Palazzo Donà Balbi, in Riva di Biasio, nel Sestiere di Santa Croce

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Palazzo Donà Balbi, in Riba di Biasio. Sestiere di Santa Croce

Palazzo Donà Balbi, in Riva di Biasio, nel Sestiere di Santa Croce

Il palazzo Donà-Balbi è un pregevole esempio di architettura minore dovuto all’unificazione di più corpi di fabbrica. L’edificio più antico risale alla metà del ‘300, lo testimonia la trifora posta al primo piano nobile sul lato del “portego” (il salone principale) che si affaccia sulla corte interna di proprietà. La corte è impreziosita da una vera da pozzo bombata con due rosoni centrali databile fine XV secolo. Lo spazio esterno comprende anche un giardino dove è collocata una curiosa vasca da bagno ottocentesca in pietra. Il balcone sul Canal Grande è sorretto da cinque mensole di fattura gotico quattrocentesca con teste di leone in pietra d’Istria poste a guardia della casa.

Il palazzo è stato di proprietà di alcune delle più importanti famiglie veneziane: i Nanidella Zoia” (“gioia“) o “dalla Boccola” (“bocciolo”), termini con cui si indicava quella sorta di ghirlanda che compariva al centro del loro stemma; i Priuli di San Felice o degli Scarponi/Scarpon; i Donà di Riva di Biasio dalle Tresse, del quale faceva parte, anche il doge Nicolò (1540 -1618); i Grimani, i Balbi dei Do’ Ponti/Porto; i Balbi-Leoni/Lion e i Toso, quest’ultimi discendenti dal cavaliere Angelo, affermato industriale dagli anni ’80 dell’800.

Nel 1973 la contessa Maria Angela Toso vedova Lucheschi, vendette il palazzo alla Provincia di Venezia. La Provincia di Venezia acquistò il palazzo per dare sede al Provveditorato agli Studi. (1)

(1) Patrizia Lucchi, Anna Pietropolli, Roberto Cavallaro, Manuel Basso, Gianpiero Perin, Stefania Da Valle, Patrizia Lucchi, Anna Pietropolli, Mario Fletzer, Enrico Zoia. DAL GOTICO AL LIBERTY. Il fascino di palazzo Donà Balbi. Città metropolitana di Venezia.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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