuola è nella chiesa della Madonna dell’Orto, dove si trovano il pennello di legno dipinto, e due statue in legno rappresentanti il Salvatore. (1) (2)

Laneri. Lavoranti e venditori di lana.
Sede: Salizada San Pantalon, 131/131. Patrono: San Bernardino. Colonnelli: Drapperi (venditori di panni di lana), Filaresse o filere a molinello e a rocha (filatrci), folladori e gualcaori con pedi (follatori), tiradori e claudadori (addetti agli stenditori per asciugare i pannilani tinti e per allungarli secondo le misure prescritte, addetti alla spianatura dei pannilani), verghesini (battevano la lana grezza con le verghe), garzoti o pettenadori (lavoravano la lana con pettini di ferro), scartesini (lavoravano la lana coi pettini di ferro uncinati). Nel 1773 quest’arte contava 220 addetti così suddivisi: 20 garzoni, 200 lavoranti. (1) (4)

Lasagneri. Scuola di San Giuseppe, dell’arte dei lasagneri. Venditori di lasagne e paste.
Sede: Chiesa di San Bonaventura. Patrono: San Giuseppe.
Nel 1773 quest’arte contava 81 addetti così suddivisi: 16 garzoni, 43 lavoranti e 22 capimastri, suddivisi in 22 botteghe e 22 inviamenti. Notizie: 1688 Nessuno può andarsene dalla chiesa, prima che sia terminata la messa. (1) (2) (4)

Lattonieri. Ottonai.
Concorrono al pagamento della gravezza pubblica unitamente ai marzeri ai quali sono iscritti come colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 22 addetti, suddivisi in 22 botteghe. (1)

Librai a stampa. Scuola dei Santi Tommaso e Giovanni di Dio, dell’università degli stampatori e librai. Stampatori e venditori di libri, librai.
Sede: Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, Chiesa di Santa Maria Formosa Patrono: San Tommaso d’Acquino.
Nel 1773 quest’arte contava 310 addetti così suddivisi: 18 garzoni, 318 lavoranti e 151 capimastri, 310 torcolanti e compositori, impiegati in 51 librerie, suddivisi in 35 botteghe di stamperia e 42 botteghe da librer. (1) (2) (3)

Ligadori da libri. Rilegatori di libri.
Pagavano la gravezza uniti ai libreri a stampa dei quali formavano un colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 52 addetti così suddivisi: 5 garzoni, 24 lavoranti e 23 capimastri, suddivisi in 52 botteghe. (1)

Ligatori da Fontico o Ligadori del Fontego dei Tedeschi. Scuola della Santissima Trinità dei ligadori del Fontego dei Tedeschi. Legatori di colli e imballatori di merci nel Fondaco dei Tedeschi a Rialto.
Sede: Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, Santa Maria Formosa. Patrono: Santissima Trinità.
La nazione Alemanna aveva lo jus di eleggerli e erano tutti Trentini. Nel 1773 quest’arte contava 6 addetti. (1) (2) (4)

Linaroli. Scuola di Sant’Apollonia, dell’arte dei linaroli. Scuola di Sant’Elena, dell’arte dei testori di panni di lino. Venditori e lavoratori di panni di lino.
Sede: Chiesa di San Giovanni in Oleo, Chiesa di San Marcuola Patrono: Sant’Apollonia, Sant’Elena
Nel 1773 quest’arte contava 148 addetti così suddivisi: 20 garzoni, 46 lavoranti e 82 capimastri, suddivisi in 36 botteghe. Notizie: 1764 Nell’inventario si legge che la scuola ha il suo altare nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, ai piedi del quale ci sono due arche. Sull’altare c’è un’immagine di Santa Apollonia con soaza dorata e una statua di legno dipinto della stessa. Nella scuola c’è un altare di legno con una statua della santa in alabastro. C’è un pennello con sua asta, nel quale la santa è dipinta nel diritto e roverso. La mariegola ha i cartoni di velluto. (1) (2)

Luganegheri. Scuola di Sant’Antonio Abate, dell’arte dei luganegheri. Venditori di salsicce e lardo, pizzicagnoli e venditori di minestre.
Sede: Chiesa di San Giacomo di Rialto, Chiesa di San Salvatore. Patrono: Sant’Antonio Abate.
Nel 1773 quest’arte contava 423 addetti così suddivisi: 70 garzoni, 178 lavoranti e 175 capimastri, suddivisi in 53 botteghe, 22 posti chiusi e 175 inviamenti. Notizie: 1681 La scuola acquista alle Zattere, nel territorio della parrocchia di San Basilio, un’area diroccata, nella quale in precedenza c’era un granaio e una bottega da botti, per edificare la propria sede, al piano terreno della quale un locale sarà destinato al deposito degli animali porcini. Un’altra sede, locale ad uso dalle conferenze dell’arte, era nel territorio della parrocchia di San Matteo a Rialto. (1) (2) (4)

Mandoleri. Venditori di mandorle e frutta secche.
Nel 1773 quest’arte contava 231 addetti così suddivisi: 30 garzoni, 28 lavoranti e 173 capimastri, suddivisi in 90 botteghe. (1)

Manganeri. Scuola di Santa Caterina, dell’arte dei manganeri. Addetti al mangano, per tirare i tessuti nuovi.
Sede: Chiesa di Santa Maria Formosa Patrono: Santa Caterina Colonnelli: lustradori da seda (panni seta) e lustradori da lana (panni lana).
Nel 1773 quest’arte contava 22 addetti così suddivisi: 1 garzone, 7 lavoranti e 14 capimastri, suddivisi in 10 botteghe. Notizie: 1774 La festa di Santa Caterina (25 novembre) viene celebrata nello stesso giorno della ricorrenza liturgica, nel quale le botteghe dei manganeri rimangono chiuse. (1) (2)

Marangoni dell’Arsenal. Sovvegno di San Giuseppe e Sant’Antonio, dei marangoni dell’Arsenale. Scuola e sovvegno della Visitazione a Santa Elisabetta dei marangoni dell’Arsenale. Scuola della Visitazione, dell’arte dei marangoni dell’Arsenale. Falegnami dell’Arsenale.
Sede: Chiesa di Sant’Antonio Abate, Chiesa Santa Maria del Carmine, Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.  Patrono: San Giuseppe, Sant’Antonio, Beata Maria Vergine della Visitazione.
Corpo di operai inservienti ai lavori pubblici, i quali per privilegio devono esser chiamati a parte nei lavori degli squeri (cantieri) privati, perciò formano corpo d’arte. Nel 1773 erano 700. Notizie: 1573 Festa di San Giuseppe, nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, nella quale il sovvegno aveva la sua sede, prima di trasferirsi nella chiesa di Sant’Antonio, furono rubati i soldi del sodalizio. 1595 La cassa risulta vuota, vengono sospesi i sussidi per sei mesi, resta però il medico. (1) (2)

Marangoni da città. Falegnami.
Nel 1773 quest’arte contava 1924 addetti così suddivisi: 91 garzoni, 342 lavoranti e 550 capimastri, 600 figli di capomastri suddivisi in 21 botteghe da noghera, 20 botteghe da soaze e 38 botteghe da rimessi. (1)

Marangoni da case. Scuola di San Giuseppe, dell’arte dei marangoni di case Falegnami e carpentieri per abitazioni.
Sede: Chiesa di San Samuele, sede propria in Calle de le Carozze, 3268 a San Marco. Patrono: San Giuseppe. Colonnelli: da fabbriche (case), da noghera (mobili), da soaze (cornici) e da rimessi (impiallacciature o tarsie).
Notizie: 1337 Con 39 voti a favore e 1 contrario, viene deciso che nei due capitoli annuali, anziché dare ai presenti vin e confetti si dia pan et candele, la qual cosa sarà più honesta a Dio e al mondo. 1524 E’ affidata alla scuola la fattura del felce del bucintoro. Ogni maestro lavorante avrà 6 soldi al giorno e vin de la casa (Arsenale) secondo il consueto. (2) (4)

Marangoni da nave. Falegnami navali in proprio e dell’Arsenal.
Sede: Campo dei Santi Giovanni e Paolo a Castello. Patrono: Beata Maria Vergine della Visitazione ed Elisabetta. Colonelli: marangoni, segadori (poi staccatisi), maestri agli alberi e ai pennoni, squerarioli (poi staccatisi), taglieri (addetti alla carucole per manove).
Come i calafatti erano obbligati ad imbarcarsi nelle navi della repubblica in numero di due. (3) (4)

Margariteri. Scuola di Sant’Antonio abate, dell’arte dei cristalleri, margariteri, perleri e suppialume. Sovvegno della fraterna dei margariteri. Lavoratori di margherite o conterie, cioè di perline di vetro tagliate dalle canne e rotondate al fuoco in padelle.
Sede: Chiesa di Santa Giustina Patrono: Sant’Antonio Abate Colonnelli; da ferrazza e da spiedo.
Nel 1773 quest’arte contava 196 addetti così suddivisi: 100 capimastri, 70 figli di capimastri e 26 padroni di fornace, suddivisi in 11 banchi e 26 fornaci. Notizie: 1751 Siano date lire 10 per ogni confratello defunto, per l’abito. (1) (2)

Marzeri. Scuola della Madonna Assunta, dell’arte dei marzeri. Merciaio, venditori di merci di Fiandra (lane, berrettini, fili, cordelle), e venditori e fabbricanti di drappi e galloni d’oro e d’argento, di calze, di guanti di pelle, di polveri di Cipro, di ottoni e bilance, di imbuti, di occhiali, di liuti e strumenti musicali, venditori di chincaglierie e bigiotterie, di ferramenta e piombi e gli ambulanti di mercerie.
Sede: San Giuliano, Corte Ancilotto, 615 a San Marco. Patrono: Beata Vergine Assunta e San Daniele. Colonelli: Arte grossa (produzione e vendita di peli, di tele ponentine e sete varie, esclusi coloro che vendevano panni d’oro e di seta), e arte fina (velami e nastri), comprendeva: stringeri (lacciolo), telarioli (venditori di tela), battioro stagnoli e da colori (fabricatori di foglie da specchi e venditori di minerali, terre e droghe da colori), talgia verzini (legno per tingere in rosso), pirieri (imbuti e oggetti in latta), corteleri e spaderi (poi separatisi), vazineri (fabbricanti e venditori di foderi, custodie ed astucci, poi separatesi), centureri (cinture di seta e pelle per reggere alze e braghe, separatisi), peteneri da testa e feraleri (pettini, fanali e lampioni), poi separatisi), gucchiadori (calze, camicie, guanti. Scarpette ed altri lavori a maglia, poi staccatesi), bereteri (fabbricanti e venditori di berrette da lana, poi separati), capelleri (fabbricanti di cappelli di lana e pelliccia), spechieri (poi stacatesi), bolzeri (valigie e bauli, poi congiuntosi con i selleri e i tapezzieri), latonieri (ottone), muschieri (profumi e guanti), muschieri da polvere di Cipro (profumerioe e ciria), ferrarezza (ferramenta), da oro (fili d’oro), chincaglieri, vaganti (ambulanti), occhialeri, liuteri. A questo corpo erano aggregati come colonnelli i latonieri, i muschieri, i mercanti di ferrarezza, i mercanti da oro, i petteneri.
Nel 1773 quest’arte contava 374 addetti così suddivisi: 17 da bianco suddivisi in 15 botteghe e 2 mezzadi, 17 da merci di Fiandra suddivisi in 15 botteghe e 12 mezzadi, 104 da sede e romanette suddivisi in 90 botteghe e 14 mezzadi, 28 da gucchierie suddivisi 22 botteghe e 6 banchetti, 208 da chincaglie suddivisi 15 botteghe, 14 mezzadri e 40 banchetti. Notizie: 1583 Per la pala dell’altare concorrono Giacomo Palma (si 4, no 1), Giacomo Tintoretto (si 1, no 4), el Bassan (si 2, no 3) e Ludovico Veronese (no 5), i bozzetti dei quali vengono messi ai voti e risulta vincente il Palma. 1667 Nell’inventario dei beni della scuola è compresa una mariegola coperta di velluto cremesin, guarnita d’argento dorato, più avanti una nota aggiunge che la stessa fu restaurata nel 1689, con l’aggiunta di nuove carte, dell’indice, di nuova fodera di velluto e nuova doratura degli adornamenti d’argento. 1810 E’ stato venduto a padre Michelangelo da Verona, del convento di San Francesco della Vigna, per 18 lire, un quadro di Gentile Bellini che si trovava nella scuola. (1) (2) (4)

Mascareri. Fabbricanti di maschere.
Concorrono al pagamento della gravezza unitamente ai dipintori ai quali sono ascritti come colonnello. Nel 1773 quest’arte contava 31 addetti così suddivisi: 6 garzon1, 7 lavoranti e 18 capimastri, suddivisi in 12 botteghe. (1)

Medici fisici, Cirologi o Medici da piaghe. Scuola dei Santi Cosma e Damiano, dell’arte dei medici fisici. Scuola dei chirurghi. Scuola dell’Assunta e dei Santi Marco e Luca, dell’arte dei medici fisici. Medici chirurgi.
Sede: San Paternian, San Giacomo da l’Orio, 1507 Santa Croce. Chiesa Santa Maria Gloriosa dei Frari, cappella Corner. Patrono: Assunta, Santi Marco e Luca, Santi Cosma e Damiano. Colonnelli: comprendeva: chirurgi (distinti dai barbieri chirurghi), ostetriche.
Nel 1773 quest’arte contava 191 addetti così suddivisi: 91 professori di chirurgia, 5 stueri, 5 cavadenti, con 6 botteghe di norcino. Notizie: 1800 La sede della scuola di anatomia, che è stata devastata da un incendio, avrà provvisoriamente due stanze ai Derelitti. Le lezioni si terranno durante la Quaresima, eccettuati il martedì e il venerdì, nel locale dell’ambulatorio dei tignosi. (1) (2) (4)

Mercanti. Scuola di San Nicolò, dei mercanti. Scuola della Madonna e San Francesco dei Mercanti.
Sede: Chiesa Santa Maria Gloriosa dei Frari, Scuola di San Cristoforo alla Madonna dell’Orto Patrono: Madonna Santa Maria, San Cristoforo (2)

Mercanti da legname.
Questo era un corpo mercantile che non ha figura alcuna di arte, aperto e libero e chiunque. Se denominava Consorzio ed in esso si descrive chiunque negozia e vende legname. Resta confratello consorziante sino a tanto dura la sua negoziazione. Nel 1773 erano 10. (1)

Mercanti da oro.
Concorrono a pagare la gravezza unitamente ai marzeri ai quali sono aggregati come colonnello. Ognuno può iscriversi, ed aprire bottega a mezzà non essendovi garzonato, né lavoranzia, né capomaestranza. Nel 1773 quest’arte contava 41 addetti, suddivisi in 25 botteghe e 16 mezzadi. (1)

Mercanti da panni lana.
Arte aperta e libera a chiunque. Pagano una tassa per ogni pezza di panno fabbricata.

Mercanti da seda.
Nel 1773 quest’arte contava 62 addetti così suddivisi, 32 fabbricanti e venditori, 14 venditori non fabbricanti, 16 di solo titolo, ripartiti in 46 botteghe e mezzadi. (1)

Mercanti da vino. Mercanti di malvasia. Scuola di San Giovanni Evangelista, dell’arte dei mercanti da malvasia. Proprietari di burchi con diritto di vendita di vino all’ingrosso.
Sede: Campo San Silvestro. Chiesa di San Nicolò della Lattuga. Patrono: Santissima Croce. San Giovanni Evangelista. Colonnelli: travasadori e portatori di vino.
Poteva esercitare quest’arte chiunque negoziasse e vendesse vino. Nel 1773 quest’arte contava 18 addetti. (1) (2) (4)

Miniadori. Miniaturisti.
Formano un colonnello dell’arte dei dipintori. Nel 1773 quest’arte contava 46 addetti così suddivisi, 17 garzoni, 10 lavoranti, 19 capimastri, ripartiti in 10 botteghe. (1)

Misuradori e Garbeladori de biade. Scuola di Santa Caterina, dell’arte dei misuratori de biave. Misuratori e vagliatori di cereali e legumi.
Sede: Chiesa di San Paternian. Patrono: Santa Caterina d’Alessandria. (2) (4)

Mureri. Scuola dei Santi Tomaso Apostolo e Magno Vescovo, dell’arte dei mureri. Muratori.
Sede: Chiesa San Samuele, sede propria in Salizada San Samuele, 3216 a San Marco. Patrono: Santi Tommaso Apostolo e Magno Vescovo.
I braccianti giornalieri che lavoravano come manovali non erano considerati dell’arte e non potevano toccare la cazzuola. Nel 1773 quest’arte contava 362 addetti così suddivisi, 17 garzoni, 345 capimastri. (1) (3) (4)

Muschieri da polvere di cipro. Fabbricanti e venditori di ciprie e profumi.
Formavano uno dei colonnelli dei marzeri. Nel 1773 quest’arte contava 18 addetti ripartiti in 16 botteghe e 2 mezzadi così suddivisi, 17 garzoni, 10 lavoranti, 19 capimastri. (1)

Naranzeri. Venditori di agrumi.
Sede: Fondamenta San Gioacchino a San Pietro. Patrono: San Giosafat. Formano colonnello dei fruttaroli.
Nel 1773 quest’arte contava 159 addetti così suddivisi: 16 garzoni. 16 lavoranti e 127 capimastri, suddivisi in 127 botteghe, 13 posti chiusi e 88 inviamenti. (1) (4)

Oresi e zogielieri. Scuola del Sant’Antonio Abate, dell’arte degli orefici e gioiellieri. Orefici e gioiellieri.
Sede: Chiesa di San Giacomo di Rialto, Campo Rialto Novo, 554. Patrono: Sant’Antonio Abate. Colonnelli: Includevano i paternosteri (fabbricanti di conterie), oresi, gioiellieri da falso, diamateri da duro (tagliatori di diamanti), diamanteri da tenero (tagliatori di altre pietre preziose), legatori di gioie alla veneziana, alla francese, lavoranti di catenelle d’oro, cesellatori, lavoranti a sbalzo, pittori da smalto.
Gli oresi curavano altresì gli arredi sacri delle chiese. Gli oresi veneziani erano specializzati nella filigrana, nella fabbricazione dei nanini o entrecosei e nei diamanti. Nel 1773 quest’arte contava 416 addetti così suddivisi: 116 garzoni e 90 lavoranti e 210 capimastri, ripartiti in 22 botteghe. Notizie: 1601 Il doge Marin Grimani concede che la scuola possa erigere il proprio altare in San Giacomo di Rialto man sanca della porta granda, con l’onere di far avere al Doge stesso, ogni anno, due pernici per santo Stefano. (1) (2) (3) (4)

Orologieri. Orologiai.
Arte aperta e libera a chiunque. Nel 1773 quest’arte contava 45 addetti così suddivisi: 6 garzoni e 10 lavoranti e 29 padroni di bottega. (1)

Ortolani.
Entra in quest’arte chiunque è affittuale di vigna. Nel 1773 quest’arte contava 62 addetti così suddivisi: 17 affittuali di vigna a Castello, 32 affittuali di vigna alla Giudecca e 13 affittuali di vigna a Cannaregio. (1)

Osti e Caneveri. Scuola della Beata Vergine Assunta e di San Rocco, degli iscritti all’arte degli osti. Scuola di San Giovanni Battista, dell’arte dei caneveri di Rialto e San Marco. Scuola di San Giovanni Battista, dell’arte degli osti e canevi. Osti, addetti alle cantine e ai depositi di vino.
Sede: Chiesa di San Matteo, Chiesa di San Giovanni in Oleo, Chiesa di San Cassiano Patrono: Beata Vergine Assunta, San Giovanni Battista.
Arte aperta a chiunque sostenesse una delle 20 osterie e sino a tanto sostiene la sua condotta. Nel 1773 quest’arte contava 155 addetti così suddivisi: 20 impresari di osteria, 135 uomini a salario. Notizie: 1808 L’arte ha in uso, nella chiesa, l’altare con pala del Battista, sul quale c’è un tabernacolo di pietra con portella di rame. (1) (2) (4)

Passamaneri. Scuola della Natività, dell’arte dei passamaneri. Fabbricanti e venditori di passamanerie.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o Crocicheri. Patrono: Natività di Nostro Signore Colonelli: da lizzi alti, da molin doppio e da molin ugnolo.
Nel 1773 quest’arte contava 95 addetti così suddivisi: 4 garzoni, 36 lavoranti e 55 capimastri. (1) (2)

Pegolotti. Scuola dei Santi Nicolò e Antonio abate, dell’arte dei pegolotti. Fabbricanti e venditori di pece.
Sede: Cappella di San Nicolò nel Palazzo Ducale Patrono: San Nicolò, Sant’Antonio Abate.
Nel 1773 quest’arte contava 27 addetti così suddivisi: 15 garzoni e 12 capimastri, ripartiti in 12 botteghe. (1) (2)

Peltreri e Stagneri. Scuola di San Giovanni Evangelista, dell’arte dei peltreri. Fabbricanti e venditori di manufatti di stagno.
Sede: Chiesa di San Salvador, Chiesa di San Bartolomeo Patrono: San Lorenzo, San Giovanni Evangelista
Nel 1773 quest’arte contava 30 addetti così suddivisi: 1 garzone, 9 lavoranti e 20 capimastri, ripartiti in 6 botteghe. (1) (2)

Pesadori. Scuola di San Giacomo, dell’arte dei pesadori de comun.
Sede: Chiesa di San Giacomo di Rialto Patrono: San Giacomo (2)

Pestrineri. Scuola dei Santi Giuseppe e Mattio, dell’arte dei pestrineri. Venditori di latte, formaggi magri, burro panna e ricotta.
Sede: San Matteo a San Polo. Patrono: San Giuseppe e Matteo.
Nel 1773 quest’arte contava 49 addetti così suddivisi: 8 garzoni, 1 lavorante e 40 capimastri, ripartiti in 29 botteghe e 9 posti chiusi. Notizie: 1795 Nell’inventario è compresa una matricola con broche e passetti d’argento. (1) (2) (4)

Petteneri da testa e Faraleri. Scuola di San Paolo Eremita, dell’arte dei petteneri e faraleri. Fabbricanti e venditori di pettini per il capo, fabbricanti e venditori di fanali, lanterne.
Sede: Chiesa di San Giuliano. Patrono: San Paolo Eremita. Colonnelli: Originariamente era un colonnello dei marzeri.
La vendita era organizzata al minuto, i pettini erano messi in vendita suddivisi per qualità. Era compito di quest’arte anche la fabbricazione e la manutenzione dei ferali. Nel 1773 quest’arte contava 90 addetti così suddivisi: 14 garzoni, 29 lavoranti e 47 capimastri, ripartiti in 14 botteghe. (1) (2) (3)

Pistori. Scuola della Concezione, dell’arte dei pistori. Rivenditori di pane.
Sede: Chiesa di San Samuele, sede propria in Calle del Piovan, 2762 Scuola degli Albanesi, a San Maurizio. Patrono: Beata Vergine Maria Regina, Santi Rocco e Lorenzo Giustiniani.
Per esercitare quest’arte bisognava essere proprietario o affittuale di uno dei 48 inviamenti che furono venduti al pubblico. Se il pane prodotto era di qualità scadente era fatto obbligo di tagliarlo a pezzi e gettarlo dai gradini del Ponte di Rialto. Nel 1773 quest’arte contava 355 addetti così suddivisi: 82 salariati nelle botteghe, 240 nelle stue (forni) e buratterie, 33 nelle panettarie (posti dove si vendeva il pane ma non si cuoceva), ripartiti in 48 pistorie, 33 panetterie e 48 inviamenti. Vi erano due grandi panaterie, una a San Marco con 19 botteghe e l’altra a Rialto con 25 botteghe. (1) (2) (3) (4)

Pistori tedeschi. Scuola della Concezione, dei pistori tedeschi. Rivenditori di pane.
Sede: Chiesa di San Stefano, altare della Madonna Patrono: Immacolata Concezione (2)

Pittori. Sede: Chiesa di Santa Sofia, Scuola di San Vincenzo Ferreri ai Santi Apostoli. Patrono: Santi Luca e San Marco. Colonnelli: già uniti ai depentori.
Notizie: 1682 Dal senato i pittori ottengono di potersi separare dagli altri rami dell’arte, costituendo il collegio dei pittori e restando l’obbligo di non mancare alla celebrazione della messa nella ricorrenza della festa patronale. (2) (4)

Raffinatori da zuccaro.
Formava un colonnello dei spezieri da grosso. Nel 1773 quest’arte contava 41 addetti così suddivisi: 6 garzoni, 31 lavoranti e 4 capimastri, ripartiti in 4 raffinerie. (1)

Remeri. Scuola di San Bartolomeo, dell’arte dei remeri dell’Arsenale. Fabbricanti di remi.
Sede: Chiesa di San Francesco da Paola, Chiesa di San Bartolomeo Patrono: San Bartolomeo.
Nella stessa arte erano compresi sia i remeri privati che quelli dell’Arsenal. Nel 1773 quest’arte contava 244 addetti così suddivisi: 31 garzoni, 213 capimastri, ripartiti in 19 botteghe. Notizie: Nel corso del ‘400. Nell’antico inventario di quanto possiede la scuola, tra le varie voci si parla di un penello da corpi, da usarsi nei funerali, che si conserva con la sua mazza, in una apposita cassetta. Sono elencati pure un penon grande d’oro, con la asta, conservati nella loro fodera; due bandiere da trombetti, due bandiere de cendado calo, una mariegola nova fodrada de veludo blavo, varnida d’arcento in una custodia de quoro e una mariegola vecchia. 1791 Nell’inventario degli argenti della scuola è detto che la mariegola aveva le due copertine esterne d’argento, e il pennello della scuola recava una impronta d’argento. (1) (2) (3)

Sabbioneri. Scuola di Sant’Andrea, dell’arte dei sabbioneri. Trasportatori e venditori di sabbia.
Sede: Chiesa di San Giovanni in Bragora. Patrono: Sant’Andrea.
Nel 1773 quest’arte contava 41 addetti così suddivisi: 4 garzoni e 37 capimastri. Notizie: 1515 La scuola è povera, la pala d’altare è così mal ridotta che non si capisce se è un santo o una santa, per cui bisogna rifarla. 1773 Il senato sopprime l’arte dei sabbioneri e quella dei calcineri. I magistrati alla Giustizia Vecchia a cui l’arte è soggetta, tengono in attività un certo numero di sabbioneri con l’incarico di curare la zavorra delle navi. (1) (2)

Sagomatori da oglio. Scuola della Purificazione, dei sagomadori di olio. Misuratori delle botti da olio.
Sede: Chiesa di San Tomà Patrono: Purificazione
Nel 1773 erano in 21 addetti. (1)

Salumieri. Scuola di San Francesco, dell’arte dei salumieri. Venditori di pesci secchi e salati.
Sede: Chiesa di San Cassiano. Patrono: San Francesco d’Assisi. Colonnelli: già uniti ai casaroli.
Nel 1773 quest’arte contava 224 addetti così suddivisi: 44 garzoni, 10 lavoranti e 170 capimastri, ripartiti in 130 botteghe. Notizie: 1808 Al momento della soppressione l’arte aveva solo in affitto l’altare di San Francesco in San Cassiano e un locale nelli volti di Rialto, nel quale c’era un quadro raffigurante la gloria celeste, e alcuni pezzi di quadri nel soffitto. (1) (2) (4)

Senseri. Scuola di Ognissanti, dell’arte dei senseri di Rialto. Sensali.
Sede: Chiesa degli Ognissanti Patrono: Ognissanti
Tra 70 questi si denominavano sanseri ordinari di Rialto, altri 30 sanseri del Fontego dei Tedeschi. (2)

Saoneri. Scuola della Beata Vergine della Purificazione, dell’arte dei mercanti di olio e saoneri. Fabbricanti di sapone.
Sede: Chiesa di Sant’Agostin Patrono: Beata Vergine della Purificazione
I venditori al minuto per le contrade sono suoi membri. Nel 1773 quest’arte contava 128 addetti così suddivisi: 17 garzoni, 21 lavoranti e 90 capimastri, ripartiti in 7 saonarie in lavoro (fabbriche di sapone) e 2 senza lavoro.
Notizie: 1808 Al momento della soppressione, l’arte possedeva gli arredamenti per l’altare e due arche in chiesa. (1) (2)

Sartori. Scuola dei Santi Barbara e Omobono, dell’arte dei sartori. Sarti.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri, Campo dei Gesuiti a Cannaregio. Patrono: Santi Omobono e Barbara. Colonelli: sartori da veste; da calza; giuponeri (giubettai già uniti ai coltresi).
Nel 1773 quest’arte contava 781 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 200 lavoranti, 279 capimastri e 300 mistre (maestre), ripartiti in 172 botteghe. (1) (2) (4)

Scaleteri. Scuola di San Fantino, dell’arte degli scaleteri. Fabbricanti e venditori di buzzoladi di qualsiasi qualità, biscotti, ciambelle e dolciumi.
Sede: Chiesa di San Fantin, Chiesa di San Paterniano. Patrono: San Fantino.
Nel 1773 quest’arte contava 223 addetti così suddivisi: 39 garzoni, 99 lavoranti e 85 capimastri, ripartiti in 59 botteghe, 54 posti chiusi e 96 inviamenti. Notizie: 1508 Si potevano tenere banchetti di vendite nei luoghi dove si cresima, ma non alle porte della chiesa. (1) (2) (4)

Schiopetteri. Armaiuoli.
Formavano un colonnello dei fabbri. Nel 1773 quest’arte contava 21 addetti così suddivisi: 1 garzoni, 11 lavoranti e 9 capimastri, ripartiti in 9 botteghe. (1)

Scorzeri e Conzapelli. Scuola di devozione dedicata a San Gabriele, dei conza vari e altre pelli selvatiche. Scuola di Sat’Andrea, dell’arte degli scorzeri. Conciapelli.
Sede: Chiesa dei Santi apostoli Simone e Giuda. Chiesa di Sant’Eufemia. Patrono: Sant’Andrea, San Michele Arcangelo
Le pelli sottoposte a lavorazione per ottenere il cuoio erano di montone e di capretto, vi era il divieto di usare pelli di cavallo o di asino, gli scorseri inoltre producevano anche la pergamena. Nel 1773 quest’arte contava 250 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 48 lavoranti e 200 capimastri, ripartiti in 31 scorzerie. (1) (2) (3)

Scorseri e Conzacurame della Zuecha. Scuola di San Michele Arcangelo, dell’arte dei conciapelli. Scorticatori e conciatori di pelli e cuoiami della Giudecca.
Sede: Fondaco del Curame a Sant’Aponal. Chiesa di Sant’Eufemia. Patrono: Sant’Andrea. San Michele Arcangelo (2)

Scortegadori de manzi. Scuola di San Francesco d’Assisi, dell’arte degli scortegadori de’ manzi. Scorticatori di manzi.
Sede: Chiesa di San Giobbe Patrono: San Francesco d’Assisi (2)

Segadori dell’Arsenal o Segatori di legna. Scuola di Sant’Isidoro dell’arte dei segadori dell’Arsenale. Fraterna di Sant’Isidoro, dei segadori dell’Arsenale. Segatori del legname per l’Arsenale.
Sede: Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, San Giovanni in Oleo. Patrono: San Isidoro.
Nel 1773 erano 205. (1) (2) (3)

Selleri. Fabbricanti e venditori di selle, fabbricanti di carrozze.
Formavano un colonnello dell’arte dei bolzeri. Nel 1773 quest’arte contava 21 addetti così suddivisi: 3 garzoni, 12 lavoranti e 6 capimastri, ripartiti in 6 botteghe. (1)

Semolini. Mercanti di crusca.
Nel 1773 quest’arte contava 41 addetti così suddivisi: 1 garzone e 40 capimastri. (1)

Sonadori. Scuola della Purificazione della Beata Vergine, dell’arte dei sonadori. Suonatori, strumentisti.
Sede: Chiesa di San Silvestre Patrono: Purificazione di Beata Vergine
Nel 1773 quest’arte contava 300 addetti. (1) (2)

Sovegno de Servitori barcaroli. Associazione di assistenza dei barcaioli del traghetto della Carità.
Sede: Chiesa Santa Maria della Carità. Patrono: Beata Vergine Maria adorante il suo parto divino. (4)

Spadari. Fabbricanti e venditori di spade.
Sede: Chiesa di Sant’Angelo Patrono: San Nicolò (2)

Specchieri. Scuola di Santo Stefano Protomartire, dell’arte degli specchieri. Fabbricanti e venditori di specchi.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri Patrono: San Stefano Protomartire
Nel 1773 quest’arte contava 532 addetti così suddivisi: 24 capimastri, 8 figli di capomastro, mistri operari 328, furlani spianadori 64, furlani lustradori 96, allievi 12. (1)

Spezieri da grosso. Scuola di Sant’Anna e San Gioacchino, detta, più tardi, degli “spitieri da grosso”. Venditori di zucchero, dolciumi e spezie.
Sede: Chiesa di Sant’Anna, Sant’Aponal, di fianco alla chiesa a San Polo. Patrono: Sant’Anna e San Gioacchino, San Gottardo. Colonelli: comprendevano i mandoleri (fabbricanti di olio di mandorle e venditori di mandorle e frutta secca), cerei, drogheri, raffinatori da zuccaro, confettieri o spezieri da confetti (fabbricanti e venditori di confetti e confetture).
Nel 1773 quest’arte contava 190 addetti così suddivisi: 42 garzoni, 71 giovani e 77 capimastri, ripartiti in 84 botteghe. (1) (4)

Spezieri da medicina, Aromatari o Semplicisti Farmacisti, erboristi per medicine. Scuola del Santissimo Salvatore, del Collegio degli spizieri medicinali. Scuola del Salvatore, dell’arte degli spezieri da medicine
Sede: Chiesa di Santo Stefano, Chiesa di San Bortolomio, Santa Maria Gloriosa dei Frari. Patrono: Gesù Cristo Salvatore. Colonnelli: già uniti agli spezieri da grosso, si unirono a loro i distillatori.
Nel 1773 quest’arte contava 180 addetti così suddivisi: 90 professori, 60 giovani e 30 garzoni, ripartiti in 90 botteghe e 90 inviamenti Notizie: 1601 Il collegio deposita 200 ducati per usufruire di un locale nel monastero di Santo Stefano. (1) (2) (3) (4)

Squeraroli. Scuola di Santa Elisabetta, dell’arte degli squeraroli. Scuola di Santa Elisabetta, dell’arte degli squeraroli. Fabbricanti e riparatori di barche.
Sede: Chiesa di San Bonaventura, Chiesa di San Trovaso Patrono: Santa Elisabetta
Entrano in quest’arte gli squeraroli dell’Arsenal quali hanno il privilegio di essere chiamati nei squeri a parte dei lavoratori privati, ma non concorrono sul carato della gravezza come maestranze pubbliche. Nel 1773 quest’arte contava 265 addetti così suddivisi: 45 garzoni, 160 lavoranti e 60 capimastri, ripartiti in 45 squeri e 5 senza lavoro. (1) (2)

Stadieri. Lavoratori di stadere, bilance.
Fornano un colonnello unito con i fabbri. ripartiti.

Stagneri e Peltreri. Fabbricanti e venditori di manufatti di stagno e peltro, come scodelle, piadene, vassoi da portata e calici. ??? vedi altri stagneri e peltreri
Sede: Chiesa di San Matteo a San Polo. Patrono: San Giovanni Evangelista. (4)

Stazioneri da vetro o Stazioneri che vende veri. Venditori privilegiati di vetrerie che avevano spaccio in luogo stabilito.
Sede: Sant’Angelo scuola di Sant’Antonio. Patrono: San Sebastiano. Colonnelli: stazioneri, muschieri (profumi e guanti), erano un colonnello dei marzeri, frutarioli (con licenza di vendita di vetri).
Nel 1773 quest’arte contava 18 addetti, ripartiti in 6 botteghe. (1) (4)

Stioreri. Arte degli stioreri. Fabbricanti e venditori di stuoie.
Sede: Chiesa di San Silvestro
Nel 1773 quest’arte contava 55 addetti così suddivisi: 3 garzoni e 52 capimastri, ripartiti in 43 botteghe. (1) (2)

Stramazzeri. Scuola di San Giacomo, dell’arte degli stramazzeri. Materassai.
Sede: Chiesa di San Polo Patrono: San Giacomo
Nel 1773 quest’arte contava 49 addetti così suddivisi: 26 garzoni e 23 capimastri, ripartiti in 49 botteghe. (1) (2)

Strazaroli. Scuola di San Giacomo Apostolo, dell’arte degli strazzaroli. Rigattieri, straccivendoli.
Sede: Chiesa di San Giuliano Patrono: San Giacomo Apostolo
Nel 1773 quest’arte contava 99 addetti così suddivisi: 42 garzoni e 57 capimastri, ripartiti in 57 botteghe. 1786: Inventario dei beni della scuola: altare con pala e sua soaza dorata d’intorno; quadro con Santa Maria Maddalena con sua soaza dorata; pennello di celebre autore rinnovato e fodratto; matricola in bergamina contornata di velluto e guarnita d’argento con sua cassetta d’albeo con chiavi. (1) (2)

Suppialume. Scuola di Sant’Antonio abate, dell’arte dei cristalleri, margariteri e suppialume. Fabbricanti di perle di vetro, fuse a lume.
Nel 1773 quest’arte contava 295 addetti così suddivisi: 21 capimastri negozianti, 274 capimastri operai, ripartiti in 7 botteghe e 21 mezzadi. (1)

Tagiapiera. Scuola dei Santi Quattro Martiri Coronati, dell’arte dei tagiapiera. Scalpellini, Tagliapietre.
Sede: Sant’Aponal, 1252 a San Polo. Patrono: Quattro Santi Coronati (Nicostrato, Claudio, Castorio o Castore, Superiale). Colonnelli: Scultori (separatisi nel 1723), Intagliatori di capitelli.
Nel 1773 quest’arte contava 195 addetti così suddivisi: 5 garzoni, 157 lavoranti e 33 capimastri, ripartiti in 33 botteghe. (1) (2) (4)

Tamiseri. Fabbricanti e venditori di setacci.
Nel 1773 quest’arte contava 13 addetti così suddivisi: 1 garzone e 12 capimastri, ripartiti in 10 botteghe. (1)

Tapezzieri. Tappezzieri.
Formavano un colonnello dell’arte dei bolzeri. Nel 1773 quest’arte contava 14 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 6 lavoranti e 6 capimastri, ripartiti in 6 botteghe. (1)

Telaroli. Scuola di Santa Croce, dell’arte dei telaroli. Fabbricanti e venditori di telerie.
Sede: Chiesa di San Giovanni Elemosinario Patrono: Santa Croce
Nel 1773 quest’arte contava 144, ripartiti in 140 botteghe e mezzadi. Notizie: 1613 Il doge Marc’Antonio Memo permette che facciano l’arca in chiesa: daranno al doge ogni anno due belle pernici. (1) (2)

Tentori o Tintori di panni. Scuola di Sant’Onofrio, dell’arte dei tintori. Tintori di stoffe, coperte e lenzuola.
Sede: San Giovannni Grisostomo, Santa Maria dei Servi a Cannaregio. Patrono: Sant’Onofrio. Colonelli: Arte grossa: da grana e cremese (rosso, come lo scarlato di Venezia), da guado (giallo), da undaco (blu e nero). Arte fina, detta anche della piccola tinta o dei picigaroli: da lane, da tele (lino, cotone, canapa).
Nel 1773 quest’arte contava 135 addetti così suddivisi: 7 garzoni, 27 lavoranti e 11 capimastri, ripartiti in 11 tintorie; 2 garzoni, 11 lavoranti e 4 capimastri, ripartiti in 2 tintorie da grana; 8 garzoni, 41 lavoranti e 24 capimastri, ripartiti in 24 tintorie da seta. (1) (2) (3) (4)

Terrazzeri. Scuola di San Floriano, dell’arte dei terrazzeri. Lavoranti di pavimenti alla veneziana.
Sede: Chiesa di San Paternian, Chiesa di San Samuele, altare di San Spiridione Patrono: San Floriano
Nel 1773 quest’arte contava 76 addetti così suddivisi: 38 lavoranti e 38 capimastri. (1) (2)

Tesseri da fustagno. Scuola di Santa Maria della Speranza, dei tedeschi tessitori di fustagno. Tessitori di fustagni.
Sede: Chiesa di Santa Maria dei Carmini Patrono: Santa Maria della Speranza
Nel 1773 quest’arte contava 183 addetti così suddivisi: 36 garzoni, 49 lavoranti e 98 capimastri, ripartiti in 65 botteghe, con 200 telai in lavoro e 60 senza lavoro. (1) (2)

Tesseri da panni di lana. Scuola di San Bernardino, dell’arte della lana. Tessitori di panni di lana.
Sede: Chiesa di San Pantalon Patrono: San Bernardino
Nel 1773 quest’arte contava 219 addetti così suddivisi: 152 lavoranti e 67 capimastri, ripartiti in 60 botteghe, con 116 telai in lavoro e 26 senza lavoro. (1) (2)

Tesseri da tela. Tessitori di tele.
Nel 1773 quest’arte contava 169 addetti così suddivisi: 17 garzoni, 90 lavoranti e 62 capimastri, ripartiti in 50 botteghe, con 120 telai in lavoro e 30 senza lavoro. (1)

Testori o Tessitori de Panni de seta o Samiteri. Unione delle scuole dei tessitori di panni di seta. Sovvegno di San Cristoforo, dell’arte dei testori. Scuola degli apostoli Simon e Tàdio, dei testori di panni. Tessitori di seta e oro, Samisteri tessitori di stoffa a due orditi e almeno due trame in diagonale.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri, Sedi proprie in Campo dell’Abbazia della Misericordia, Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia. Chiesa dei Santi apostoli Simone e Giuda. Patrono: San Cristoforo. Colonnelli: maestri senza pelo e maestri da pelo. Primi erano coloro che si erano specializzati nella tessitura del raso, i secondi in quella dei velluti.
I tessitori di seta erano proprietari dei loro telai ed era vietato a tutti coloro che non fossero capimastri di possederne. Nel 1773 quest’arte contava 6344 addetti così suddivisi: 371 capimastri, 862 mogli e figli di capimastri, 43 maestri, 110 mogli e figli di maestri, 14 lavoranti approvati, 80 non approvati, 347 femmine lavoranti, 35 garzoni, 445 lazzariole, 239 inviaresse, 415 dinaresse e spoline, 3300 orditrici, incarnaresse, rimettine, imbarbaresse e gropparesse, 79 mistri fuori d’impiego, 701 telai in lavoro in ragione dei mercanti, 224 teli in lavoro in ragione dei testori, 352 telai senza lavoro. (1) (2) (3) (4)

Tira e Battioro. Scuola di Sant’Enrico, dell’arte dei tira e battioro. Orefici specializzati nel ridurre l’oro in fogli sottilissimi.
Sede: Chiesa di San Stae Patrono: Sant’Enrico
Nel 1773 quest’arte contava 340 addetti così suddivisi: 153 garzoni, 107 lavoranti e 80 capimastri, ripartiti in 46 botteghe, 34 posti chiusi, 46 inviamenti. Notizie: Al momento della soppressione, nella scuola d’arte c’era un altare di legno con pala raffigurante Sant’Enrico affiancato dalle Sante Giuditta e Lucia. (1) (2)

Tornidori o Bossoleri. Scuola della Madonna, dell’arte dei tornidori di legno, avorio e ottoni. Tornitori.
Sede: Chiesa di San Geminiano Patrono: La Madonna Colonelli: da avolio (avorio), da latton (da ottone), da legno.
Nel 1773 quest’arte contava 187 addetti così suddivisi: 28 garzoni, 38 lavoranti e 121 capimastri, ripartiti in 42 botteghe. (1) (2)

Traghetto dei Santi Giovanni e Paolo Sede: Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
Traghetto di Santa Giustina Sede: Chiesa Santa Giustina
Traghetto San Beneto Sede: Chiesa di San Benetto
Traghetto di Santa Lucia Sede: Chiesa Santa Lucia
Traghetto di Sant’Andrea per Marghera e Mestre Sede: Chiesa di San Giobbe
Traghetto del Ghetto Vecchio Sede: Chiesa di San Giobbe
Traghetto di San Marcuola Sede: Chiesa di San Marcuola
Traghetto del Ghetto Nuovo a San Marcuola Sede: Chiesa di Sant’Alvise
Traghetto di Santa Maria Maddalena Sede: Chiesa della Maddalena
Traghetto di San Felice Sede: Chiesa di San Felice
Traghetto di San Giovanni Battista alla Cà d’Oro Chiesa: Santa Sofia
Traghetto di Santa Caterina Sede: Chiesa di Santa Caterina
Scuola dei Barcaroli del traghetto, della Beata Vergine Annunciata e di San Rocco Sede: Chiesa di San Tomà
Traghetto dei Camerlenghi, detto “del buso” Sede: San Giacomo di Rialto
Traghetto del Ponte di Rialto, dtto “del buso” Sede: San Giacomo di Rialto
Traghetto di Fusina, sotto il patrocinio di Sant’Alvise Sede: Chiesa dell’Angelo Raffaele
Traghetto di San Barnaba Sede: San Sebastiano
Traghetto della Carità (e San Vidal) Sede: Chiesa di San Trovaso
Traghetto di San Gregorio e di Santa Maria Zobenigo Sede: Chiesa di San Gregorio
Traghetto di Sant’Eufemia sotto il patrocinio di San Nicolò Sede: Chiesa di Sant’Eufemia
Traghetto di San Giovanni della Giudecca e le colonne di San Marco Sede: Chiesa del Redentore

Travasatori d’olio. Scuola di Sant’Antonio da Padova, dell’arte dei travasatori d’olio. Addetti al travaso e al trasporto degli oli.
Sede: San Giacomo di Rialto Patrono: Sant’Antonio da Padova
Nel 1773 erano 21. (1) (2)

Travasatori portadori da vino. Scuola di Ognissanti, dell’arte dei venditori, portatori e travasatori di vino. Addetti al travaso e al trasporto di vino.
Sede: Chiesa di San Bartolomeo Patrono: Ognissanti
Nel 1773 erano 400. Notizie: 1800 Inventario dei beni della scuola tra i quali sono elencati. un quadro grande con tutti li santi, un pennello di raso con tutti li santi, una mariegola, due quadretti, banche attorno la scuola, uno stampo in rame con tutti li santi. La sede della scuola era in comune casa privata di abitazione per la quale si pagavano 279 lire l’anno. 1807 Al momento della sua soppressione un altro inventario riporta: Altare di marmo, custodia di marmo, portello ottone, stimato 200 lire. Un quadro di pregio raffigurante il Paradiso (1) (2)

Varoteri o Vaiai. Scuola della Visitazione, dell’arte dei varoteri. Scuola dei varoteri, Senato Terra. Conciatori e venditori di pellicce.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri, Campo Santa Margherita, 3020 a Dorsoduro. Patrono: Beata Vergine Maria della Visitazione, Santa Elisabetta e San Lazzaro. Colonnelli: Vaiai o piliceri di ovra vera (Vaio, Martora, Ermellino, Volpe e Coniglio); di pelle agnelline e ghiro; di ovra vecchia.
Nel 1773 quest’arte contava 77 addetti così suddivisi: 8 garzoni, 14 lavoranti e 55 capimastri, ripartiti in 22 botteghe. Notizie: 1723 Il Senato permette che i varoteri ricostruiscano la loro scuola a Santa Margarita. 1808 Al momento della soppressione l’arte possiede, oltre la pala dell’altare, altri tredici quadri, di cui due di pregio. (1) (2) (3) (4)

Vagineri. Scuola di Sant’Elena, dell’arte dei vegineri. Fabbricanti di astucci, guaine.
Sede: Chiesa di San Girolamo, Chiesa di San Geminiano Patrono: Sant’Elena. Colonnelli: Erano una volta uniti con gli spadieri e cortelleri.
Producevano astucci per: aghi, coltelli, ventagli, pettini, specchi, libri, fialette odorose, penne e calamai, gli astucci potevano essere di cuoio, ma anche di legno con ornamenti in metallo prezioso, di osso e d’avorio. Nel 1773 quest’arte contava 15 addetti così suddivisi: 7 lavoranti e 8 capimastri, ripartiti in 8 botteghe. (1) (2) (3)

Veluderi. Scuola di San Marco, dell’arte dei veluderi. Tessitori di velluti.
Sede: Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti o dei Crocicheri. Patrono: San Marco. Colonnelli: già uniti ai Tessitori de panni de seda o samiteri. (2) (4)

Verieri. Scuola di San Sebastiano, dell’arte dei verieri. Fabbricanti e venditori di vetri, vetrai.
Sede: Chiesa di Sant’Angelo. Patrono: San Sebastiano. Colonnelli: da lastre, rui o rulli (per finestre) e quadri (per specchi), da suppiadi (soffiati), da canna (per conterie), da smalti.
Notizie: 1470 Nell’inventario dei beni della scuola sono registrati la mariegola e un penon grando da metter in campo e l’alboro per il penon. (2)

Voltaroli. Sono operai al servizio dei mercanti di lana.
Nel 1773 quest’arte contava 33 addetti. (1)

(1) AGOSTINO SAGREDO. Sulle consorterie delle Arti Edificatrici in Venezia (Venezia, Naratovich, 1857).

(2) GASTONE VIO. Le Scuole Piccole nelle Venezia dei Dogi (2012).

(3) COMUNE DI VENEZIA. Arti e Mestieri nella Repubblica di Venezia (Verona, Editoriale Bortolazzi-Stei, 1980).

(4) ANTONIO MANNO. I Mestieri di Venezia. (Cittadella, Biblos Edizioni, 2010)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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