Pozzo nel cortile davanti alla chiesa, nell’Isola di San Servolo

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Pozzo nel cortile davanti alla chiesa, nell'Isola di San Servolo

Pozzo nel cortile davanti alla chiesa, nell’Isola di San Servolo

Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata. Su due lati della vera è scolpito il simbolo dell’omega, sugli altri altre due uno stemma. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica piatta. (1)

San Servilio che i veneziani chiamano San Servolo, fu in antico occupata dai Benedettini, poi dai Gesuiti e rimase deserta nel 1615, quando le monache l’abbandonarono per trasferirsi in più comoda sede, fino a che, nel 1648, vi ripararono centoquarantadue monache, fuggite da Candia per scampare ai pericoli della guerra. A queste successero, nel 1715, i padri ospitalieri di San Giovanni di Dio, ai quali la Repubblica donò l’isola, facendosi erigere convento, chiesa e ospedale nuovi. La chiesa fu disegnata da Tomaso Temanza, ai suoi tempi rinomato architetto e scrittore d’arte; il convento da Giovanni Scalfarotto, zio materno del Temanza stesso: entrambe opere assai mediocri.

Per invito del Consiglio dei Dieci, i padri Fate-Bene-Fratelli accoglievano nel loro ospizio i patrizi colpiti da malattie mentali. I pazzi plebei e i poveri, se innocui erano per le strade, ludibrio del popolo; se pericolosi, si rinchiudevano nelle pubbliche carceri. Nel 1797, entrati a Venezia i Francesi, codesta ingiustizia fu tolta: il manicomio di San Servilio fu aperto ai pazzi di ogni ceto, e nel 1834 ne furono escluse le donne, per le quali si ordinò un manicomio proprio nell‘isola vicina di San Clemente, la terza isola che s’incontra su la laguna, movendo in dritta linea dalla piazza di San Marco. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) P.Molmenti – D. Mantovani: Le isole della laguna veneta. Istituto Italiano di Arti Grafiche (Bergamo, 1904)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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