Rio Terà drio la Chiesa, sul Rio dei Do Ponti o del Cristo

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Rio Terà Drio la Chiesa, sul Rio dei Do Ponti - Cannaregio

Rio Terà drio la Chiesa, sul Rio dei Do Ponti o del Cristo

Questi due rii terà vennero realizzati nel 1818 mediante l’interramento del Rio dei Do Ponti o del Cristo. Il rio partiva dal Rio de San Marcuola, all’altezza del Ponte Storto, continuava fino alla Scuola del Cristo dove, con una curva ad angolo retto, proseguiva con un percorso quasi rettilineo, fino al Rio de la Misericordia. Aveva delle fondamente, una di fronte alla Chiesa di San Marcuola, l’altra all’Anconetta. Era attraversato da un ponte in pietra che scavalcava il rio tra la Calle del Cristo e il campo prospicente la Chiesa di San Marcuola. (1)

La chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato, vulgo San Marcuola, venne fondata, come si crede, dai profughi del continente all’epoca dell’invasione dei Longobardi sopra un’isola chiamata Lemeneo, e rifabbricata nel secolo XII dalle famiglie Memmo e Lupanizza dopo un incendio che, sviluppatosi in causa d’ orribile terremoto, l’aveva distrutta. Ebbe consacrazione nel 1332, oltreché sotto il titolo dei Santi Ermagora e Fortunato, sotto quello della Beata Vergine, e di San Giovanni Battista, del qual Santo conserva tuttora la destra, trasportata d’Alessandria, o rimasta, come si crede, miracolosamente illesa dall’incendio summentovato.

Un’altra volta fu rifabbricata questa chiesa dal 1728 al 1736 sul disegno di Giorgio Massari. Ebbe l’ ultima consacrazione nel 1779 per cura di Federico Maria Giovanelli patriarca di Venezia. Non si sa l’epoca dell’istituzione della parrocchia. Nel 1810 le si aggregò tutta quella di Santa Maria Maddalena, e parte di quella di San Leonardo, e Santa Fosca, allora soppresse. Ma nell’atto medesimo le furono tolti i circondari di San Girolamo, e Sant’Alvise per unirli a San Marziale.

Scrive il Magno che il doge Tribuno Memmo, eletto nel 979, “fece far un palazzo a San Marcuola, et li habitava”. Ciò successe, come spiegano altre cronache, perchè il palazzo ducale, arso nella sollevazione popolare contro Pietro Candiano IV, non era ancora in quel tempo rifabbricato. Del palazzo dei Memmo a San Marcuola, ora in più modeste proporzioni riedificato, parla il Caroldo, dicendo che, giunto a Venezia nel 1230 l’imperatore Federico, volle vedere le precipue case, “e massimamente quella dei Memmi a S. Marcuola, allora stimata più grande et meglio adornata delle altre”.  (2)

(1) ConoscereVenezia Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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