Il Giardino, gli uliveti, l’orto e la vigna del Convento dei Cappuccini, al Santissimo Redentore

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Il Giardino, gli uliveti, l'orto e la vigna del Convento dei Cappuccini, al Santissimo Redentore - Isola della Giudecca

Il Giardino, gli uliveti, l’orto e la vigna del Convento dei Cappuccini, al Santissimo Redentore

L’orribile peste che desolò la città e che cominciò il primo luglio 1575 ad inferire con tal impeto, che avendo nello spazio di pochi giorni rapite dal mondo molte migliaia di cittadini minacciava nella sua continuazione l’estremo eccidio di Venezia. Per cui il senato ansioso non meno della propria, che della salute dei suoi popoli si rivolse umile ad implorare la divina misericordia, facendo voto d’innalzare un magnifico tempio ad onore di Gesù Cristo Redentore, al quale dopo la sperata liberazione avesse ad intervenire annualmente in rendimento di grazie il principe, ed il senato. Stabilita con pieni voti la religiosa offerta, si divise il Senato per la scelta del luogo, e della religiosa famiglia, a cui consegnare si dovesse, rimostrando alcuni, e fra questi con maggior fervore il procurator Paolo Tiepolo, quanto al decoro della città, ed alla istruzione della gioventù, fosse utile l’erigerlo presso la Chiesa di San Vitale, e consegnarlo ai Gesuiti, religione non meno esemplare per la probità dei suoi costumi, che vantaggiosa per la educazione dei giovani, e per i continui esercizi di apostolico zelo. All’incontro Leonardo Donato allora senatore, e poi doge, considerando, che per innalzare la chiesa votiva, ed un collegio a lei unito per il mantenimento delle scuole, troppo verrebbe nella comune afflizione della città a dilazionari l’adempimento del voto, e che agevole cosa riuscirebbe il fondarlo in luogo dilatato, e spazioso nell’Isola della Zuecca consegnandolo ai Cappuccini, religione pia egualmente, e povera, onde minore di molto ne riuscirebbe l’aggravio; perciò questa opinione come tendente alla maggior celerità della votiva fabbrica fu adottata dalla parte maggiore dei senatori, e nel giorno 18 di settembre dello stesso anno 1576, eletti furono Agostino Barbarigo, ed Antonio Bragadino, acciocché presedessero alla decretata sacra fabbrica, nei di cui fondamenti pose la prima pietra solennemente benedetta, ed insieme una medaglia (già di sopra esibita insieme con altre dopo la prefazione) Giovanni Trevisano patriarca di Venezia nel giorno 3 di maggio dell’anno susseguente 1577. (1)

Gli orti e i chiostri del Redentore sorgono alle spalle della Chiesa del Santissimo Redentore, sull’isola La Giudecca, a Venezia, e sono gestiti dall’Ordine dei Frati Cappuccini. Gli orti del Redentore conservano l’estensione originaria: ricoprono un’area di circa un ettaro e sono suddivisi in aiuole, ognuna con le proprie coltivazioni. Vi si ritrovano viti e ulivi da cui i frati producono vino e olio, alberi da frutto come meli, peschi, fichi e ortaggi come carciofi, lattughe ed erbe aromatiche. Il nucleo originario dell’intero complessa è la piccola chiesa cinquecentesca di Santa Maria degli Angeli. Qui di fronte si trova un boschetto di ulivi (Olea europea), cinto su due lati da un muro di mattoni, decorato con piastrelle in cotto della Via Crucis. Un altro boschetto (molto più grande) adorna tutto il perimetro dell’isola. Esso è composto da esemplari, anche monumentali, di olmi, cipressi, lecci (Quercus ilex), allori (Laurus nobilis), robinie (Robinia pseudoacacia), bagolari (Celtis australis) e ligustri (Ligustrum vulgare). In questo boschetto ricco di specie vegetali, si trovano ancora una voliera, una terrazza che affaccia sulla laguna ed una piccola struttura dedicata alla Beata Vergine. (2)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) https://luoghi.italianbotanicaltrips.com/orti-e-chiostri-del-redentore/

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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