La Madonna della Salute

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La Madonna della Salute

La Madonna della Salute

L’origine della festa della Madonna della Salute risale al 1630, anno in cui subì il flagello di una terribile pestilenza. I primi casi di morte si verificarono nei mesi di giugno e di luglio e nel mese di agosto il terribile morbo da Sant’Agnese, San Vio e San Gregorio si propagò in tutte le contrade della città.

Venezia che contava allora centocinquantamila abitanti era diventata una città spettrale e l’incubo della morte sovrastava su tutti. I lazzaretti erano insufficienti ad accogliere gli infetti; insufficienti era pure il numero di coloro che erano addetti al soccorso dei malati. Il lezzo dei morti contaminava le strade, parenti ed amici esponevano i cadaveri sulle soglie o li gettavano dalle finestre. I superstiti, più somiglianti a larve che ad uomini, si aggiravano per le calli deserte che echeggiavano del lamento dei moribondi.

Il 22 ottobre 1630 Doge e Senatori per scongiurare la cessazione dell’immane flagello fecero voto di erigere una chiesa alla Madonna della Salute, come era avvenuto durante la peste del 1576 quando era stato eretto un tempio al redentore. Venne pure stabilito che nei quindici sabati successivi fosse fatta intorno alla Piazza di San Marco una devota processione, alla quale avrebbero preso parte il Doge, il Senato e la nobiltà.

Ma la peste non accennava a diminuire. Il 9 novembre i morti furono 595 e nell’intero mese, che fu il più funestato dalla calamità, si raggiunse il triste bilancio di 11.966 vittime. Il morbo continuò a dilagare con violenza fino al mese di agosto dell’anno successivo. A Venezia c’erano stati 46.536 decessi e 35,639 a Murano, Malamocco e Chioggia. Complessivamente le vittime nelle lagune furono perciò 82.175 e nell’intero territorio veneto i morti salirono a 600.000.

Il 28 novembre la città venne dichiarata libera dal contagio che si era protratto per sedici mesi. Quel giorno dedicato al ringraziamento per la cessazione della peste, fu solennizzato con una festa straordinaria. Portici, colonne, finestre di Piazza San Marco erano addobbate con arazzi e tappeti. Archi ornati di festoni erano stati eretti da San Marco a San Moisè. Si snodò una straordinaria processione, alla quale parteciparono le sei Scuole Grandi e gli Ordini religiosi con ventun stendardi. Da San Marco la processione si avviò verso il luogo dove stava sorgendo il tempio dedicato alla Vergine e lì fu cantato il Te Deum.

Infatti infieriva ancora la peste quando tre Senatori erano stati incaricati di scegliere il luogo adatto alla costruzione della chiesa promessa in voto. La scelta cadde sul terreno circostante l’edificio sacro della Santissima Trinità. Le case cominciarono ad essere smantellate nel mese di gennaio del 1631 e il primo giorno di aprile fu posta la prima pietra. Furono impiegati ventisei mesi per il lavoro delle fondamenta e vennero piantati 110.772 pali. Ma si era solo agli inizi dell’opera ingente che si sarebbe protratta fino al 1681. Il tempio fu consacrato dal patriarca Alvise Sagredo il 9 novembre 1687.

Nel 1670 la chiesa si arricchì di un nuovo gioiello, l’immagine della Madonna della Salute, il cui arrivo a Venezia è collegato con la fine della guerra di Candia, conclusa il 6 settembre 1669. Il generale Francesco Morosini prima di abbandonare la città ai Turchi sottrasse fra numerosi altri arredi sacri e oggetti d’arte anche l’immagine della Vergine detta di San Tito perché era venerata nella cattedrale di Candia, dedicata al Santo cretese.

L’immagine sacra giunse a Venezia con i resti dell’armata e con decreto del Senato del 26 febbraio 1670 fu destinata all’altare della Madonna della Salute. L’icona fu trasportata nel tempio con pompa solennissima il 21 novembre di quell’anno, festa della Presentazione, e d’allora quella data sostituì la celebrazione annuale che veniva fatta il 28 novembre, anniversario della liberazione dalla peste.

L’icona bizantina risale al secolo XIII e raffigura l’Odigitria. Alla immagine viene data pure la denominazione di Mesopanditissa, cioè Mediatrice di pace d’ambedue le parti, titolo derivato dalla pacificazione avvenuta a Candia nel 1264 tra le dodici famiglie nobili dell’isola e Marco Dandolo rappresentante del dominio veneto.

Il 23 dicembre 1921 il pontefice Benedetto XV decorò il tempio con i titoli e i privilegi di basilica. Il 23 aprile 1922 avvenne la solenne incoronazione della Vergine e del Bambino. Veniva così riparato l’oltraggio inferto alla venerata icona nel 1797 quando, caduta la repubblica e sovvertite le leggi e le tradizioni con vandalici saccheggi ed espoliazioni ladresche, vennero sottratte le corone d’oro che ornavano il capo della Madre e del Figlio. (1)

(1) Don Silvio Tramontin (a cura di). Il Culto dei Santi a Venezia. Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1965

 

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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